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Senza stipendio da 8 mesi, sciopero della fame a Villa Mercede

SERRARA FONTANA – La signora Maria Grazia Barbieri è in sciopero della fame da lunedì. Da 72 ore non tocca cibo. Beve solo acqua. Una scelta estrema, dettata dall’esasperazione. Lei, come gli altri 41 dipendenti della struttura assistenziale “Villa Mercede”, non vedono stipendio da 8 mesi. Una situazione che pesa come un macigno sulle economie di 42 famiglie.

“Abbiamo passato il Natale più triste della nostra vita. Fortunatamente abbiamo avuto l’aiuto concreto del Vescovo che non ci ha lasciati soli in un momento così delicato” – dichiara l’ausiliare che ha deciso di portare avanti la protesta usando strumenti estremi. In parte anche pericolosi. La signora Maria Grazia, infatti, è anche afflitta da diabete. “Finché non vedremo i nostri soldi non intendo nemmeno prendere le medicine”. Una situazione davvero al limite per la portavoce della protesta che tra i tanti drammi conta anche quello di vivere lo status di terremotata. Lei come tante altre persone quel terribile 21 agosto del 2017 ha perso casa, ma non la voglia di continuare a dare un supporto fondamentale agli anziani che vengono accuditi presso la struttura di Serrara Fontana. Sorrisi e disponibilità non sono venuti a mancare nella struttura che ospita almeno una ventina di anziani a cui, oltre le cure, preme avere un sorriso, una chiacchiera, un supporto emotivo. In queste condizioni, con le ristrettezze economiche che si fanno sempre più impellenti, rimanere sereni è sempre più difficile. Ma a il senso di responsabilità prevale sulle avversità e ai vecchietti di Villa Mercede non viene mai negato il supporto fisico e psicologico di cui hanno bisogno.

I lavoratori resistono solo grazie allo spirito di solidarietà che li sta unendo. Si danno una mano a vicenda anche nelle piccole cose, che sia condividere l’auto per raggiungere la struttura di Serrara Fontana o supporto concreto. Un bellissimo segno di coesione dettato dalla necessità e dalla difficoltà del momento. Ma di chi è la colpa di un ritardo così duraturo? Difficile capirlo, nemmeno i dipendenti in attesa dei soldi che spettano loro hanno una risposta chiara. In atto c’è uno scaricabarile di responsabilità. Nella faccenda sono coinvolti la Civitas, la cooperativa alla quale l’Asl Napoli Nord 2 ha affidato la gestione della struttura, il Consorzio Nestore, l’Asl e la Regione Campania.

L’Uiltcus, il sindacato Unione Italia Lavoratori Turismo Commercio Servizi che segue la vicenda, ha chiesto all’Asl di aggirare tutti gli ostacoli e di pagare direttamente i lavoratori di Villa Mercede, in modo da dare un po’ di ossigeno alle economie dei lavoratori tartassati. Domani si potrebbe sciogliere il nodo che tiene in sospeso le vite di decine di famiglie da fin troppo tempo. Qualcosa di è mosso e lo si deve anche al gesto estremo che la signora Maria Grazia ha deciso di portare aventi per suscitare quel giusto shock nell’animo dei responsabili, per indurli a fare presto. “Ho ricevuto la chiamata dal dottor D’Amore, mi ha chiesto, per la mia incolumità, di smettere subito lo sciopero della fame, – ci racconta con una voce stanca ma non rassegnata la signora Barbieri – ma io andrò avanti almeno fino a venerdì, quando ci sarà l’incontro tra Prefettura, Asl e Consorzio per sciogliere questo problema che ci sta togliendo il sonno e la dignità. Solo se ci daranno risposte serie e concrete sospenderò la mia proposta.

 

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