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Zaro, “monnezza” vista mare: uno scandalo senza fine

FORIO – «Posso solo definirti mostro, cancro dell’umanità. Chiunque tu sia pregherò ogni giorno per sapere chi sei, e quel giorno verrò a cercarti e la mia faccia sarà l’ultima cosa che vedrai. Questo è quanto ho trovato a Zaro in uno dei cammini più belli di questa isola così vilipesa dagli stessi abitanti che meriterebbero di vivere all’Inferno». Questa durissima invettiva, che ci sentiamo di condividere in toto, è stata lanciata da Umberto Lucio Amore – un cittadino isolano stanco di vedere stuprata ogni giorno la propria terra – nei confronti dell’incivile di turno. Un grido di dolore quello di Lucio, che in località Zaro – edenico polmone verde di Forio e dell’intera isola d’Ischia – ha scattato delle fotografie che lasciano ben poco spazio all’immaginazione. Nel titolo abbiamo deciso di adoperare un termine popolare, ovvero “monnezza”. Tuttavia questa parola dialettale non può in alcun modo sintetizzare alla perfezione il sordido degrado che gli occhi di Lucio hanno avuto la sfortuna di “apprezzare”.

«Mi spiace che la foto non renda» ha proseguito Umberto, che ha elencato quello che il suo obiettivo è riuscito a catturare nel corso del “tour dello squallore” nel bosco di Zaro. «Si tratta di secchi di vernice, bidoni che contenevano solventi, tubi e cavi elettrici e non. In sintesi materiale di scarto che qualche professionista di merda ha smaltito così». Umberto, da buon cittadino amante della natura, ha cercato di ripulire come meglio poteva l’area interessata dalla presenza dei predetti rifiuti, alcuni dei quali dannosissimi per la salute dell’uomo. E nel suo racconto non manca la stilettata al Comune. «Ho spostato tutto quello che ho potuto sul bordo della strada» ha affermato il nostro lettore. «Non posseggo un’auto, altrimenti avrei portato tutto davanti al municipio giacché i nostri bravissimi politici non si sono dimostrati migliori di quel mostro. A dire il vero è proprio il loro modo del “non fare” che legittima queste mostruosità. Non posso neanche dire “vergognatevi”, dal momento che non conoscete la vergogna. Ogni giorno sporcate la mia anima come quella dei tanti come me. Ogni giorno violate la dignità e la perfezione del creato. Su quest’isola Dio ha sbroccato e troppo vi ha regalato. Ma voi vendete tutto. Un mercato dove siete re» ha concluso Umberto.

Foto Umberto Lucio Amore

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