Leggo sul Venerdì di Repubblica di questa settimana una bella lettera indirizzata a Michele Serra.(…è finito un
altro inverno senza geloni alle mani ed ai piedi. E si che a sentire i nostri genitori era un evento normale per loro. Ecco una cosa che la sua e mia generazione non ha conosciuto; così come dittatura, guerre, bombardamenti, deportazione, fame, occupazione, tubercolosi, miseria, oppressione, freddo, analfabetismo, poliomielite, cimici e pulci, rappresaglie, difterite, sfruttamento, discriminazioni scarsa igiene, lavori spossanti, polmonite ed altre malattie allora mortali, assoluta precarietà ecc.. ecc..). Quando afferrano il potere meschini personaggi che dimenticano cosa è stata la loro terra per i loro genitori nati tra il 20 ed il 45 del secolo scorso come pensate che questi personaggi siano in grado di pensare alle disgrazie della povera famiglia Migliaccio?
Per piccoli personaggi che non sanno della solidarietà che imperava in quei tempi, è difficile che possano capire una famiglia che ha perso gli affetti più cari e la costringono a rimanere in un contenitore per 10 anni strumentalizzando o addirittura traendo vantaggi da quella tragedia. E’ mai possibile che una collettività, fino a qualche tempo fa anche ricca, non abbia trovato attraverso la sua rappresentanza istituzionale pochi spiccioli per affittare tre o quattro appartamenti da destinare a queste famiglie. Il problema, bisogna riconoscerlo, non è solo finanziario ma è indicativo di chi ha la pancia piena e se ne fotte dei poveri. Che senso ha essere diventati ricchi e liberi da tutte le tragedie trascritte dal lettore di Serra se non si è saputo guardare anche verso chi ricco non è? I dieci anni trascorsi dovrebbero far riflettere chi ci amministra ma anche la collettività che non ha spinto verso una soluzione. Quanti soldi sono stati spesi per campagne elettorali, per lavori pubblici o sciupati in fuochi artificiali e feste e farina che sporca le mani? Vergogniamoci un po’ tutti e tentiamo di porre rimedio a questa barbarie.
