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Savio: impediscono ai foriani di riprendersi il porto

Per il segretario generale del Partito Comunista Italiano Marxista Leninista, Domenico Savio, la situazione attuale, già grave, peggiorerà nei prossimi anni a spese della cittadinanza: Il consigliere di minoranza torna sulla questione porto e sul dopo consiglio comunale di Forio: «Come al solito, anche l’ultimo consiglio comunale non ha prodotto nulla di positivo per il popolo di Forio – attacca Savio – È da condannare innanzitutto il metodo autoritario con cui il Presidente del Consiglio conduce i lavori del civico consesso. Io stesso nei preliminari avrei voluto trattare due questioni importanti, ma purtroppo non mi è stata data la possibilità di farlo. È ormai una consuetudine che va avanti da molte assemblee, quella in cui il Presidente nega ai consiglieri d’opposizione la possibilità di un intervento preliminare per rappresentare in modo adeguato al sindaco e all’amministrazione comunale l’esistenza di alcuni problemi che aspettano una soluzione. È una cosa che danneggia i gruppi consiliari come quello da me rappresentato, che non ha altra possibilità di incontro e di dialogo col sindaco e la sua compagine amministrativa, per sottoporre i problemi nevralgici di Forio. È necessario sottolineare il fatto che il primo cittadino non risponde mai alle mie interrogazioni che pure gli rivolgo costantemente sulle questioni sociali più spinose. Quindi la possibilità di un intervento preliminare all’inizio dei lavori consiliari, pur breve, rappresenta un’occasione utile e unica, che purtroppo ancora una volta mi è stata negata». L’esponente comunista d’opposizione entra poi nel merito del tema principale dibattuto martedì sera: «Per quanto riguarda l’ordine del giorno discusso in consiglio – continua Savio – va ribadito che al popolo di Forio è stata negata la possibilità di ritornare in possesso del suo Porto. Esso rappresenta l’unico bene dal quale la cittadinanza può trarre guadagni per risolvere alcuni problemi sociali, strutturali e di sviluppo civile. Invece, l’amministrazione in carica ha voluto che la struttura rimanesse nelle mani della Marina del Raggio Verde sotto la gestione del socio privato che detiene il 49% del capitale azionario. Eppure, durante il consiglio io ho presentato una proposta precisa e articolata per la gestione pubblica del Porto, nell’interesse sociale, economico e civile del popolo di Forio: una proposta che ha impegnato il consesso per molto tempo, proprio perché era di capitale importanza per l’intero paese. Purtroppo, quando poi si è giunti alla votazione, come ho detto, la maggioranza ha negato alla cittadinanza la possibilità di riprendersi un bene che gli appartiene, respingendo la mia proposta». Domenico Savio poi si scaglia contro il primo cittadino:  « Possiamo dire che Francesco Del Deo e la sua amministrazione si sono ancora una volta dimostrati nemici del loro stesso popolo. Ciò costerà molto caro ai foriani: la scelta di lasciare ancora una volta la gestione del porto alla Marina del Raggio Verde fino al 2020 (e magari anche oltre) sarà foriera di ulteriori future perdite ai danni di Forio. Bisogna aggiungere che proprio la Marina del Raggio Verde, per come la stiamo conoscendo, si è rivelato l’ennesimo carrozzone politico-amministrativo. Ormai è diventata una continuità, la mala gestione della cosa pubblica, come accadde già per la società partecipata “Pegaso”, di cui a tutt’oggi non sappiamo quanti milioni di debiti abbia prodotto: debiti che verranno pagati dal popolo di Forio. Un carrozzone seguito a ruota dalla “Torre Saracena”. Oggi, come se nulla fosse cambiato negli ultimi 25 anni, la Marina del Raggio Verde ripete lo stesso drammatico copione: chissà quanti milioni negli anni a venire costerà ai cittadini foriani. Ciò che dico si basa su alcuni indici rivelatori: il socio privato della Marina del Raggio Verde ha già chiesto al suo socio, il Comune di Forio, il riconoscimento di un danno di circa due milioni. Ma nemmeno questa evidenza è bastata per smuovere Francesco Del Deo e la sua amministrazione dalla loro assurda posizione: la proroga costituirà un’autentica sciagura, che in consiglio noi delle opposizioni non siamo riusciti a sventare».

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