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«Qui, in Svizzera mi sento un essere umano», l’amara denuncia dell’emigrante ischitano

ISCHIA. Nello è uno dei tanti ragazzi costretti ad abbandonare l’isola d’Ischia per cercare un lavoro dignitoso lontano da casa propria. Dopo le numerose e poco fruttuose esperienze di lavoro a Ischia decide di provare a lavorare all’estero, in Svizzera, dove è impiegato felicemente tutt’ora e si sente finalmente un “essere umano”. Ecco le sue parole: “Sono Nello, uno dei tanti ragazzi che per sfortuna o per fortuna, si trova a dover cercare piccole soddisfazioni della vita all’estero”.

TI sei formato professionalmente a Ischia?

Sono cresciuto nella scuola alberghiera d’Ischia, dove, con impegno, mi sono diplomato col massimo dei voti. Nel periodo adolescenziale e post ho ho avuto qualche spiacevole esperienza lavorativa sull’isola, le quali mi hanno convinto che quella non sarebbe stata la vita che sognavo.

Quali sono state le tue esperienze poco piacevoli nell’ambiente lavorativo ischitano?

Sin da subito mi sono imbattuto in contratti poco vantaggiosi, dove ogni mio diritto sancito dalla legge era inesistente. Turni stressanti, caratterizzati da mansioni insostenibili per una sola persona, giorni liberi inesistenti, pasti il più delle volte decisamente miseri, saltati, condizioni igieniche precarie, sicurezza zero. Si tornava a casa la sera e ci si sentiva frustrati, tristi, umiliati e come bloccati in un limbo. Era inutile cercare di farsi forza perché o ci si adattava o la porta era lì ad aspettarmi.

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Raccontaci un episodio che ti ha fatto capire che era davvero arrivato il momento di andare via.

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Una volta mi è stato addirittura proposto di dividere il mio stipendio con uno dei figli dei proprietari arrivando a guadagnare appena 850 euro. A quel punto ho iniziato a elaborare che tutto ciò che avevo sognato era da dimenticare e che dovevo guardare oltre.

Dove hai cercato lavoro?

In Svizzera. La sorte ha voluto che uno dei migliori alberghi al mondo abbia voluto concedermi una chance.

Da quanto tempo lavori in Svizzera?

Oggi sono sei anni. In questa struttura, composta da circa 160 camere con un personale che raggiunge le 500 unità. Qui ogni giorno continuo ad apprendere la sottile arte dell’ospitalità e del concierge. Mi insegnano tante cose, mi offrono in continuazione opportunità di formazione, le mie ore sono controllate elettronicamente e tutti i miei diritti sono rispettati.

Qualche rimprovero te lo faranno ogni tanto, no?

Assolutamente, se salto un pasto e se sono ammalato e lavoro. Da queste parti lavorare diventa non solo un mezzo per guadagnarsi da vivere, ma anche un momento profondamente formativo, dove sono felice perchè è così che ci si deve sentire, soprattutto nel nostro settore.

Nel tuo post di Facebook hai specificato che finalmente adesso ti senti un “essere umano”, prima non era così?

Le dico solo che l’azienda mi fornisce vitamine ed integratori affinché non m’ammali o organizzano attività ricreative e sportive per il nostro svago. Questa non è l’eccezione, ma la regola, la normalità lavorativa del posto.

Solo rose e fiori lì in Svizzera?

Di certo non mancano i momenti duri e difficili, ma questo è anche un bene perché ci si deve fare le ossa e a volte accontentare le richieste di clienti molto esigenti non è facile, però alla fine arrivano le soddisfazioni e ci si sente apprezzati economicamente e umanamente.

Cosa ti manca di Ischia?

Certamente la famiglia, la ragazza, gli amici, l’isola, ma in particolar modo la mia Forio, ma bisogna anche pensare che se abbiamo l’obiettivo di creare una famiglia, Ischia o in generale l’Italia non è proprio il posto adatto. Penso di parlare a nome di un po’ di tutti i giovani, noi non chiediamo chissà che cosa, semplicemente una vita dignitosa, dove anche noi possiamo creare un qualcosa di bello come una casa dove poter trovare la nostra famiglia la sera, quando torniamo da un lavoro duro ma soddisfacente.

Pensi di voler tornare sull’isola a breve?

Al momento non ho alcuna intenzione di tornare sull’isola, anzi porterò con me la mia ragazza e chissà, magari un giorno St. Mortiz o un altro posto mi darà la chance di mettere su famiglia. Tornare sarebbe poco produttivo, specialmente alla luce dei recenti dati turistici ed economici. Basta avere poche nozioni di revenue per capire che il fondo lo si deve ancora toccare.

Cosa c’è che non va nel nostro paese secondo te?

Ho avuto anche una piccola esperienza da attivista politico nel mio paese per vedere con i miei occhi che un po’ da parte di tutti manca la voglia di cambiamento e che soprattutto i giovani non sono per niente una risorsa da sfruttare fino all’ultima goccia di sangue.

Di chi è la colpa di tutto ciò, secondo te?

Accusare gli albergatori, negozianti, ristoratori, amministrazioni è inutile perchè come dicevo è in tutti noi che manca la voglia di cambiare e l’educazione civica.

Cosa consiglieresti ai tuoi coetanei?

Al momento posso solo consigliare ad ogni giovane di alzare la testa, avere tanto coraggio e partire senza paura perchè tanto “più nero della mezzanotte non può venire”.

Se avessi davanti le persone che a Ischia non ti hanno trattato come avresti voluto cosa diresti loro?

Ringrazierei coloro che mi ritenevano inadatto, grezzo, non raccomandato. Grazie a loro a loro oggi ho una grande chance e mi sento un essere umano, mi hanno dato la spinta per cambiare radicalmente la mia vita.

Antonello De Rosa

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