ARCHIVIO 3ARCHIVIO 5

La storia – L’asilo, gli slip “asessuati” e la rabbia della madre

FORIO – Vorremmo tanto andarci con i piedi di piombo ma, pur consapevoli di esporci a qualche inevitabile critica – e perfettamente coscienti del fatto che potrà adesso riaprirsi il solito dibattito tra guelfi e ghibellini della prima ma anche dell’ultima ora – la vicenda è di quelle troppo delicate per essere sottaciute. Ancora prima che sulla stessa venga fatta effettiva chiarezza. E il fatto che l’argomento e soprattutto la parola che definiamo “innominabile” solo perché non vogliamo che l’attenzione venga dirottata su altro, siano di stretta attualità e fonte di contrapposizioni tra “filosofi”, intellettualoidi e pseudo tali, non ci esime certamente dall’esprimere sentimenti di forte condanna verso un episodio che (laddove dovesse essere confermato nella sua pienezza) sarebbe di una gravità inaudita. Senza se, senza ma ed a prescindere da tutte quelle che possano essere le indicazioni provenienti da chissà quale ministero o altro organo competente. Per adesso, vale in ogni caso la pena di, siamo davanti ad una denuncia bomba apparsa ieri pomeriggio sul social network più gettonato e cliccato e che in ogni caso ha avuto conferma da una conversazione telefonica tra la madre di un bimbo ed il cronista.
Tutto ha inizio quando su Facebook un cittadino residente nel Comune di Forio scrive un messaggio che francamente lascia un po’ tutti allibiti e che noi vi riportiamo testualmente: “Nell’asilo a Forio mettono – si legge – mutandine da femminuccia ai maschietti e le mutandine dei maschietti alle femminucce, perché? Devono abituarsi a NON DISTINGUERSI, ora m’incazzo, la famiglia è la padrona dell’educazione dei propri figli, sono universalmente i detentori della loro prole fino alla maggiore età!!! Ma chi cazzo si credono di essere queste pseudo maestre dell’asilo che impongono la loro visione vomitevole dell’educazione, per me le differenze esistono e sono sacrosante”. Una vera e propria bomba, che lascia un po’ tutti interdetti, compreso il cronista. Ed è chiaro che siamo rimasti inizialmente spiazzati e non poco, visto il contenuto del post, di quelli che certo non capita di leggere tutti i giorni. Onestamente abbiamo creduto ad un equivoco, e successivamente al fatto che tra gli indumenti di ricambio a disposizione nella struttura in maniera del tutto casuale ce ne fossero soltanto di femminili e dunque il bambino che si fa la pipì addosso si ritrova abbigliato con indumenti intimi da “quota rosa”. Ma dal momento che l’accusa lanciata sembrava delineata e precisa, abbiamo preferito andare oltre. E allora ci siamo messi in contatto con la diretta interessata, ossia la madre del bambino oggetto di questo “abbigliamento” quantomeno discutibile, compagna dell’uomo che ha divulgato pubblicamente la notizia.
Al telefono la signora ci ha prima detto che “qualche volta può accadere che manca il cambio a scuola e i piccoli vengano vestiti con indumenti di fortuna, ma nel caso di mio figlio mi meravigliavo che statisticamente accadesse troppo spesso”, per poi aggiungere in maniera altrettanto perentoria: “Ho chiesto spiegazioni alla maestra che mi ha detto che in fondo non c’è differenza e che non devo abituare mio figlio a questo tipo di cose”. Poi la madre non ha voluto proseguire nella sua chiacchierata, riservandosi di avere un incontro stamattina con le maestre e di capire quanto ci fosse di premeditato nelle loro affermazioni e quanto invece fossero state frutto di un momento di ironia o cos’altro, il che non sarebbe in ogni caso giustificato. Ripetiamo ancora una volta, dibattiti e teorie ci interessano poco o nulla, la verità è che di fronte ad una risposta del genere ci sarebbe davvero da contare prima a dieci per evitare gesti o risposte inconsulte. E ci fermiamo qua, nell’attesa di ulteriori approfondimenti.

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex