CRONACA

Mobilità precaria, Napoli paga dazio

Presentati a Roma gli esiti del rapporto dell’Osservatorio Stili di Mobilità, giunto alla terza edizione e realizzato da Ipsos e Legambiente

DI GUIDO INVERNIZZI

Limitata disponibilità del trasporto pubblico con ripercussioni sulla vita sociale ed economica e sulla scarsa accessibilità ai servizi di prossimità. In Italia, tutto ciò ancora ostacola gli sforzi per ridurre l’uso dell’auto privata, i cui costi (acquisto e carburante) sono aumentati. Napoli risulta la città più colpita da una condizione di precarietà nella mobilità con il 34% dei cittadini che non sempre riesce a spostarsi  e per questo nell’ultimo anno hanno dovuto rinunciare ad opportunità di lavoro (34%), di studio (19%), visite mediche (29%) o spostamenti per piacere e relazioni (36%). Il 55% dei viaggi si svolge a bordo di un’auto e moto di proprietà al di sotto della media nazionale (64%). È quanto emerge in sintesi dal rapporto dell’Osservatorio Stili di Mobilità, giunto alla sua terza edizione, realizzato da Ipsos e Legambiente, in collaborazione con Unrae e presentato ieri a Roma. L’indagine è stata condotta su scala nazionale e nelle città di Milano, Torino, Bologna, Napoli e Roma, nell’ambito della Clean Cities Campaign, un network europeo di associazioni ambientaliste e movimenti di base che mira al miglioramento della qualità dell’aria attraverso l’adozione di stili di mobilità più sostenibili e alla ridistribuzione dello spazio urbano a favore delle utenze più vulnerabili.

I nuovi dati dell’Osservatorio, che analizza annualmente i comportamenti e le propensioni di mobilità, rivelano inoltre che ogni settimana i napoletani trascorrono in media quasi sette  ore in viaggio, il 70% dei quali nei giorni feriali. Napoli il 55% degli spostamenti avviene in auto e moto a combustione con una diminuzione rispetto all’anno precedente ma al contempo diminuisce anche l’uso medio dei mezzi pubblici e dell’auto elettrica (sia privata che a noleggio), che è scesa dal 17% al 15% al giorno, mentre rimangono stabili gli spostamenti a piedi, in bici o in monopattino elettrico, che ammontano al 22% del tempo di viaggio. Le cause della situazione di precarietà fotografata dall’Osservatorio di stili di mobilità sono soprattutto l’assenza di alternative all’uso dell’auto privata a causa della distanza dai servizi essenziali come le strutture scolastiche e mediche nelle vicinanze, così come le carenze dei trasporti pubblici, come la mancanza di fermate con orari poco convenienti, e l’assenza di servizi di sharing. Incidono anche le condizioni economiche delle famiglie, che rendono difficile sostenere i costi del carburante e le distanze eccessive senza alternative all’auto. Tuttavia, tra tutti i tipi di precarietà analizzati, tra le città monitorate, a  Napoli si registra il dato  che preoccupa maggiormente e riguarda il 12% delle persone in condizione di estrema mobility poverty, ossia coloro che non hanno mezzi pubblici o in condivisione di prossimità, né la possibilità di acquistare un’auto in famiglia.

“Un efficiente trasporto pubblico- commenta Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania– una maggior offerta di mobilità sostenibile, attiva o elettrica nelle nostre città non è solo una questione ambientale ma sta diventando sempre di più una questione sociale ed economica. Meno trasporto pubblico significa meno opportunità di lavoro, meno occasioni di studio e di favorire la cura e le relazioni. Solo una capillare ed efficiente offerta di trasporto pubblico può garantire opportunità di mobilità e la correzione di alcune disparità sociali. E Napoli  è ancora in ritardo e le conseguenze nella vita quotidiana sono sotto gli occhi di tutti”. Per una mobilità veramente sostenibile e inclusiva, che non lasci indietro nessun cittadino, Legambiente propone dunque di accelerare il passo su più direzioni: implementazione di autobus elettrici, miglioramento dell’accessibilità ai trasporti pubblici collettivi, creazione di zone a 30 km/h, promozione dei veicoli elettrici ed espansione dei percorsi ciclo-pedonali.

 Nel sondaggio, è emersa anche l’importanza di promuovere la transizione verso veicoli elettrici. Solo circa il 50% dei cittadini napoletani  desidera acquistare un’auto nuova, ma tra di loro, il 61% preferisce veicoli tradizionali, mentre il 11% opta per auto elettriche e l’6% ibride ricaricabili (plug-in), mentre il 22% preferisce auto ibride. Per coloro che scelgono veicoli a combustione interna, le principali motivazioni sono una maggiore autonomia (28%),  la paura di non trovare stazioni di ricarica rapide(26%)  il costo più conveniente (22%).D’altra parte, chi preferisce veicoli elettrici è motivato principalmente dalla riduzione dell’impatto ambientale (41%).  

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