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Ischia Summer Festival: apertura emozionante con Fiorella Mannoia

 

di Isabella Puca

foto Tommaso Monti

Lacco Ameno – È un’arena del Negombo composta e piena di voglia di emozionarsi ad aver accolto Fiorella Mannoia, artista che ha aperto questa seconda edizione dell’Ischia Summer Festival. “A te” è il titolo del concerto presentato agli ischitani e ai turisti che hanno deciso di ascoltare la Mannoia in questa veste inedita per l’isola, interprete delle canzoni del grande Lucio Dalla. Alle 22:00 in punto si sono presentati sul palco tutti i musicisti, accolti dall’applauso del pubblico, poco dopo, inconfondibile con la sua chioma rossa e riccia, lei, la Mannoia ed è con “stella di mare” che si apre finalmente il suo concerto. «Grazie per essere qui, vi ringrazio di avermi invitato in quest’isola fantastica. Non sapete per me l’emozione che mi dà cantare queste canzoni di Lucio Dalla, canzoni che fanno parte ormai del nostro repertorio nazionale, culturale, lo faccio con estrema gratitudine ed emozioni, ma invito anche voi a farlo,  anche voi che non siete cantanti professionisti, cantate queste canzoni fatele ascoltare ai vostri figli e solo cosi questi grandi artisti rimarranno immortali». L’applauso si fa meno timido e la Mannoia continua, seduta su di uno sgabello, con il repertorio del grande Dalla. “Milano”, “Chissà se lo sai”, “Tango”. «Sposo il concetto di Lucio. In questa canzone definisce i potenti “mascalzoni”. Ecco, anche io lo penso, col cuore penso davvero che i potenti siano dei mascalzoni perché giocano a risico con noi, con il popolo, trafficano sopra di noi in guerra, in armi, in esseri umani, in petrolio e creano guerre per vendere armi. È questo che dice Lucio nella canzone  e questo è quello che penso anche io: oltre dei mascalzoni sono anche degli assassini». Accompagnata dal pubblico che sembra condividere il suo pensiero dalla prima nota s’intuisce che il brano è “Se io fossi un angelo”, interpretato dalla Mannoia con un’estrema dolcezza nonostante la serietà del testo. «Questa è una delle mie preferite» annuncia prima di iniziare a cantare “sulla rotta di Cristofaro Colombo”. Lei e i suoi musicisti, diretti dal maestro Valeriano Chiaravalle, sono tutti vestiti di nero, ma il palco è pieno di colori, sono i colori della musica che solo una grande artista come la Mannoia può riuscire a trasmettere al pubblico.

«Questa l’abbiamo cantata diverse volte insieme, lui cantava di Anna e io di Marco» e su questa canzone il pubblico canta a squarciagola con lei. “Le rondini”, l’intramontabile “Caruso”, “Il parco della luna” e “Cara”; tra una nota e l’altra la Mannoia scherza sull’umidità che le rovina la splendida chioma rossa, «si abbassano tutti come un mocio Vileda – dice ridendo al pubblico – chi ha i capelli ricci può capirmi».  Poi continua a cantare e in questa seconda parte di concerto lascia lo sgabello e si lascia andare alla musica muovendosi sul palco, “La casa in riva al mare”, “L’anno che verrà”, “Felicità” e “Piazza Grande”. «Ringrazio la mia orchestra, tutti i tecnici e tuti voi. Non è retorica perché senza di voi, noi, dove andremmo?». Chi ha pensato che sarebbe stata “Piazza grande” a segnare la fine del concerto si è alzato in piedi puntando alla prima fila per stringere la mano alla Mannoia che, acclamata dal pubblico, prima va via dal palco e poi ritorna per un bis con “Attenti al lupo”. «Andar via senza aver cantato una canzone propria è difficile, vuoi per abitudine, vuoi perché ti dispiace andare via senza aver fatto nemmeno una canzone. So che Lucio lo capirebbe». Ed è qui che il pubblico, già tutto in piedi, le tributa una  standing ovation, qualcuno dalle ultime file le chiede addirittura di fare tutto il repertorio, ma la Mannoia delizia la platea con tre dei suoi più grandi successi “I dubbi dell’amore”, “Quello che le donne non dicono” e “Sally”. «Ischia, che bel rumore! Grazie!», è così che chiude la serata, un sogno pieno di emozioni per tutti quelli che erano lì ad ascoltarla.

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