CULTURA & SOCIETA'

Quando Churchill faceva il bagno ad Ischia e decideva le sorti dell’Italia con Tito

L’8 settembre del 1943, al culmine della Seconda Guerra Mondiale, con l’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile, stipulato il 3 settembre dal governo tecnico-militare presidiato dal generale Pietro Badoglio e appoggiato dal re Vittorio Emanuele III, l’Italia firmava la resa incondizionata con gli alleati. Benito Mussolini era stato arrestato il 25 luglio per ordine del re e veniva trasferito in prigionia a Ponza e poi sul Gran Sasso mentre le truppe tedesche si mettevano sulle sue tracce per liberarlo. Nel frattempo le truppe alleate avanzavano al Sud dopo lo sbarco in Sicilia del 9 luglio: iniziava la campagna d’Italia. L’esercito italiano era allo sbando e il teatro di guerra si era spostato sul territorio nazionale mentre il Paese era sotto la minaccia congiunta di tedeschi e alleati che bombardavano senza tregua per fiaccare il morale della popolazione soprattutto in Campania. A Napoli e in tutte le zone limitrofe la gente era ridotta allo stremo e a seguito dell’armistizio si rivoltò contro l’occupante tedesco scatenando le 4 giornate di Napoli che liberarono la città dai nazisti favorendo l’arrivo degli americani. Iniziava così la dura controffensiva per ricacciare i tedeschi in Nord Italia dove nel frattempo si stavano riorganizzando i fedelissimi di Mussolini con il governo della Repubblica Sociale.

Il teatro di guerra in Italia comprendeva anche i territori dell’Istria e della Dalmazia che si trovavano coinvolti sul fronte jugoslavo negli scontri tra partigiani jugoslavi, le forze militari della Croazia indipendente e quelle dell’Asse. La polveriera dei Balcani, insieme alle operazioni sul fronte del Sud Italia, spinsero il primo ministro britannico Winston Churchill a diversi blitz nel Mediterraneo dove lo statista tentò alcune mosse politiche per risolvere alcuni snodi fondamentali del conflitto. Fu in questi viaggi lontano dall’Inghilterra nell’estate del 1944 che avvenne l’incontro tra Churchill e Josip Broz Tito, capo del partito comunista Jugoslavo.

Come altri condottieri e personaggi celebri della sua epoca Churchill era un grande appassionato di poker e frequentava spesso e volentieri il tavolo verde. La sua inclinazione al gioco lo portò una volta a perdere una cifra considerevole contro il presidente degli USA Harry Truman e anche con Tito, in questo particolare incontro d’agosto di quella rovente estate di guerra, provò a rilanciare assegnando territori italiani alla Jugoslavia e assicurando ai titini supporto logistico nella lotta contro le milizie anti comuniste di Draza Mihailovic, nell’ottica di un avvicinamento del comandante jugoslavo alla causa alleata per indebolirne i legami con l’Unione Sovietica.

Il segreto meeting avvenne il 13 di agosto a Posillipo nella prestigiosa cornice di villa Rivalta requisita dagli alleati e utilizzata come base del generale Wilson. I due leader parlarono a lungo della situazione dei Balcani. In un incontro precedente del 10 agosto, avvenuto invece ad Algeri, Churchill aveva già provato a mettere d’accordo Tito con Ante Pavelic, il capo degli ustascia dello Stato indipendente di Croazia. Nelle sue memorie dichiarò di non essere riuscito completamente nel suo lavoro di convincimento su Tito visto che negli anni successivi al conflitto la Jugoslavia si attestò sempre su posizioni altalenanti strizzando l’occhio all’URSS e tendendo la mano all’Occidente. Anche sul fronte interno Churchill non poté essere del tutto soddisfatto visto che dai suoi diari traspare la sua frustrazione nei confronti del comando partigiano jugoslavo che usava le casse di munizioni fornite dagli alleati per combattere i serbi e i croati. A villa Rivalta vennero anche stabiliti i futuri confini della Jugoslavia e il ridimensionamento dell’Italia con l’assegnazione dell’Istria e della Dalmazia a Tito, decisioni confermate dagli accordi stipulati al termine del conflitto che comportarono la persecuzione e l’esodo degli istriano-dalmati.
In questi giorni di trattative per allentare la tensione Churchill approfittava della vedette del comandante delle forze navali alleate per andare a fare il bagno a Ischia e a Capri. Secondo alcuni resoconti dell’epoca in un’occasione, mentre faceva il bagno al largo di Ischia, incontrò una fila di navi con truppe alleate d’assalto e mezzi corazzati diretti in Provenza che lo riconobbero mentre si bagnava. Dall’acqua il leader britannico ricambiò l’affetto dei soldati facendo il segno della vittoria.
Di questi suoi bagni ristoratori nel Golfo c’è memoria nei suoi diari dove il leader britannico volle ricordare l’incantevole grotta azzurra di Capri(“I thought the blue grotto wonderful” trad. “Ho trovato la grotta azzurra meravigliosa”, ) e la gradevole scampagnata nell’isola di Ischia (“I had four baths which have done me all the good in the world” trad. “ho fatto quattro bagni che mi hanno fatto infinitamente bene”).

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