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Gianfranco Marelli: «Operazione provocatoria, ma non scandalosa»

ISCHIA – Sulla diffusione del “Mein Kampf” di Hitler da parte de “Il Giornale” è intervenuto anche il professor Gianfranco Marelli. L’ex docente di storia e filosofia del Liceo classico di Ischia ha così sintetizzato il suo pensiero:«Paura di un libro? E perché mai? Piuttosto preoccupazione, sconforto e rammarico nei riguardi di chi subdolamente (ma neanche tanto) utilizza e si fa schermo della ripubblicazione – senza neppure lo sforzo di una contestualizzazione storica, guarda un po’ – del “Mein Kampf” di Adolf  Hitler, come se fosse un gioiello. Ora, se la pubblicità ci ha abituati a ritenere che regalare un gioiello “è per sempre”, un libro – qualsiasi libro – non lo è, non lo è mai stato, non lo sarà nemmeno se si traveste con l’ideologia della libertà. Soprattutto se volutamente ci si dimentica di ricordare che “Mein Kampf” più che esprimere delle idee, inneggia a dei crimini. Che poi un quotidiano come “Il Giornale” si sia prestato ad un’operazione provocatoria – ma non certamente scandalosa – dovrebbe far inalberare di collera più i suoi affezionati e fedeli lettori che si sono trovati a difendere un’opera indifendibile al loro stesso sguardo, arrampicandosi sugli specchi di un diritto alla diffusione della conoscenza storica, senza nemmeno prendersi la briga di chiarire perché qui e ora si è sentita l’urgente necessità di conoscere una simile storia. Un libro non fa paura. Paura, sempre, è chi appropriandosene lo diffonde come verità di un momento storico che della verità, della libertà e pertanto dell’intera umanità ha fatto un olocausto».

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