CRONACA

I COMMENTI La voce dei sindaci dopo l’ordinanza

Quarantena obbligatoria per chi si allontana dall’isola per più di 48 ore, blocco dei cantieri edili e chiusura dei cimiteri. Questo quanto prevede l’ordinanza firmata dai sindaci dell’isola di Ischia che, all’unisono, hanno adottato il provvedimento.

«La situazione legata all’emergenza si sta facendo sempre più grave. Per questo, come sindaci, abbiamo deciso di adottare tutti insieme questa ordinanza che stabilisce l’obbligo della quarantena per coloro che tornano ai Ischia dopo aver trascorso un periodo maggiore di 48 ore lontano dalla stessa. Ma dobbiamo essere chiari: pendolari, medici, infermieri e tutto il personale di servizio della sanità può tornare tranquillamente». Così il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino, commenta l’ordinanza rivolta anche nei confronti di coloro che hanno la residenza sull’isola pur vivendo sulla terraferma. Per loro, se vogliono venire sull’isola, c’è l’obbligo della quarantena.

«La nostra ordinanza – ha detto il primo cittadino di Barano Dionigi Gaudioso – rappresenta un ulteriore atto di prevenzione. Chi viene sull’isola deve essere controllato. Solo in questo modo possiamo provare a prevenire il più possibile il contagio». Ed ancora: «Abbiamo sospeso anche le attività sui cantieri edili in quanto, in virtù delle norme del Decreto del Presidente del consiglio dei ministri, non è possibile mantenere la distanza necessaria». I sindaci sono in contatto continuo e costante. Le videochiamate con gli smartphone non si contano. Per tutti loro una priorità: «Prevenire il più possibile il contagio».

E lo ribadisce il sindaco di Serrara Fontana Rosario Caruso: «Sono misure importanti. Ad alcuni possono sembrare anche drastiche, ma non lo sono dinanzi al bene supremo della salute. La situazione è seria. Purtroppo ci sono ancora delle persone che non l’hanno capito ed abbiamo meglio esplicitato alcune norme già comprese nel Dpcm». I sindaci sono in continuo contatto e sono pronti ad adottare ulteriori provvedimenti. La situazione è monitorata, ora per ora, giorno per giorno, e sono pronti ad intervenire. «Siamo pronti ad adottare ulteriori iniziative e a fare richieste alla Regione», ha detto Caruso. E spiega: «Chi, ad esempio, non può fare la quarantena nella propria abitazione dove vivono altri componenti della famiglia, ha bisogno di un luogo dove poter trascorrere le due settimane in isolamento. E stiamo pensando anche a questo».  

Non lasciano alcun dettaglio al caso i sindaci. «La nostra ordinanza nasce dalla volontà di prevenire ulteriori casi di contagi sull’isola. Non è una misura negazione, solo di prevenzione», spiega il sindaco di Casamicciola Giovanbattista Castagna. «La tensione resta alta. La misura è adeguata al momento anche se la situazione dovesse peggiorare, siamo pronti a porre in essere misure più ‘toste’», incalza Castagna. «Dobbiamo proteggere le nostre comunità», ripete. I sindaci stanno pensando ad ogni aspetto: «Abbiamo chiesto alla Regione di poterci indicare come fare per creare luoghi attrezzati per chi non ha dove poter fare la quarantena. Ed il Governo ha delegato i Prefetti a predisporre questi posti». Giovanbattista Castgna ha un cruccio: «Purtroppo non siamo stati bravi a fermare il virus. Se l’ordinanza del 23 febbraio  non fosse stata bocciata ad oggi, magari, potevamo contare zero casi sulla nostra isola. Ma con i se e con i ma la storia non si scrive e non ci resta che andare avanti e pensare alle nostre comunità, alla nostra gente».

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Più duro il commento del sindaco di Forio Francesco del Deo. «L’ordinanza appena adottata è nata dalla necessità. Ci sono dei casi sull’isola e dobbiamo alzare l’attenzione e le modalità prevenzione». Anche il sindaco di Forio, così come Castagna, non riesce a dimenticare ciò che è successo tre settimane fa quando l’ordinanza dei sindaci di Ischia venne bocciata. «Se fosse stata adottata l’ordinanza del 23 febbraio – ha detto – probabilmente, oggi, ci ritroveremmo in una situazione diversa. Addirittura credo che un’ordinanza simile bisognava in Lombardia e Veneto. Mi rendo conto, però, che con il senno di poi, è facile dirlo.

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 Ciò che sta facendo De Luca in questi giorni andava fatto sin dall’inizio in queste due Regioni del Nord Italia. Abbiamo l’esperienza della Cina che ci insegna come sia stata chiusa tutta la regione attorno a Whan. Per non chiudere il Veneto e la Lombardia, adesso è stata chiusa tutta l’Italia. Bisognava intervenire prima. Ma mi rendo conto che parlarne adesso, quasi non ha senso. Adesso dobbiamo pensare a stare isolati. Spero che presto la Regione possa fare dei campioni a tappeto. Solo così possiamo provare a tenere la situazione sotto controllo. Del Deo, poi, analizza la situazione presente al Rizzoli «un ospedale insufficiente per fronteggiare l’emergenza sull’isola». E spiega: «Sull’isola siamo 65mila abitanti e sono solo 9 i respiratori al Rizzoli di cui cinque in rianimazione, due in sala operatoria, uno in codice rosso e l’ultimo in ginecologia. Dobbiamo pensare che se si dovesse infettare l’1% della nostra popolazione significa che sono 650abitanti. E se dovesse infettare lo 0,01% ci ritroveremmo con 65 contagiati. Cifre assurde se consideriamo che il nostro ospedale ha 58 posti letto. Ed allora bisogna velocemente attrezzarci per far fronte a questa situazione». Del Deo chiosa: «Noi sindaci ci sentiamo costantemente ed abbiamo chiesto di poter far fare tamponi a chi è vicino ai casi già risultati positivi. E si tratterebbe già di decine e decine di persone. Noi facciamo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per fermare l’avanzata del virus sulla nostra isola. Non deve diventare un fenomeno incontenibile».  

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