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Gli storici pescatori del borgo “Rienzo” e “Giacomettiello” fanno rimpiangere la mitica pesca dei polipi fra gli scogli di ischia

Di  ANTONIO LUBRANO

I buoni ricordi dell’antica pesca dei polipi a Ischia, risalgono alla fine  dell’’800, tanto per non andare troppo lontano nel tempo, con uno storico pescatore dei preziosi  molluschi, quel Lorenzo Mellusi che nel Borgo di Celsa  tutti chiamavano Rienzo. Suo nonno, anch’ egli di nome Lorenzo e quindi Rienzo, era il pescatore di origini della famiglia Mellusi, padre di 10  figli quasi tutti dediti al lavoro della terra tra Soronzano e Campagnano  e soprattutto produttori chi di vino da esportazione, e chi di frutta e ortaggi portati per la vendita ai vari mercati ortofrutticolo di Ischia, Casamicciola e Forio. Nonno Rienzo  era considerato dai suoi colleghi e dalla gente del Borgo,  il pescatore di polipi e di altri pesci, più esperto operante nella Baia di Cartaromana  fra il Castello Aragonese, gli scogli di S. Anna e la Punta della Pisciazza. Solo qualche santangiolese forse lo affiancava, ma mai  lo superava. Possedeva un gozzo di 5 metri circa di colore grigio chiaro con l’intera  e spessa  bordatura, da poppa a prua, tutta rossa, un capace tridente chiamato in gergo ”lanzaturo”  e un “secchio” di rovere  con il fondo a specchio per scrutare il fondale marino. Attrezzature semplici ma fondamentali in dotazione,  per uscire in mare e  per andare incontro a polipi, seppie ed altro tipo di pesce a tiro,  e fare  buona pesca tutti i giorni,  per la quale si sentiva specializzato. Rienzo junior, più conosciuto di ultima memoria, sulla scia di suo nonno, si seppe conquistare maggiore popolarità facendo suoi, in lungo ed in largo,  i tratti di mare, specie sotto costa, che furono battuti dal vecchio congiunto, avendo per base di approdo e partenza la vecchia spiaggetta della Corteglia,  alla  estremità dell’attuale Piazzale delle Alghe a Ischia Ponte. Rienzo, personaggio  dal fisico minuto ed incallito con immancabile pipa accesa in bocca e copricapo d’epoca  paesana in testa, il suo gozzo con gli attrezzi per la pesca simili a quelli di suo nonno, lo aveva solitamente ancorato ad un largo scoglio davanti alla detta spiaggetta. Quello scoglio chiamato “ ‘A Prete  ‘e Rienz” esiste ancora ed è lo stesso  sul quale si appoggia il molo dei barcaioli che trasportano oggi i turisti a Cartaromana e ad altri luoghi della zona fino a San Pncrazio, e volendo fino ai Marionti. Lo storico scoglio è stato menzionato in alcune guide e libri su Ischia dal Mirabella (1953), dal Cervera (1957) e dal sottoscritto (1964) in una poesia pubblicata sulla rivista Dialetti D’Italia. Rienzo per la pesca dei polipi oltre al “ lanzaturo”  ed allo specchio per avvistarli,  faceva uso anche delle langelle di terracotta sistemate lungo una corda  in filiera di 20, 30 esemplari e calate al largo  su fondali sconnessi  con presenza di alghe e scogli sommersi. Questo tipo di pesca al polipo da langella, era praticato dai nostri pescatori fino a qualche tempo. Oggi non lo si usa più, perchè metodi più sbrigativi  e moderni ne hanno facilitato la cattura. A Rienzo, nell’antico Borgo di Ischia Ponte dopo,  col passar di molti anni, è succeduto  un altro storico pescatore che  gli assomigliava  tanto.  Si chiamava Giacomettiello vissuto fino agli anni ‘60, al secolo Giacomo Cigliano, anch’egli con buona prole e pescatore di polipi imbattibile lungo gli scogli del golfo aragonese tra il Castello e Cartaromana degli anni ’40 e ‘50.  Giacomettiello ha pescato polipi  di tutte le dimensioni entro certe misure naturalmente, per una vita intera. Sapeva scovarli di notte con la luce della propria vecchia lampara,  li avvistatva e li “lanzava” con maestria e cinismo. Giacomettiello  è stato “grande”  nel suo mestiere che lo praticava con estrema passione.  I suoi “concorrenti “ in zona,  nonostante  fossero attrezzati fino ai denti, non sono mai riusciti a tenergli testa. A Giscomettiello è poi successo con eguale bravura il figlio Giuseppe. La loro pesca  del polipo ed altro tipo di pesce  era sempre la più continua ed abbondante. Oggi è tutt’altra storia. Di Pescatori di  polipi alla Rienzo ed alla Giacomettiello  non se ne vedono in giro. Quei pochi privati appassionati di questo tipo di pesca, lo praticano  con la classica “purpara” da un molo o seduti su di uno scoglio. Al mattino al mercato all’aperto sulle barche di Ischia Ponte  ed a quello di Lacco Ameno, arrivano catturati con altre attrezzature più sofisticate e sicure. In proposito  bisogna dire che  Il polipo è uno degli animali marini più furbi al mondo ma, nonostante ciò, sono nate a suo discapito altre  tecniche di pesca specifiche per catturare il  polipo. Si può pescare : dalla riva ,dagli scogli , o dalla barca. Per pescare il polipo dalla barca occorre :una lenza spessa dello 0.80 o una corda di colore bianco (circa 100 metri) una “purpara”, uno straccio (o un sacchetto) possibilmente bianco, un piombo (il peso si sceglie in base alla corrente),una girella, e  a scelta una zampa di gallina o un pesce morto o un granchio morto. Il polipo può essere cucinato alla Luciana, in casseruola, affogato, all’insalata, ecc. C’è da leccarsi i baffi, per chi li porta.

                                                                                                                   antoniolubrano1941@gmail.com

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