CRONACA

Traghetto Caremar arenato per tre ore nel porto di Procida

E’ successo alla motonave Naiade, spinto in fase di ormeggio dal vento in un’area dalla profondità molto limitata. Per disincagliarlo si è reso necessario l’intervento dell’Adeona

Nella serata di venerdì, una nave diretta a Ischia è rimasta bloccata per circa tre ore nel porto di Procida, poiché era stata sospinta dal vento sul basso fondale. In particolare, il Naiade, partito da Napoli con 63 passeggeri e 14 veicoli, era entrato verso le 23 nel porto di Marina Grande per lo scalo intermedio e, durante la manovra di ormeggio, è stato probabilmente spostato dal vento da nord est verso un’area portuale dalla profondità molto scarsa. Tuttavia, per liberare l’imbarcazione, si è provato inizialmente a stendere due cavi d’ormeggio su altrettante boe di tonneggio del porto, che non hanno però retto alla manovra. Pertanto, la capitaneria di porto ha autorizzato l’intervento della nave Adeona, la quale ha disincagliato il Naiade rimorchiandola al centro del porto.

La vicenda ovviamente non ha mancato di suscitare dibattito e discussioni nell’isola di Arturo. Tra gli altri Giuseppe Giaquinto del Comitato Utenti Trasporto Pubblico Locale ha voluto rimarcare come “la disavventura capitata alla nave Caremar dimostra, ancora una volta, non solo l’ urgenza di escavo del porto di Marina Grande ma la necessità di garantire al territorio la dovuta attenzione per quelle che sono le infrastrutture necessarie ad accogliere in sicurezza milioni di visitatori. Nel 2009 la stessa nave Naiada della società Caremar, si adagiò sul fondale sabbioso del lato di levante del porto nel corso delle routinarie manovre di evoluzione in uscita. Successivamente incidenti simili sono capitati ad altri mezzi della Caremar, alla Gestour e alla Medmar con danni alle unità navali. Tutti causati dalla scarsa sicurezza del porto di Procida e dai fondali sabbiosi bassi in molti punti. Ma nonostante gli uffici regionali da oltre un decennio hanno provveduto a classificare il porto di Marina Grande Zona di Protezione Speciale (Z.P.S.), niente di concreto è stato fatto per fare entrare e manovrare le navi in sicurezza e garantire imbarco e sbarco ai passeggeri”.

Giaquinto ha poi aggiunto: “Tante le note che giacciono nei cassetti della Regione Campania da parte di Caremar, Gestour, Medmar, Comune di Procida dove si evidenziano diverse problematiche di governo registrate dai comandanti delle unità scalanti Procida, con mirato riguardo alla presenza di fondali, in specie sui fasci laterali di ormeggio in porto, estremamente ridotti. E allora, cara Regione Campania, il tempo della manciata di coriandoli, la programmazione di lustrini e pailettes non servono se non si garantiscono all’isola di Procida una sanità adeguata e funzionante e trasporti efficienti e sicuri. Un doveroso grazie da parte mia va agli ormeggiatori presenti sul porto e a quanti si sono prodigati per la buona riuscita delle operazioni”.

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Fabio

Non si può dragare il porto con un semplice secchio e corda? Perché bisogna fare sempre un mega progetto che deve per forza di burocrazia essere approvato da tecnici e regione? Mentre aspettiamo il medico il paziente muore!

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