CRONACA

UNA RICOSTRUZIONE RAPIDA E INDOLORE SAN GIOVANNI LEGNINI PENSACI TU

Casamicciola vive il momento più difficile del dopoterremoto, fra lentezze burocratiche, mancanza di Piani Urbanistici approvati ed enormi poteri delegati alla Regione e all’Autorità di Bacino. Non si demolisce, non si delocalizza, ma parecchi privati “incassano” il restauro conservativo anche nelle zone epicentro del sisma. Sei anni di Cas, cinque di hotels e c’è pure la frana. Un lavoro immane per il sagace e autorevole commissario Legnini, a cui molte magagne vengono nascoste

Un generale Figliuolo e Guido Bertolaso messi insieme; queste le caratteristiche del   Commissario straordinario alla Ricostruzione  per il terremoto del 2017 e della frana del 2022, prof. Giovanni Legnini,arrivato a Ischia nel febbraio  del 2022, dopo la parentesi Giuseppe Grimaldi (Emergenza) e Carlo Schilardi (Ricostruzione) per mettere ordine nel catastrofico viluppo organizzativo e  logistico creato da un commissario sprovveduto e inadeguato che, nella non breve parentesi di circa tre anni aveva creato sfracelli memorabili attraverso una catasta di ordinanze e decreti motivati da una parossistica convinzione di ristorare anche danni inesistenti ad attività commerciali e abitazioni niente affatto colpiti dal terremoto.

Una voragine finanziaria che aveva allarmato il Consiglio dei ministri deciso a voltare pagina nell’isola d’Ischia e affidare l’incarico della Ricostruzione ad un nuovo commissario nella persona di Giovanni Legnini, prestigioso uomo delle istituzioni (ex vice presidente del CSM e già commissario alla Ricostruzione nel Centro Italia) ritenuto idoneo nell’affrontare in termini concreti ed efficaci quella fase delicatissima della Ricostruzione post terremoto di Ischia. Promosso sul campo per tutta una serie di provvedimenti “ricostruttivi” (decreti per contributo lavori di ristrutturazione di immobili danneggiati dal sisma), lavori di consolidamento dei costoni montani e collinari, inizio pulizia alvei alluvionali, redazione di piani di assetto idrogeologico, smaltimento di migliaia di tonnellate di fanghi accatastati nell’area del Pio Monte della Misericordia e trasferiti altrove, dragaggio del porto di Casamicciola,  istituzione di un Ufficio Commissariale a Ischia, emissione delle prime Ordinanze di demolizione di edifici non suscettibili di restauro, conferma  delle sistemazioni alberghiere e di Autonoma Sistemazione e, fatto della massima importanza, il recepimento in toto delle Idee Progettuali  di un complesso urbanistico polifunzionale da creare al posto delle fabbriche dirute del Pio Monte della Misericordia, presentato alla Cittadinanza fin dal 2017 dall’Associazione Culturale  “Cristofaro Mennella” e dall’Agenzia di Stampa “Il Continente” (Vedi la firma di un preliminare fra l’Ente Napoletano, il Commissariato e il Comune di Casamicciola Terme per l’alienazione dell’ex Ospizio Termale in favore del pubblico demanio) il prof. GiovanniLegnini è stato designato anche commissario per la frana del  2022, riconoscendogli qualità adatte per affrontare -in contemporanea-  due disastri di portata eccezionale che hanno messo in ginocchio Casamicciola, ormai sull’orlo di una spaventosa crisi sociale ed economico-finanziaria che va producendo effetti devastanti sul  turismo,  commercio, industria termale e sul mercato del lavoro giovanile.

In concreto va sottolineato che per affrontare il problema ricostruttivo “generale” (anche per Laco Ameno e, marginalmente, per Forio) si dovrà procedere attraverso una strategia mirata, cioè ad un Piano di Dettaglio di tutti gli edifici verosimilmente danneggiati dal terremoto (in parte già individuati dalle schede Aedes) e distinti per categorie: A per le abitazioni da demolire, non essendo suscettibili di ristrutturazione e successiva delocalizzazione delle famiglie a carico dello Stato con acquisto di unità abitative sul mercato immobiliare isolano o assegnazione di alloggi da realizzarsi nel Pio Monte della Misericordia;B per gli immobili con danni meno gravi, ma ugualmente ricadenti in zona rossa sarà possibile ristrutturare l’edificio con spese a carico dello Stato, ma con l’eliminazione del terzo piano e la messa in sicurezza sismica equivalente  all’11° grado della Scala Mercalli;  C per quegli immobili con danni leggeri e distinti nella zona verde, a bassa intensità sismica e dunque suscettibili di restauro conservativo con spese a carico della Contabilità Speciale del Commissariato alla Ricostruzione, sempre con l’eliminazione del terzo piano e la messa in sicurezza equivalente al 10° grado della Mercalli. Non è una novità il suggerimento di cui innanzi perché nella città dell’Aquila e nei paesi del Centro Italia si sta procedendo alla Ricostruzione su questi parametri con buona pace per  tutti quegli scienziati che vorrebbero spianare il Maio e La Rita, e creare un campo profughi per mille persone magari accampate sotto le tende o nei moduli metallici per chissà quante generazioni (Nuovi rioni baraccati di mister Genala?). Il prof. Legnini, dopo aver ricevuto la pesantissima eredità della Ricostruzione, ha dovuto sobbarcarsi ad un’altra attività  di ricognizione dei territori colpiti dal sisma, organizzare una nuova struttura commissariale, consultare le “cartuscelle” accatastate nell’UTC dei Comuni di Casamicciola, Lacco e Forio, dare una spulciata agli atti partoriti da Carlo Schilardi e partire in quarta per incoraggiare in primis gli interventi di restauro conservativo degli immobili danneggiati dal sisma , direttamente da parte dei proprietari per poi liquidare il costo dei lavori a presentazione di idonea documentazione. 

Nel contempo Legnini ha aperto il fronte Ricostruzione mettendo mano ad una procedura del tutto particolare e che attiene ad una manifestazione volontaria di delocalizzazione da parte di quei proprietari le cui abitazioni ricadono nell’area epicentrale del terremoto (Zona Rossa del cratere) e che non sono suscettibili di restauro, né di ricostruzione in sito, stante l’accertata pericolosità del perimetro sismico. Secondo l’ordinanza firmata da Legnini il 21 luglio scorso,  gli interessati potranno avvalersi della possibilità di acquistare un’abitazione sul libero mercato immobiliare e richiedere il contributo alla struttura commissariale secondo parametri prefissati. Al contrario, per le delocalizzazioni obbligatorie, Legnini afferma che non è nelle sue prerogative, ma che la decisione spetta alla Regione attraverso la redazione e adozione di un Piano di Ricostruzione (ancora di la da venire!) a seguito di un “Piano Stralcio” dell’Autorità di Bacino. Infine il commissario potrà provvedere ad acquistare al patrimonio pubblico, edifici o aree esistenti o dismesse per realizzare programmi di insediamento a favore dei cittadini con immobili danneggiati da delocalizzare (vedi trattiva in corso con il Pio Monte della Misericordia). Naturalmente nella ordinanza rientrano anche i casi di edifici danneggiati dalla frana del 2022. Nel provvedimento commissariale sono anche disciplinati gli interventi demolitori da effettuarsi a cura degli interessati e con le relative spese a carico dello Stato. Ci siamo limitati ad una sintesi stringatissima della lunga ordinanza peraltro molto articolata e cosparsa di ostacoli burocratici che il Decreto- Legge n. 109/2018 ripropose a suo tempo,  come nella migliore tradizione italica.

A conti fatti è più facile scrivere queste “regole”, che metterle in esecuzione e in tempi piuttosto brevi. Difficoltà quasi insormontabili sul mercato immobiliare  isolano (si vendono ville favolose, palazzi inavvicinabili, ma anche casette come scatole di cartone e miniappartamenti da schifo), con costi elevatissimi degli immobili, pastoie edilizie peggio delle sabbie mobili per ottenere eventuali condoni e demolizioni volontarie…”impugnabili”,  allontaneranno notevolmente una Ricostruzione dai connotati particolari, come ha tenuto a definirli Legnini  nel corso dell’Audizione tenuta  presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati il 28 settembre. Il commissario ha parlato di ”Riforma organica da affrontare per la Ricostruzione post sisma nel nostro Paese. Legnini ha definito  Ischia come un “Caso particolare”, molto complesso e  “unico” anche per il verificarsi di terremoto e nubifragio in successione. “In ogni caso – ha concluso il commissario- le procedure avviate in  questi ultimi giorni e le risorse economiche di cui disponiamo ci lasciano ben sperare per l’avvenire”. Parole caute, avvedute e, perfino ottimistiche. Il prof. Legnini prosegue diritto per la sua strada deciso a tutti i costi a portare a termine la Ricostruzione generale di Casamicciola,  in parte di Lacco Ameno e marginalmente di Forio. Un augurio è d’obbligo, ma anche un sostegno morale e un’offerta di collaborazione di molte persone di buona volontà che lavorano silenziosamente (e gratis) per portare a soluzione, in tempi brevi,  un progetto complessivo di Ricostruzione che appare molto complesso e dai costi elevatissimi. Ritorneremo sull’argomento alla luce delle iniziative che Regione, Autorità di Bacino, Commissariato e Comuni interessati dovranno necessariamente intraprendere per  definire una volta per tutte l’assetto idrogeologico e un Progetto di Insediamento Residenziale Pubblico (ex Gescal), con superamento del Piano Paesistico, dei Piani Regolatori ormai caducati e dei Puc naufragati nell’indifferenza generale. Un’ultima notazione. Due aree pianeggianti, abbandonate da anni dalla famiglia Parodi e altri da identificare, ubicate in via Fundera,(zona  di alta mitigazione sismica e scarso impatto ambientale), potrebbero essere destinate  per  la  realizzazione di Edilizia residenziale pubblica, consentita dalla normativa in vigore sull’esempio di Amatrice, Ascoli Piceno, Amandola, Arquata…. Inutile trincerarci sempre sul solito leit motiv della “consumazione dei suoli”, quando ci sono  in ballo oltre mille persone da alloggiare stabilmente e decorosamente dopo le demolizioni e le delocalizzazioni. Genala nel 1883-84 costruì una decina di rioni con oltre mille baracche nell’immane tragedia del “Terremoto di Casamicciola”. Fu una sistemazione provvisoria che diventò definitiva per  la miseria dei tempi. Oggi si parla a vanvera di miliardi da destinare alle chiese, alle scuole da demolire (!), ad un museo fuori dal sisma, ma quando si adombrano le case da realizzare non ci sono soldi disponibili, né santi in paradiso da far intervenire. Il titolo di questo articolo è significativo:” San Giovanni Legnini pensaci tu!”.

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