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Varato il Decreto Ischia, primo step dal consiglio dei ministri

ISCHIA. Ci sarà tempo e modo per capire se e quali pregi presenta e dove invece lascia decisamente a desiderare. Ma partiamo da un presupposto: il cosiddetto Decreto Ischia, approvato ieri pomeriggio dal consiglio dei ministri, è un primo passo. Significativo, è vero, ma l’esame in Parlamento potrà restituirci un documento più o meno modificato. Nel frattempo, però, è opportuno cercare di capire quali possono essere le linee di indirizzo che riguardano la nostra isola. L’ultima bozza riferisce di contributi che possono arrivare fino al cento per cento delle spese per la ricostruzione degli immobili distrutti dal sisma del 21 agosto ma anche la possibilità di iniziare a realizzare in proprio i lavori qualora si siano subiti danni lievi, con il ristoro delle spese sostenute che avverrà in un secondo momento. Un passaggio che è praticamente speculare alla norma approvata per il terremoto del Centro Italia e che spiega non a caso che  “l’importo complessivo degli stanziamenti da autorizzare è determinato con la legge di Bilancio in relazione alla quantificazione dell’ammontare dei danni e delle risorse necessarie per gli interventi”.

Ci sono anche numeri e specifiche inerenti tutto quanto ha attinenza con la ricostruzione privata. I contributi in misura integrale riguarderanno gli interventi di riparazione, ripristino, ricostruzione, delocalizzazione e trasformazione urbana degli immobili di edilizia abitativa e ad uso produttivo e per servizi pubblici e privati, e delle infrastrutture, dotazioni territoriali e attrezzature pubbliche distrutti o danneggiati, in relazione al danno effettivamente subito; per gravi danni a scorte e beni mobili strumentali alle attività produttive, industriali, agricole, zootecniche, commerciali, artigianali, turistiche, professionali, ivi comprese quelle relative agli enti non commerciali, ai soggetti pubblici e alle organizzazioni, fondazioni o associazioni con esclusivo fine solidaristico o sindacale, e di servizi, inclusi i servizi sociali, socio-sanitari e sanitari, previa presentazione di perizia asseverata; per danni alle strutture private adibite ad attività sociali, socio-sanitarie e socio-educative, sanitarie, ricreative, sportive e religiose; per danni agli edifici privati di interesse storico-artistico; per gli oneri sostenuti per l’autonoma sistemazione, traslochi, depositi e per l’allestimento di alloggi temporanei. I lavori potranno essere effettuati attraverso il ricorso a finanziati garantiti dallo Stato, per un massimo di 25 anni, che daranno diritto ad un credito di imposta in misura pari, per ciascuna scadenza di rimborso, all’importo ottenuto sommando alla sorte capitale gli interessi dovuti e le spese strettamente necessarie alla gestione dei finanziamenti stessi. Attenzione ad una significativa postilla che riguarda i lavori da eseguire in proprio per danni lievi. Il documento spiega che il contributo potrà essere richiesto successivamente “purché le costruzioni non siano state interessate da interventi edilizi totalmente abusivi per i quali sono stati emessi i relativi ordini di demolizione, allegando o autocertificando quanto necessario ad assicurare il rispetto delle vigenti disposizioni di settore con particolare riferimento a quelle in materia edilizia, di sicurezza e sismica”.

L’ultima bozza era abbastanza chiara anche per quanto riguarda l’annosa questione relativa ai condoni ed alla materia edilizia, che dalle nostre parti è comprensibilmente abbastanza delicata. Nello specifico c’è un passaggio nel quale si riferisce che “Le domande di sanatoria pendenti alla data di entrata in vigore del decreto, presentate ai sensi del condono edilizio del 1994, dovranno essere definite per i comuni colpiti dal terremoto di Ischia entro il 31 dicembre 2019, facendo ricorso alla procedura semplificata prevista dalla legge regionale della Campania n. 10 del 2004.  La normativa in questione porta a sanare l’abuso attraverso un atto sostitutivo con il quale si indicano le caratteristiche dell’immobile oggetto della richiesta ed è peraltro la procedura che ha utilizzato il Comune di Casamicciola lo scorso anno per aprire l’iter in grado di portare al rilascio di una serie di concessioni edilizia in sanatoria.

Ovviamente il decreto legge Urgenze, che riguarda anche la città di Genova duramente provata dal crollo del Ponte Morandi, contiene allo stato dell’arte altre “postille” evidentemente significative. E tra queste certamente figura la possibilità di poter affidare i lavori di ricostruzione con procedura negoziata e senza passare per un bando di gara e questo anche con l’intento di rendere una serie di atti più snelli e veloci. C’è anche un capitolo dedicato alle scuole, che prevede che il commissario alla Ricostruzione abbia facoltà di “predisporre ed approvare, per gli edifici scolastici dichiarati inagibili, piani finalizzati ad assicurare il ripristino, per il regolare svolgimento fin dall’anno scolastico 2018-2019, delle condizioni necessarie per la ripresa ovvero per lo svolgimento della normale attività scolastica, educativa o didattica, in ogni caso senza incremento della spesa di personale, anche mediante contratti di locazione di immobili privati, nei Comuni colpiti dal sisma, nel limite di spesa di 250 mila euro su base annua”.

Gaetano Ferrandino

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