CULTURA & SOCIETA'

Villa Mercede: oggi la festa dei nonni, ma in forma privata

La decisione a causa del momento delicato vissuto dalla struttura, l’evento è un appuntamento fisso da 12 anni

La festa dei nonni di Villa Mercede si farà, ma in forma ridotta. Ad annunciarlo è stata Gianna Napoleone presidentessa del Comitato Unitario per il diritto alla salute. Il motivo è il momento delicato che la struttura ha attraversato nei mesi scorsi legato ai dieci lavoratori licenziati nei mesi scorsi dalla cooperativa Civitas che gestisce per conto del consorzio Nestore la struttura in grado di ospitare 29 degenti.

La vicenda ha visto anche da una grossa mole di stipendi non pagati, era stata affrontata in un recente vertice convocato dopo l’ennesimo corteo di protesta dei lavoratori che si era svolto il 29 maggio scorso. E così, quello che era un momento di festa per i degenti della struttura, ci sarà, ma in forma privata. L’evento fu istituito appena dodici anni fa, proprio per il 2 ottobre, giorno dei Santi Angeli. Protagonisti gli ospiti della struttura ai quali viene offerta l’opportunità di trascorrere una mattinata diversa dalle altre coccolati come sempre dal personale, e festeggiati dai volontari dell’Avo, dagli studenti del Telese e dal sempre presente Don Pasquale Mattera. Una mattinata che di solito era condotta in allegria grazie alla musica suonata, cantata e ballata. Ai giovani dell’Istituto Telese il compito di allestire delle tavole a tema autunnale dove veniva sistemato un ricco buffet. A ciascun nonno un donoda parte dei volontari Avo. In una delle sale interne, agli operatori il compito di allestire una mostra fotografica per raccontare tutte le attività realizzate dall’ l’arrivo del nuovo direttore sanitario della RSA, la dottoressa Angela Morsa che, dal reparto di medicina del Rizzoli, ha preso il comando della struttura. Uscite sul territorio, pizze consumate in compagnia e tanti sorrisi, quelli dei pazienti felici di poter vivere la loro isola insieme.

Altra mostra allestita è quella sulle favole, le stesse che i nonni sono soliti raccontare ai loro nipoti nei lunghi pomeriggi trascorsi insieme. Villa Mercede rappresenta un unicum per la nostra isola, non soltanto per l’opera realizzata al suo interno, ma anche per il giardino di Augusta pensato per i malati di Alzheimer e realizzato qui a Serrara Fontana per la prima volta in Campania. Inaugurato nel 2015, in occasione dei dieci anni della struttura, rappresenta una piccola oasi di pace in quel di Villa Mercede che appartiene a tutta la comunità, al di là della malattia. Il nome del giardino è stato scelto per ricordare la prima donna alla quale nel 1901 il dott. Alzheimer, diagnosticò quella malattia che prese il suo nome ed è un pergolato di glicine a indicare l’inizio di un percorso circolare segnato da due colori, il rosso e il giallo come a indicare al paziente la libertà di poter camminare all’aria aperta seguendo un percorso senza avere così il rischio di perdersi. É l’aromaterapia a guidarlo, infatti tra il profumo di rosmarino, basilico e la lavanda; l’olfatto è l’ultima cosa che un malato di Alzheimer perde. Tutt’intorno nessun muro, ma solo ringhiere per far sì che chi passeggia possa vedere il mare in lontananza, al centro del giardino la statua di una Madonna regalata loro dal Vescovo, poco più avanti un ulivo, l’albero della speranza, quella che i pazienti, pur essendo anziani non devono perdere mai. «Ognuno di noi è un angelo per qualcuno e gli anziani sono i nonni che custodiscono i nipotini. Molti anziani, però, restano senza angeli, spesso non c’è chi si prenda cura di loro. I nostri nonni sono angeli custodi e molte volte restano un po’ soli; dobbiamo imparare a prenderci cura di tutti, essere angeli che custodiscono la vita. I nonni sono come angeli anche quando ci danno dei consigli, la loro saggezza diventa luce sul nostro cammino». Fu questo il messaggio lanciato lo scorso anno da Don Pasquale Matteraprima di lasciare a tutti loro una benedizione speciale. Un appuntamento questa bella festa che rappresenta un modo per sensibilizzare la popolazione e far capire l’importanza che hanno per la società i nostri anziani: sono loro a custodire le storie più belle della vita.

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