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Viticoltura isolana: mal dell’esca, incuria e flavescenza tra le emergenze

Gianluca Castagna | Ischia – Non è solo la flavescenza dorata il killer della vite ischitana. Ne uccide di più il mal dell’esca, l’incuria e il mancato ricambio generazionale. A causa del quale i vigneti isolani rischiano anno dopo anno di diventare focolai di insetti, funghi e patologie varie che potrebbero mettere in ginocchio una delle eccellenze agroalimentari più note e antiche del nostro territorio.
E’ quanto emerso dal convegno “Problematiche della viticoltura a Ischia”, appuntamento promosso dall’Assessorato all’Agricoltura del comune di Ischia in collaborazione con l’Unità Territoriale di Napoli della Regione Campania. Appuntamento che segna la conclusione di un percorso che ha visto coinvolti decine di viticoltori isolani per il conseguimento dei tesserini abilitativi per l’uso di prodotti fitosanitari nella pratica agricola.
Un’occasione per porre l’accento, assieme all’assessore all’Agricoltura Pasquale Migliaccio e ai relatori intervenuti (Giampaolo Parente, Gennaro Galano, Giuseppina Gargiulo e Carlo Sardo), su quegli aspetti che più riguardano la coltivazione vitivinicola sostenibile: a partire da quello normativo, ad esempio, fino a illustrare come l’integrità e la salute dei vigneti isolani possa essere messa a repentaglio in diverse situazioni, originate da patologie, da insetti, dalla presenza di inquinanti, ma anche dall’attività antropica, quando l’uomo lavora male la terra o l’abbandona alla trascuratezza, alla sciatteria, al degrado.

Alla base di queste malattie o fitopatologie, come vengono chiamate in termini tecnici, possono esserci insetti, funghi o errori di coltivazione. Conoscere le singole malattie che possono colpire la vite, permette pertanto di intervenire con maggiore efficacia nella fase della malattia stessa e di implementare anche delle strategie preventive prima che la fitopatologia, talvolta incurabile, si manifesti e dilaghi in tutte le aree interessate.
Il servizio fitosanitario regionale ha compiuto indagini su tutta l’isola: monitorando, prelevando campioni di vite, portandoli in laboratorio e facendoli analizzare. Ma anche tendendo vere e proprie trappole agli insetti colpevoli di trasmettere una malattia da un esemplare all’altro. I dati non sono confortanti: Ischia ha una fitopatia importante. In tutti i comuni sono stati trovati esemplari di vite colpita dalla flavescenza dorata e in tutti i comuni sono stati trovati vigneti malcurati. Problemi che impegnano da tempo gli isolani in una dura lotta che negli ultimi anni sembra più difficile.
Riguardo al mal dell’esca, oggi è certo tra le più conosciute e diffuse “malattie del tronco” e rappresenta un problema sempre più grave per tutta la viticoltura mondiale, non solo quella locale.
A volte le piante colpite seccano all’improvviso (colpo apoplettico), ma anche quando la malattia si presenta in forma “cronica” la produzione è comunque compromessa e di solito la pianta viene estirpata. Non esistono rimedi contro l’Esca ma solo alcune buone norme di prevenzione: la sanità del materiale vivaistico (soprattutto le forbici di pota, la cui disinfezione è di fondamentale importanza), una buona tecnica di potatura che rispetti i percorsi linfatici ed eviti le grandi ferite, l’utilizzo eventuale di mastici medicati o di agenti di biocontrollo. Quando il vigneto è già compromesso dalla malattia, è consigliabile l’estirpo: in questa maniera si riduce la fonte di inoculo dei patogeni presenti a tutto vantaggio degli altri vigneti della zona ancora sani.

A proposito di estirpo, e di reimpianto, nel corso del convegno sono state illustrate ai presenti tutte le disposizioni di legge. Un corpus normativo all’apparenza piuttosto stringente (in termini di autorizzazioni e varietà consentite) ma che va a preservare l’identità della nostra viticoltura. Una sorta di liberalizzazione controllata che prevede, ad esempio in caso di ristrutturazione di un vigneto un aiuto fino a 16.000 euro per ettaro.
Nella fase conclusiva dell’incontro è stato spiegato il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Campania, finalizzato a stimolare la competitività del settore agroalimentare, garantire la gestione sostenibile delle risorse e realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato.
«Dalla vite la società isolana traeva (e trae, in modo diretto o indiretto), la maggior parte delle proprie risorse economiche – ha dichiarato l’assessore Pasquale Migliaccio – scandendo i propri ritmi di vita con le fasi di lavorazione della terra stessa. Una usanza, questa, ancora molto attuale in tantissime famiglie ischitane, tratto che rende la nostra società sempre più particolare e legata all’elemento “Natura” carica di storia e fatta di elementi che raccontano, con ogni dettaglio e sfumatura, l’evoluzione stessa della nostra società e della nostra economia, ancora profondamente contadina sotto vari aspetti. Certamente non possiamo più contare, in tema di produzione vitivinicola, sui grandi numeri dei decenni passati, però Ischia fa la sua parte con un prodotto di qualità. La direzione da seguire è perciò quella dell’agricoltura biologica che tiene conto di lotte integrate, più ecologiche e sempre meno chimiche. L’ambiente, con tutte le sue particolarità, è ciò che ci rende unici nel mondo, quel quid in più che fa del nostro territorio una tra le mete turistiche più amate ed apprezzate. Un patrimonio da conoscere e tutelare in modo costruttivo e divulgativo».

 

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