LE OPINIONI

Zenzero, curcuma e cannella le tre spezie magiche

Uno dei modi migliori per beneficiare dei principi dello zenzero è la tisana

Lo zenzero detto anche ginger, ha tantissime attività, la più studiata scientificamente è quella sicuramente contro il mal d’auto quindi antichinetosico. Si può assumere lo zenzero in tisana prima di partire. Può essere assunto anche in gravidanza sempre dietro consiglio del ginecologo. In questi casi utilizzarlo in estratto secco in polvere o capsule. Si può anche masticare, è un ottimo dentifricio, ottimo per curare le afte, o tutte quelle parodontopatie problematiche a carico delle gengive che portano appunto, poi a quelle che con l’età diventa un problema di tenere i denti in bocca in pratica non farli cadere. Uno dei modi migliori per beneficiare dei principi dello zenzero è la tisana. Anche in questo periodo di febbre di raffreddori, infatti, nel Nord Europa viene tanto utilizzato lo zenzero. Si può prendere la radice fresca tagliarla a fettine e tenerla a macerare nell’acqua in ebollizione per 10 minuti e poi consumarla magari dolcificato con un po’ di miele. Molti ci mettono, per tradizione scandinava, un po’ di menta e la scorza del limone. In questo modo facciamo bingo, perché ovviamente uniamo alle proprietà disinfettanti anche quelle antiossidanti e quelle organoletticamente piacevoli del limone e della menta. Quando invece vogliamo utilizzare lo zenzero a scopo alimentare, è molto noto lo zenzero nell’aceto di riso che si dà con il sushi. Nella nostra cucina lo utilizziamo nei biscotti. Il pan di zenzero lo possiamo aggiungere nella farina per profumare e dare un aroma natalizio. Quando è fresco, ha dentro molti filamenti e lì bisogna fare attenzione ma si può centrifugare semplicemente, ma sono fibre vegetali che possono essere consumate e aiutano la peristalsi. Quando è fresco contiene più gingeroli, ha un odore più pungente, invece quando è secco i gingeroli si trasformano in altre sostanze, sempre questi nomi impossibili, gli shogaoli. Sono prodotti di disidratazione dei gingeroli formatisi in seguito a cottura o essiccamento. I gingeroli e i prodotti che si generano in seguito alla loro disidratazione ossia gli shogaoli, costituiscono i principi attivi caratteristici che si trovano all’interno dei rizomi dello zenzero. Gli shogaoli hanno un odore un pò più acre, mentre quando è fresco è più pungente. Masticare lo zenzero potrebbe fare aumentare la pressione e chi ha problemi di pressione alta e deve limitarne il consumo. Per chi ha problemi di pressione bassa è un ottimo tonico adattogeno, per la ripresa dall’influenza. Non solo per i sintomi ma anche per la ripresa. Ha proprietà antiulcera, antiossidanti e antinfiammatorie.

I “presunti” effetti favorevoli dello zenzero, si ipotizza che lo zenzero:

  • abbia un effetto digestivo in quanto sembra stimolare la secrezione di saliva e di succhi gastrici e biliari
  • possa essere utile in caso di gastrite
  • favorisca la digestione
  • stimoli l’appetito
  • sia in grado di contrastare la formazione di gas intestinale, in quanto sembra sfavorire l’accumulo di tossine e la fermentazione causate dai batteri.

Controindicazioni

L’estratto di zenzero può essere responsabile di fenomeni irritativi gastroduodenali. Può aumentare l’attività di anticoagulanti orali, dei farmaci antinfiammatori e degli antiaggreganti piastrinici. Inoltre può interferire con farmaci antidiabetici e con calcio-antagonisti utilizzati nella terapia dell’ipertensione. Le reazioni allergicheallo zenzero in generale inducono eruzioni e, nei soggetti sensibili, lo zenzero può causare mal di stomaco, gonfiore, produzione di gas. La medicina orientale lo considera un antinfiammatorio naturale, ma non esistono studi che ne dimostrino l’efficacia nel contrastare i mal di testa lievi o i reumatismi.

Curcuma

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Accanto allo zenzero la cugina più stretta è la curcuma, famiglia delle Zingiberacee. La radice di curcuma è di colore arancione, in commercio si trova la polvere essiccata anche abbastanza frequentemente nei negozi e media alimentari e anche sotto forma d’integratore.

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Come utilizzare la curcuma fresca

La curcuma è un ottimo antiossidante ed è per questo che viene assunto in grande quantità, soprattutto nella tradizione orientale, però è anche un ottimo antiinfiammatorio. Infatti, nuovi studi scientifici hanno dimostrato addirittura un’inibizione delle cosiddette COX2, sono quegli enzimi che producono sostanze prostaglandine pro infiammatorie. Quindi nelle malattie reumatiche la curcuma ha un ruolo. C’è il latte e pepe, il golden milk che noi abbiamo ereditato dalla tradizione ayurvedica. Fondamentalmente il problema della curcuma è che i suoi principi attivi, quelle sostanze che arricchiscono a livello terapeutico la curcuma sono liposolubili e hanno una scarsa biodisponibilità e per aumentare dobbiamo scioglierla in qualche cosa di grasso, come il latte. E aiutare poi con il pepe che aiuta l’assorbimento e anche l’azione di inibire il secondo passaggio epatico. Cioè la degradazione dei principi attivi della curcuma da parte del fegato. Su Internet si legge che ci sono state molte polemiche riguardo la curcuma, anche per l’uso che se ne faceva a livello epatotossico. Fondamentalmente la circuma come tutte le piante ha delle controindicazioni. Per esempio, chi soffre di problemi di calcoli o di sabbia biliare deve astenersi dall’assunzione della curcuma e anche del curry bisogna fare attenzione perché c’è la curcuma, per cui bisogna astenersi o limitarla a un uso alimentare ma non sotto forma d’integrazione. Le ricerche sull’uomo hanno testato l’assenza di effetti collaterali fino ad un consumo di 8-12 gr al giorno di curcuma in polvere, quindi non consigliamo di eccedere nel consumo di 3-4 cucchiaini al giorno della spezia.

Controindicazioni

Dati i suoi effetti diretti a livello epatico e non solo, la curcuma è controindicata: nelle calcolosi e stasi biliari; nei pazienti con alterati parametri di coagulazione e in trattamento con farmaci anticoagulanti (aspirina, ibuprofene, eparina e warfarina); in stato gravidico; in soggetti che assumono insulina o analoghi è consigliato consultare il medico curante.

Cannella

L’ultimo parente, che non è più una radice ma una corteccia che profuma, è tolta dall’albero zeylanicum e viene arrotolata e poi essiccata. Oltre a profumare ha anche un’azione disinfettante su molti funghi e su alcuni virus, ha anche un’azione ipoglicemizzante conclamata, tant’è vero che è stata molto studiato l’utilizzo della cannella come ipoglicemizzante. Possiede due sostanze che mimano l’insulina quindi, addirittura ha un’azione insulino simile. In uso alimentare possiamo assumere la cannella tranquillamente. Se lo utilizziamo come integratore per abbassare la glicemia dobbiamo comunque rivolgerci al medico curante. Eccezionali sono gli effetti che ha sul nostro organismo in poco tempo che possono essere riassunti così:

– migliora la digestione e facilita il lavoro dell’intestino

– contrasta la nausea e il mal d’auto soprattutto se assunta sotto forma di tisana

– regola i livelli di zucchero nel sangue

– migliora la circolazione

– disinfetta il cibo su cui è spolverata e quindi impedisce la proliferazione batterica e virale

– diminuisce i dolori, in particolare quelli dovuti ad artrite ma anche al ciclo mestruale

– allevia il mal di gola

– migliora la memoria e le funzioni cognitive

– rafforza il sistema immunitario

– previene la formazione di cellule tumorali

– dona energia e rivitalizza il corpo

– contribuisce a bruciare i grassi e dunque a buttare giù i chili di troppo

Si può semplicemente utilizzarla ogni mattina versandola nel vostro caffè, tè, latte o bevanda vegetale.

Controindicazioni

Meglio evitare ad esempio se si soffre di morbo di Crohn o malattie del fegato. La cannella contiene cumarina una sostanza moderatamente tossica per fegato e reni. E’ quindi da evitare l’utilizzo significativo di cannella in caso di ridotta funzionalità epatica e renale. Non consumare quotidianamente in caso di gravidanza o allattamento.
Un uso smodato di cannella può provocare allergie, avvelenamento, ulcere, irritazione delle mucose dell’intestino e allergie.

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