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«La camorra può guardare con interesse agli appalti sull’isola d’Ischia»

Che la nostra non sia certamente più un’isola felice, lo andiamo ormai dicendo da tempo. Ma il degrado che la stessa sta pian piano conoscendo abbiamo l’impressione che non venga tenuto in debita considerazione dallo stesso tessuto sociale che vive il territorio, incapace a nostro avviso di percepire come quella spia da “allarme rosso” sia già scattata e da un bel pezzo. In fondo gli episodi di cronaca giudiziaria che negli ultimi tempi hanno decisamente scosso la nostra isola, facendola finire al centro delle attenzioni del mondo mediatico in alcuni casi addirittura nazionale ed internazionale, non potevano avere la prevedibile e negativa reazione a catena. E lo si evince, in maniera purtroppo traumatica, dalla relazione del ministro dell’Interno al Parlamento relativa all’attività del primo semestre dello scorso anno ed ai risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia. Un documento articolato, composto da ben 308 pagine, nel cui purtroppo c’è spazio anche per la nostra terra.

Succede nel capitolo in cui si parla della Provincia di Napoli, un realtà dove il quadro della situazione viene genericamente definito in maniera lineare ed esaustiva: “La progressiva polverizzazione di alcuni storici e radicati clan camorristici connota anche il panorama criminale della Provincia di Napoli, determinando, di fatto, un contesto composito: da un lato gruppi che, nonostante l’azione di contrasto delle forze di polizia, riuscirebbero a restare compatti, mantenendo il potere economico sul territorio; dall’altro, clan eterogenei – con una capacità criminale limitata rispetto ai primi – che si aggregherebbero in funzione del perseguimento di attività specifiche. Le dolenti note iniziano nel momento in cui si apre il capitoletto riservato all’area flegrea ed alle isole del Golfo di Napoli. Si parla della presenza del clan Pariante tra Bacoli e Monte di Procida e poi si legge testualmente: “Nelle isole di Ischia e Procida non si registra una stabile presenza di sodalizi camorristici. Tuttavia, il coinvolgimento di amministratori, imprenditori e dipendenti pubblici in recenti attività giudiziarie che hanno fatto emergere anche episodi di corruzione, potrebbe esporre i territori alle mire dei gruppi camorristici, soprattutto con riferimento alle gare di appalto”.

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