CRONACAPRIMO PIANO

Catturata a Ischia la “Manager” del Meretricio

Gli agenti del commissariato di polizia hanno fermato a Sant’Angelo la 51enne cinese Xi Shaoju: sul suo capo pendeva un’ordinanza di custodia cautelare per sfruttamento della prostituzione. Ecco come aveva messo su un’industria del sesso a a pagamento a Roma

Si trovava sull’isola per trascorrere qualche giorno di vacanza. E per farlo aveva scelto la sempre suggestiva cornice del Borgo di Sant’Angelo. Non immaginava evidentemente che – nel momento in cui avesse fornito il documento di riconoscimento alla reception dell’albergo nel quale alloggiava per il rituale check in – sarebbe finita immediatamente ad essere “attenzionata” dalla polizia. Anche perché la 51enne cinese Xi Shaoju non era una turista qualsiasi, ma era ricercata dopo che nei suoi confronti era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Nello specifico la donna di origine era orientale era ritenuta responsabile del reato di cui all’art. 3 n. 1, 3, 4 e 7 legge 75 del 1968 “per aver sfruttato, favorito o comunque tollerato la prostituzione di persone di sesso femminile di etnia orientale tra cui tali Elena, Lilli e Lisa all’interno dell’esercizio pubblico sito in via Sebastiano Ziani 2 a Roma comunque gestendo la casa di prostituzione ivi ubicata, in particolare intrattenendo i contatti telefonici con i clienti accogliendo i clienti e indirizzandoli alle prostitute, pubblicizzando il centro massaggi”. Reati che per la cronaca erano stati commessi nella capitale a cavallo tra il 2017 e il 2018.

Quando gli agenti del commissariato di polizia di Ischia, guidati dal vicequestore Ciro Re, hanno compreso chi si trovava a godersi la tintarella sull’isola, a quel punto non hanno esitato e ovviamente si sono mossi in maniera coordinata e concertata pianificando il modo in cui bloccare la turista cinese senza lasciarle alcuna possibilità di sfuggire alla cattura. E in effetti il personale a disposizione del vicequestore Ciro Re è perfettamente riuscito nell’intento. La donna è stata fermata e condotta presso gli uffici del commissariato di via delle Terme dove è stata sottoposta agli adempimenti di rito. Successivamente è stata trasferita a Roma per scontare gli arresti domiciliari presso l’abitazione di una sua connazionale. Ovviamente gli investigatori hanno indagato anche per cercare di capire se realmente la permanenza di Xi Shaoju sul territorio isolano fosse dovuta soltanto a motivi di relax e di svago e non perché intendesse mettere su l’illecita attività di sfruttamento della prostituzione anche in una realtà turistica particolarmente affollata soprattutto nel mese di agosto. Ma la donna aveva prenotato il soggiorno da martedì fino ad oggi, insomma a Ischia sarebbe rimasta davvero poco. Al momento della cattura si trovava in compagnia di un amico, di nazionalità non orientale, che ovviamente è risultato estraneo alla vicenda non essendo compreso tra i soggetti indagati (che nell’attività compiuta a Roma sono stati più di uno, per la cronaca): tra l’altro, ai poliziotti l’uomo – non è dato sapere se per tirarsi fuori o davvero con sincerità – ha spiegato di non essere al corrente della situazione in cui si trovava la 51enne cinese su cui gravava un’ordinanza di custodia cautelare.

Dopo gli adempimenti di rito, la donna è stata condotta a Roma: resterà ristretta presso l’abitazione di una sua connazionale. Con lei altri cinque indagati

Per rendere l’idea della persona finita in manette a Ischia basti pensare che in questa dettagliata indagine compiuta a Roma sono indagati per reati analoghi a quello contestato alla cinese anche Duan Xiuvan, Liu Li, Zhou Liyu, Shuang Xiaochan e Rocco Pagano. Di fatto Xi Shiaoju era a capo di un’organizzazione che non operava soltanto in via Sebastiano Ziani ma almeno in altri due punti della capitale e non è tutto perché di fatto attraverso l’utilizzo di siti specializzati per incontri “hard” ma anche di pubblicità sui giornali e siti on line oltre che profili social veniva sponsorizzata l’attività di “massaggi” che altro non era che un paraventi per mettere a disposizione della clientela interessata un determinato numero di prostitute. Non a caso il gip nella sua ordinanza ribadisce tra l’altro che “dalle intercettazioni telefoniche e ambientali emergono elementi certi e inequivocabili circa lo svolgimento dell’attività di prostituzione all’interno dei predetti centro massaggi, con l’attiva collaborazione da parte degli indagati. Dalle indagini infatti è emerso inequivocabilmente come dietro apparenti centro massaggi in realtà si nascondevano delle case di prostituzione, con tolleranza quindi da parte degli odierni indagati di ragazze di etnia orientale che si prostituivano all’interno del centro, essendo infatti emersa la conoscenza da parte di costoro del compimento di atti sessuali a pagamento effettuati dalle ragazze al termine dei passaggi”. E ancora: “L’attività in esame era volta altresì a favorire la prostituzione da parte di donne orientali con contestuale procacciamento di clientela mediante anche pubblicazione su siti internet. Alcun dubbio infine sussiste con riferimento altresì ad uno sfruttamento della predetta attività di prostituzione avendo tratto gli indagati una utilità economica dalle prestazioni di natura sessuale fornite all’interno dai predetti centri massaggi da parte delle ragazze. I soggetti che contattavano il numero monitorato sono tutti uomini che chiedono esclusivamente delle prestazioni sessuali, facendo riferimento ad annunci su internet con esplicite fotografie di ragazze giovani in abiti succinti e spesso in pose inequivocabili.

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antonio

Si catturano gli animali non le donne

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