IL CASO Arriva il “terremoto” nella chiesa isolana

DI CESARE BARONIO

Era nell’aria, Mons. Gennaro Pascarella ha fatto deflagrare la prima bomba e l’esplosione si è sentita fino ad Ischia ponte.Il borgo antico di Ischia perde la sua parrocchia che sarà trasferita al convento di Sant’Antonio alla Mandra e la rettoria dello Spirito Santo andrà sempre ai frati. Gli anni di lavoro pastorale assiduo e fruttuosi dell’attuale parroco non sono stati tenuti in considerazione. Questo era prevedibile visto l’atteggiamento ostile dell’anziano Vicario Iovene, mente oscura di tutto ciò che di negativo ha provato la diocesi d’Ischia in questo decennio.Il consiglio presbiterale ha dovuto apprendere la notizia a cose fatte, alla faccia della sinidalita, tanto cara a Papa Francesco. I malumori si fanno sentire tra il clero e l’aria si fa rovente. Di certo non è quello che si augurava Pascarella, quando il suo predecessore gli consegnava la Diocesi un anno fa presentandogli un ambiente tranquillo, tutto rose e fiori. Invece Monsignore ha dovuto scoprire da solo il disagio di un presbiterio diviso da veti e faide messe in essere dalla mente oscura che ora cerca un corridoio salernitano per arrivare a Roma Si! Avete capito bene.

Il guerrafondaio, come lo chiamava Mons. Max, quello che ha voluto e lavorato per la distruzione della diocesi, di due preti, di due seminaristi, di due diritti di patronato e che mantiene un presbiterio diviso. Quello che ha tenuto Lagnese sulla graticola per realizzare la sua agenda diabolica.Dunque oggi si apprende la notizia di ciò che sarà a breve il destino del Ponte, domani vedremo cosa ne sarà delle altre 24 parrocchie e di cosa bolle nella pentola di Pascarella. Di sicuro ora deve sistemare il gruppo focolarino, se non sarà zuppa sarà pan bagnato.