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Tra la pioggia la deposizione dei fiori sulle macerie del Majo

Di Isabella Puca

Casamicciola – È una leggera pioggia ad aver accompagnato il corteo verso la chiesa del suffragio, lì dove un anno fa perse la vita Lina Balestrieri. Poco più avanti, sotto le macerie, esaló il suo ultimo respiro anche Marilena Romanini che, sull’isola che aveva scelto di vivere, ha trovato la morte. Nella zona rossa é rimasto tutto fermo a quella maledetta sera di un anno fa. Le forze dell’Ordine in alta uniforme attendono i sindaci di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio. Con loro il vice premier Luigi Di Maio accompagnato dal suo entourage. Poco più in là il commissario per la ricostruzione l’ex Prefetto Schilardi e l’architetto Grimaldi. Il silenzio è surreale, si sentono solo i passi di quei pochi che hanno deciso di partecipare a questo triste momento, il rumore dei click dei fotografi, molti giornalisti e qualche terremotato che urla “faremo la fine di Genova”. Mentre si scende da Piazza Majo verso La Rita, i cancelli delle case sono chiusi così come le persiane, qualche cane abbaia e si cammina tra le macerie. In pochi arrivano sotto al campanile della Chiesa chiusa. È lì che si depone una corona di fiori per poi dar vita a un lungo minuto di silenzio. L’ultima preghiera alla Madonna del Suffragio fu quella di Lina Balestrieri. Gli uomini delle Forze dell’ordine tolgono il cappello in segno di rispetto, chi aveva con sé l’ombrello lo chiude per lo stesso motivo. È il momento del ricordo e dinanzi al dolore non si teme neppure la pioggia. Un lungo applauso scioglie il silenzio, “buon segno. Ho trovato la figura del Papa”. È il Sindaco di Casamicciola, Giovan Battista Castagna a parlare. Stringe tra le mani quel prezioso cimelio ritrovato tra le macerie per poi metterlo in tasca, quello appena trascorso è stato per lui un anno davvero difficile.  La risalita verso piazza Majo é lenta, ci si guarda intorno mentre su tutta l’isola continua a piovere. Altrove la vita scorre normale, non ci sono tristi anniversari da celebrare. Arrivati in piazza Majo il corteo fa fatica a sciogliersi, qualche terremotato si avvicina, vuole parlare con Di Maio come una signora che, come solo una nonna farebbe, gli stringe il volto tra le mani e gli parla occhi negli occhi.  Di Maio le bacia le mani e la rassicura  “le prometto che presto avrà la sua casa”. Intanto il cielo si fa sempre più plumbeo, i lampi più vicini e il temporale più incombente. In piazza, tra le crepe di un palazzo, è affisso un manifesto. Si legge “follow your dreams” segui i tuoi sogni, una scritta che però appare cancellata, come il sogno di chi avrebbe voluto vedere piazza Majo tornare a vivere prima di un altro 21 agosto.

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