CULTURA & SOCIETA'

120 ANNI FA SULLA BANCHINA CENTRALE DEL PORTO DI ISCHIA SI INNALZO’ IL MONUMENTO AL REDENTORE E A ISCHIA PONTE FU APPOSTA SULLA FACCIATA DELLA CASA NATALE LA LAPIDE MARMOREA IN RICORDO DELLA NASCITA DI SAN GIOVAN GIUSEPPE 

OGGI DOMENICA 26 NOVEMBRE LA CHIESA CATTOLICA FESTEGGIA LA SOLENNITA’ SI GESU’ CRISTO RE DELL’ UNIVERSO - LA STORICA TESTIMONIANZA DEL VESCOVO DI ISCHIA DEL TEMPO SUA ECCELLENZA MONS. MARIO PALLADINO: “ LE BELLE ARMONIE DELLA FEDE HANNO COSÌ UNA NOTA SIMPATICISSIMA ED I DUE MONUMENTI, MENTRE SONO OMAGGIO DI FIGLI DEVOTI, SARANNO SCUOLA PERMANENTE ALLE NUOVE GENERAZIONI ISOLANE. COSÌ LA RIDENTE CITTADINA DI ISCHIA È MESSA IN UNA CORNICE CHE NE FA ANCHE PIÙ E MEGLIO RISPLENDERE LE BELLEZZE ED È PER ESSA SCUDO DI SICURA DIFESA E SEGNACOLO DI SICURE GLORIE: GESÙ REDENTORE, DAL PORTO, INNALZA MAESTOSA LA CROCE A DIFFONDERE LO SPIRITO DEL VANGELO, CHE È RISURREZIONE E VITA PER TUTTE LE APPARTENENZE SOCIALI; E GIOVAN GIUSEPPE, DALL’ALTRO LATO, UMILE ED ALTO NELLA SUA GLORIA, RIPETE ALLE NUOVE GENERAZIONI IL GRIDO DEI SECOLI: - ANDATE A LUI !”.

Oggi domenica del Signore 26  novrembre, secondo il calendario liturgico la chiesa cattolica festeggia la solennità di Cristo Re dell’universo. La ricorrenza cade a pennello per  ricordare in questa domenica speciale un evento religioso di riferimento importante voluto  e compiuto dalla chiesa di Ischia del tempo. Infatti, centoventi  anni fa e passa, agli inizi del mese di  novembre del 1903, esattamente l’8 e il 9 sulla banchina centrale del Porto d’Ischia, davanti alla Reale Chiesa di Portosalvo,  ed in via Luigi Mazzella ad Ischia Ponte, gli ischitani del tempo, esultanti,  plaudirono all’inaugurazione del monumento dedicato a Gesù Redentore Re dei mari, innalzato sulla banchina centrale del Porto borbonico ed alla collocazione di una lapide marmorea  sulla parete esterna della casa natale di San Giovan Giuseppe della Croce in ricordo della sua venuta al mondo.

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Furono due avvenimenti di grandissimo rilievo per la storia e per la religiosità dell’intera comunità isolana. Quegli eventi distinti ma collegati fra loro per spirito religioso e devozionale, furono ignorati dalle autorità in occasione del loro primo centenario del  passato 2003, e con tanta indifferenza ancora oggi, a 120 anni suonati  di distanza, si continua s far finta di niente, quando al contrario, sarebbe stato  doveroso già dieci anni fa  rievocarne pubblicamente lo storico avvenimento, in omaggio e rispetto di una importante  iniziativa che ebbe vasta eco anche fuori dell’isola. Ciò è dimostrano dai   numerosi attestati di partecipazione soprattutto per  il monumento al Redentore.  pervenuti al Vescovo di Ischia del tempo  Mons. Mario Palladino da parte del Papa Leone XIII e del suo successore Pio X (nello stesso anno 1903 morì il Papa Leone XIII e fu eletto il nuovo pontefice nell’augusta persona del Patriarca di Venezia, per l’appunto Pio X), di Cardinali, Vescovi, artisti intellettuali di tutta Italia raccolti e riportati in una  speciale pubblicazione a numero unico uscita  pochi giorni dopo le due festose  e solenni cerimonie dell’inaugurazione del monumento al Redentore e della lapide marmeorea per la nascita del santo concittadino direttamente curata dal Vescovo poeta e scrittore isolano Palladino. Correva l’Anno Santo proclamato dalla Chiesa di Roma con tutta la solennità che lo  straordinario evento richiedeva.  In molti paesini e città italiane la storica assise cattolica veniva  celebrata glorificando il simbolo maggiore della cristianità universale, ovvero la Croce o addirittura la statua del Cristo Redentore innalzandoli nei punti centrali delle proprie piazze e sulle vette dei propri monti a perenne testimonianza della propria consolidata fede.

Ischia attraverso l’opera spirituale del suo pastore Mons.  Palladino dedica a Gesù Redentore un maestoso monumento che per quel tempo rappresentò l’orgoglio cristiano delle genti isolane. La sua collocazione in ”riva” al caratteristico porto borbonico a soli 49 anni (1854) dalla sua storica apertura è carica di significati ed è presenza indicativa e rassicurante per tutte le genti del  mare, tra naviganti, pescatori e marinai. La prima pietra del Monumento fu posta il primo marzo di quell’anno del Signore e con essa l’epigrafe conservata  in un astuccio di ferro murato ad imperituro ricordo di quell’opera magna. L’epigrafe recitava così: “Il giorno 1° Marzo 1903 fu posta questa prima pietra del monumento a Gesù Redentore  Re dei mari col festivo concorso del Vescovo del clero del popolo che nel Giubileo Pontificale  di Leone XIII vollero insieme glorificare Cristo e il suo vicario”. Otto mesi dopo, ossia l’8 novembre,  a lavori completati, ebbe luogo la solenne cerimonia della inaugurazione della statua del Redentore posta alla sommità della massiccia stele a guardia della immensità del mare e del Porto d’Ischia, rifugio ed approdo di ogni nave di linea e di passaggio lungo le amiche coste. La cerimonia, come dimostra la rara e storica foto dell’epoca che qui affianco pubblichiamo, registrò  una imponente partecipazione di folla con vistosa presenza di numerose autorità civili, militari e naturalmente religiose, con in testa il Vescovo Mario Palladino e l’intero clero isolano in cui già si facevano strada due giovani ed esemplari sacerdoti locali, l’ischitano di Villa Bagni Onofrio Buonocore ed il foriano del Soccorso Luigi Lavitrano.

Fu festa grande sul porto d’Ischia in quel lontano e radioso giorno di novembre di centoventi anni fa, dove nell’aria aleggiava una sorta di profumo marino, tipico dei nostri lidi, ma ancor più carico per l’intenso rapporto che il mare ha sempre avuto con  la gente d’Ischia, la stessa accalcata sulla banchina del porto  per  salutare l’insediamento del Redentore Re del mare. Le cronache dell’epoca parlano di uno spettacolo di folla  delle grandi occasioni passato alla storia come secondo soltanto alla festa che si organizzò per l’apertura del Porto d’Ischia sebbene vi mancassero il Sindaco, la Giunta e l’intero Consiglio Comunale per protesta, perché ritenevano, a quel tempo, che la trasformazione del vecchio lago in porto non avrebbe apportato nessun beneficio allo sviluppo del paese. Ebbero torto, perchè i vantaggi di quell’opera pubblica proiettata come è stato verso il futuro, apparvero evidenti già da subito. Con un porto a prova di sicurezza come quello di Ischia appena nato, l’isola potè intensificare il suo traffico marittimo con la costa dirimpettaia e produrre rapporti commerciali di migliore profitto. Il tutto con la benedizione continua  di Gesù Redentore onorato e glorificato con uno svettante monumento che a distanza di cento venti anni e passa  vigila imponente ancora sul porto e ci protegge dai sobbalzi a volte impietosi di una  natura non sempre sorridente. La storia ci ha consegnato il ricordo di un evento di grande incidenza  sociale e spirituale che va affiancato ad un altro momento di fede e devozione verso il proprio Santo concittadino Giovan Giuseppe della Croce,accaduto nello stesso anno del Signore 1903,  esattamente il giorno dopo la festa per il Redentore.

Infatti il 9 novembre di quell’anno il Vescovo Mons. Mario Palladino fece apporre sulla facciata esterna della casa natia di San  Giovan  Giuseppe in Ischia Ponte una lapide così citata nella speciale pubblicazione da lui diretta :“ Ed  è bene che questo ricordo marmoreo  per la casa natia del  Santo sorga contemporaneamente alla statua  del Redentore  nel porto. Le belle armonie  della fede hanno così una  nota simpaticissima  ed i due monumenti, mentre sono omaggio di figli devoti, saranno scuola permanente alle nuove  generazioni isolane. Così la ridente cittadina  di Ischia è messa in una cornice che ne fa anche più e meglio risplendere le bellezze ed è per essa scudo di sicura difesa e  segnacolo di sicure glorie: Gesù Redentore,  dal  porto, innalza maestosa  la Croce  a diffondere  lo spirito del Vangelo, che è risurrezione  e vita per tutte le appartenenze sociali; e Giovan Giuseppe, dall’altro lato, umile ed alto nella sua gloria, ripete alle nuove generazioni il grido dei  secoli: – Andate a Lui !”.  Ischia oggi rinverdisce questi ricordi, ma  non si abbandona festante alla solennità delle due ricorrenze. Lascia al tempo conservare il tutto incurante però del fatto che l’usura può rovinare le fondamenta. Anche per questa ragione appare opportuno oltre che utile dal punto di vista dell’immagine, che il Redentore con tutto il pesante basamento venga trasferito sulla rotonda in mezzo al porto d’Ischia. E’ una nostra vecchia proposta che qui rilanciamo riproponendola all’attenzione del Sindaco di Ischia Enzo Ferrandino e la sua Giunta ammistrativa. La storia quando  si riscrive, specie con fatti ed idee nuove, significa che la società civile cammina e guarda avanti.

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