LE OPINIONI

IL COMMENTO Svendesi Ischia

DI LUIGI DELLA MONICA

Nel giorno della celebrazione mondiale del “Made in Italy”, terza parola più cliccata al Mondo sui motori di ricerca, il mio sdegno si sofferma sulla pubblicità online di un tour operator, il quale si ostina ad offrire in altissima stagione soggiorni per sette notti, pensione completa, in un albergo isolano a circa 450 euro per persona. Vedete non è questione di pubblicità comparativa, ma chi vi scrive è stato alloggiato nel 2022 a Marina di Ugento Puglia, area Salento, nel periodo omologo, a circa 1000 euro per persona in una doppia sbandierata come una tripla, in una struttura definita a 4 stelle, che ne meritava in realtà appena 3, che al cospetto il Maricentro MM di Taranto era un hotel di tutto rispetto. Un piccolo aneddoto. Pensate che al bar, dove si vedeva lo stesso barista, nulla contro di lui per carità, dalle 8 del mattino alle 1 circa del mattino seguente, alla richiesta: “Mi dà cortesemente un digestivo?”, seguì risposta: “Vuole uno Jägermeister?”. E su, nel cuore del Sud un amaro tipico austriaco? A 45 gradi di temperatura esterna? Questo è il livello medio-alto di servizio turistico comparativo in Salento, che ormai gode di un marketing inarrestabile.

Tutti felici, io in testa, per le dichiarazioni di certificata pulizia delle acque isolane nel 2024, ma nessuno sa, oppure non vuole sapere come adottare contromisure per l’imminente assalto dei diportisti pirati e delle schiume invasore dalla terraferma, che a seconda dei venti lambiscono Ischia o Maronti/Forio… Una delegazione di concessionari balneari si è recata a Roma per implorare alla Meloni la proroga, ma ahinoi la Premier italiana nulla potrà a fronte del termine perentorio del 31 dicembre 2024: il Piave mormorerà: avete fatto passare lo straniero! Se il Governo in carica dovesse bypassare la Bolkestain ed io francamente me lo augurerei, l’Italia sarebbe definitivamente tacciata di infrazione e ne deriverebbero multe salatissime; io sarei anche disposto ad auspicare il pagamento di queste sanzioni pecuniarie, ma al punto in cui siamo giunti, di come ci strozza l’Europa, su tanti punti di vista, ora mi sto riferendo ai balneari, ma si potrebbe scrivere un’enciclopedia sull’agricoltura, non siamo nella condizione di poter sostenere ulteriori costi. L’unica medicina è il cosiddetto merito, il self made man: l’Italia, soprattutto noi meridionali e quindi l’isola, ha le fonti naturali di ricchezza inesauribili, come la natura verde, il mare, la geotermia, l’energia solare e volendo anche quella talassica, le specialità enogastronomiche. Bisogna avviare una svolta epocale nel fare turismo, transitando dall’improvvisazione di alcuni alla accoglienza strutturata, coordinata e pensata per gestire flussi di ospiti d’elite.

Certamente bisogna attingere ai fondi del Patto per lo Sviluppo come urla disperatamente Graziano Petrucci e per l’avvenire al PNRR, allo scopo di realizzare le grandi opere per allineare ed omologare il territorio insulare a quello delle città metropolitana. Potenziamento della rete idrica, fognaria, viaria, intesa come strade carrabili provinciali e\o comunali, ripascimento degli arenili, installazioni di barriere frangiflutti, impiantare nuovi alberi di alto fusto seccati dai parassiti, consolidare le c.d. parracine, i terrazzamenti di contenimento delle colline creati dagli antichi greci, risolvere il problema dell’acqua alta nel Porto d’Ischia. In altri termini, l’isola per prepararsi a contenere e respingere l’orda dei barbari conquistatori, altro non è che questa la Bolkestein, una normativa tesa a colonizzare 6mila km di coste fra le più belle al Mondo, quelle italiane, deve rinnovare il suo quadro infrastrutturale. Se si chiede di intercettare una domanda turistica quantitativamente alta, si deve disporre di porti attrezzati ed arenili attrezzati, approdi per natanti, essendo il mare la prima porta d’ingresso all’isola. Dopo di che, provvedere a monitorare e gestire i flussi in maniera equilibrata e coordinata fra tutti e sei i Comuni, che non devono più farsi concorrenza a vicenda, ma unirsi in periodici tavoli tecnici, di concerto con gli operatori turistici per distribuire le quote turistiche in modo ecosostenibile e naturalmente spalmato su 11 mesi all’anno – un mese di ferie va sempre riconosciuto.

Ci avete pensato alla importanza che la cugina Capri sta assumendo in queste ore con il G7, nel Mondo in questo momento? Non ne avrebbe avuto bisogno proprio la nostra isola? Un’ultima riflessione, ma nessuno degli operatori isolani si è posto il problema in termini di brand del made in Italy, nello specifico made in Ischia di quanto si perda nel non avere registrato ad Ischia un marchio “zingara”, “coniglio”, “cornetto”? Andate a Milano, ma anche nei bar di Napoli, e vedete se manca il cosiddetto ischitano. Non è il mio compito effettuare studi di settore, ma suscitare riflessioni sicuramente. Per quanto riguarda le questioni del management turistico bisogna affidarsi a professionisti i quali possano valutare nel suo insieme le criticità del sistema recettivo isolano, i rimedi correttivi ed i piani di sviluppo futuro, ma per arrivare a tanto, bisogna abdicare alla vecchia pratica del butta dentro nel proprio ristorante, a dispetto del vicino: Ischia e gli altri 5 Comuni devono accogliere tutti in maniera moderata e qualificata, ma non si deve più attendere la statistica della Capitaneria per verificare se arrivi e partenze siano stati proporzionali al prodotto interno lordo turistico. Se si vuole evitare la catastrofe della Bolkeistein si deve agire in questi mesi ed in modo assennato, da tutte le parti, private e pubbliche e rendersi disponibili al cambiamento, per non dissipare il frutto del sudore dei nostri nonni o bisnonni.

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Luca ferbo

Ma quale bolkestein, continuiamo a piangere e scaricare le colpe sugli altri, la questione è semplice, l’isola ha amministratori totalmentw incapaci e corrotti e cittadini del tutto indifferenti anzi conniventi con questo sistema, se non si parte da un comune unico e da una rivoluzione culturale interna all’isola nessuno potrà salvarci, siamo noi che dobbiamo tutelarci, gli aiuti esterno possono essere un valore “aggiunto” ma il grosso deve essere fatto da tutto il sistema ischia, ma penso che fin quando ci saranno 6 attori a contendersi gli spiccioli si potrà solo affondare definitivamente

Corry54

Come la Puglia, ma non tutta, L’isola non è da meno. In molti luoghi regna l’incompetenza ad alto livello, della nozioni di BASE, di come essere al servigio del turismo.Hanno solo saputo aumentare i prezzi esageratamente senza alcun miglioramento dello stesso, anzi.L’isola ogni anno perde un pezzetto di turismo< Buono> e arrivano i Mao Mao sempre di più, e nessuno sa mettere una pezza a ciò, tutti bravi solo a criticare.Strade da asfaltare, erbacce dappertutto, spiagge mai pulite, parcheggi che non finiscono MAI 13 anni per la Siena.Mi fermo

Beta

Condivido i commenti dei lettori, sul comune unico o almeno due, per smantellare storici clientelismi.
Gli ischitani devono compiere una rivoluzione alla radice se vogliono restare padroni a casa loro, soprattutto rinunciare ai facili guadagni del cattivo turismo, non solo quello dei mao-mao, ma anche quello dei turisti arricchiti ma poco raccomandabili nostrani e non…

Riccardo Paba

Ischitani afflitti da ‘ mattonite acuta’, l’ isola affonda sotto il cemento do un abusivismo di avidità che ha provocato centinaia di morti.hanno distrutto un paradiso e ora piangono miseria

Vito

Ma quale sudore dei nonni e bisnonni, da sempre sull’isola regna l’individualismo e il bieco interesse del singolo, ma la vogliamo finire di pensare di poter apportare benessere e prosperità per chi vive stabilmente sull’isola grazie al “coniglio” e alle farse gastronomiche dello street food, senza mai essersi preoccupati di offrire sei servizi primari efficienti quali trasporto pubblico (volontariamente lasciato a livelli africani o indiani per salvaguardare la casta dei tassisti) e la pulizia delle strade e dei vicoli pieni di sporcizia e ed escrementi dei cani che rappresentano per l’appunto l’indice di civilizzazione dell’isolano medio e dei “selezionatissimi ospiti di luglio e agosto” che la provincia di Napoli ci offre da decenni dato che solo da tale bacino di utenza si può trarre gente disposta a pagare le cifre dei fitti per dei tuguri degni delle favelas brasiliane. Si ignorano le più banali regole di civile convivenza ed educazione riscontrabile nel modo in cui l’utenza stradale circola e parcheggia, le strade sono piene di veicoli fatiscenti e sgangherati che nemmeno ad Islamabad supererebbero la revisione periodica. Sono state sovvertite tutte quelle regole riguardanti la circolazione stradale che per decenni a modo loro hanno comunque funzionato, inventando ZTL a nastro che persistono durante l’intero Arco dell’anno, facendo chiudere attività commerciali quali le classiche botteghe di paese che comunque fornivano un servizio alla popolazione stabile a favore della miriade di spacci di limoncelli (prodotti nella terraferma e spesso e volentieri al nord) e calamite che imperversano sul territorio. Estendiamo un velo pietoso sul discorso assistenza sanitaria e servizi ad essa connessi. Concludendo, da isolano volontariamente in esilio, ogni qualvolta le persone che conosco mi chiedono consigli su come poter spendere un piacevole periodo di vacanze ad Ischia il mio consiglio è proprio quello di non andarci, quanto meno fino a quando non si raggiungeranno standard minimi di civiltà da parte dell’intera popolazione e professionalità da parte degli addetti ai lavori. Non fatevi illusioni riempiendovi la bocca della bellezza unica dell’isola, ci sono posti che seppur hanno molto meno da offrire in termini paesaggistici e storici sanno conquistare e coccolare gli ospiti che continuano a ritornarci.

Vito

…… Dimenticavo, dato che solitamente il buongiorno si vede dal mattino, che dire della bella accoglienza che si ha sul porto di Napoli quando per prendere un aliscafo si vampirizza l’utenza facendogli addirittura a pagare il supplemento per lo stesso bagaglio che a bordo degli aerei viene consentito in cabina, e di prezzi per la traversata per l’appunto sono maggiori del costo del biglietto aereo

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