POLITICAPRIMO PIANO

Pascale non ci sta: «Colpiscono solo i “poveri cristi”, basta»

Il sindaco di Lacco Ameno commenta in modo amaro la situazione legata alle demolizioni dopo aver partecipato insieme ad una delegazione isolana alla manifestazione svoltasi a Roma per dire stop alle ruspe. L’appello a un governo politico perché si decida a varare finalmente una norma efficace

Si è tornati in piazza per gridare ancora forte il “no” alle ruspe, alla presenza di una folta e autorevole delegazione isolana che ha partecipato alla manifestazione svoltasi nella Capitale.

«Mah, mi piace sottolineare che più che in piazza ieri (martedì per chi legge, ndr) si è svolta una importante riunione presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per affrontare tecnicamente l’argomento, ed è evidente che nell’analizzarlo in questa maniera ci sia l’interesse da parte della politica a valutare eventuali soluzioni».

Quali sono state le risultanze, i riscontri o anche solo le sensazioni maturate nel corso degli incontri che avete ottenuto anche nei palazzi istituzionali?

«Le risultanze al momento non ci sono, ma sarebbe stato impossibile il contrario. Noi abbiamo proposto soluzioni importanti sul piano tecnico, che io credo siano state condivise perché ritenute di buon senso e fattibili. Poi è chiaro che le decisioni spettano alla politica che deve assumere atti che vadano in una certa direzione e quindi operare le scelte giuste per affrontare un problema annoso, che come tutti sanno ha drammatiche ripercussioni anche dal punto di vista sociale. In buona sostanza noi abbiamo richiesto con immediatezza un “blocca ruspe”, vogliamo una norma che almeno per il momento fermi quella che è diventata una incredibile roulette russa. Poi, una volta fatto questo, ci sarà il tempo per discutere sulla norma che andrà varata anche dal punto di vista legislativo: personalmente, penso ad esempio all’articolo 25 della Legge 130 che contempla per esempio l’accesso al terzo condono  ma solo per gli immobili ammalorati dal sisma. Si potrebbe lavorare su questo, ma ribadisco ancora una volta che su questa ed altre ipotesi dovrà valutare la politica, quella del governo centrale. Intanto però…».

Però?

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«Abbiamo registrato con favore questa convocazione e allo stesso modo l’interesse rispetto alle nostre doglianze da parte dei tecnici e da parte del direttore generale del Ministero che ha ricevuto le istanze provenienti dall’isola d’Ischia e dall’intera Regione Campania. Ed è comunque un passo in avanti significativo, anche se naturalmente non basta».

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«Si faccia qualcosa per evitare che a pagare siano sempre gli stessi mentre la fanno franca quegli speculatori che altro non hanno fatto che deturpare il nostro patrimonio ambientale e paesaggistico»

Le voglio fare una domanda che potrebbe apparire banale ma che naturalmente come molti ischitani sanno bene non lo è affatto: a suo avviso il governo centrale ha compreso la differenza tra l’abuso speculativo e quello di necessità? Perché spesso la percezione dall’esterno è che chi muove le fila non capisca nemmeno questa differenza che poi è tutt’altro che formale ma sostanziale.

«Certo, anche perché poi va rimarcato che ci sono due aspetti, ma nel contempo non c’è una norma che possa differenziare la tipologia di abuso. Il secondo aspetto, e qui arriviamo al punto di vista pratico, è che vanno a terra solo gli immobili dei “poveri cristi”, non si colpisce mai la speculazione: insomma, non vengono demoliti gli abusi di chi ha devastato coste e colline, si continuano ad abbattere abitazioni di necessità, quasi sempre prima ed unica casa. Eppure esiste una giurisprudenza consolidata, anche una norma europea, che non condivide questa impostazione. Attualmente manca una legge ad hoc, e questa è stata un’altra questione lungamente dibattuta: bisogna trovare il sistema per distinguere l’abuso di necessità da quello speculativo eppure ad oggi non c’è una norma che contempli tutto questo. Il risultato è che le RESA continuano ad arrivare e poi già che c’ero a Roma ho anche evidenziato un incredibile paradosso».

Quale?

«Noi siamo in attesa di lavorare e di applicare un piano di delocalizzazione per i nostri terremotati, per i nostri concittadini colpiti dall’alluvione, anche il commissario Legnini sta lavorando alacremente per provare ad andare nella direzione di consumo di suolo pari a zero, con il recupero del patrimonio edilizio dismesso. Eppure, mentre si ragiona in questi termini, e si investono anche ingenti risorse per poter passare dalla teoria alla pratica, ecco che arrivano le ruspe e demoliscono immobili abitati, prime case, che non sono stati colpiti da nessuno degli eventi calamitosi che ho citato e sono ormai purtroppo tristemente noti a tutti. E questa è un’anomalia che vive con molta preoccupazione non solo Ischia ma anche l’isola di Capri che pure era rappresentata a Roma».

Le voglio fare un’ultima domanda, forse una provocazione: è ipotizzabile che oggi risposte (e cioè una legge) dalla politica non ne arrivino perché c’è il timore di mettersi contro la magistratura?

«No, francamente non credo sia ipotizzabile uno scenario del genere. Piuttosto noi abbiamo risposto grosse aspettative e speranze in questo governo, fosse solo perché si tratta di un governo politico. E questo è un problema che aveva e continua ad avere una connotazione politica: siamo arrivati a un bivio, se chi è al governo lo vuole affrontare senza demagogia e senza tenere la testa sotto la sabbia, deve comprendere che in Campania ad oggi abbiamo ben 200mila ordini di demolizione. Questa è una vera e propria piaga, un qualcosa di dimensioni sociali senza precedenti. Ecco perché un governo come quello attuale, non tecnico ma politico, ha il dovere morale di valutare una opzione possibile che possa dare risposta a tanta povera gente: perché oggi la verità è che gli immobili continuano a perderli i solito noti mentre nulla si fa per colpire i veri speculatori che altro non hanno fatto che deturpare il nostro patrimonio ambientale e paesaggistico».

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antonio

Il Sindaco parla bene e razzola male; “non si colpisce mai la speculazione: insomma, non vengono demoliti gli abusi di chi ha devastato coste e colline” ma non è proprio lui che dovrebbe farlo? e non vede che l’Albergo San Montano da oltre 8 anni sta cementificando la collina poco più sù della sua sede Comunale?

Giuseppe

Pienamente daccordo. Poi dal mio punto di vista un abuso e un abuso, eun illecito. Non esiste di necessita o no. E` uno schiaffo al cittadino onesto.

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