CULTURA & SOCIETA'

Sorvolammo l’arcipelago della Maddalena con le Bocche di Bonifacio

Rividi la Sardegna dal finestrino dell’aereo

Rividi dal “Super 80” del volo Roma-Madrid dell’Alitalia del 14 maggio 1985 quella meravigliosa costa che visitai in una gita scolastica di due giorni con bus e il caro collega Giuseppe Costantino, circa dieci anni prima, nel maggio 1974 del Liceo di Lanusei (Nuoro) passando in sosta al lago Omodeo, dal nome dell’ingegnere Angelo Omodeo, che progettò la diga del bacino artificiale più grande d’Europa formato dallo sbarramento del fiume Tirso nel centro della Sardegna; attraversammo Sassari con sosta ad Alghero, ove incontrammo anche una studentessa giapponese Nazuko dell’Università di Perugia che volle aggregarsi alle visite della nostra scolaresca; poi al borgo di Castelsardo (dinastia spagnola aragonese, poi genovese Doria e Giudici, quindi sabauda dei Savoia) tra i borghi più belli d’Italia sul golfo dell’Asinara, in provincia di Sassari, panorama unico spaziando di storia e bellezza su tutte le coste del golfo, comprese quelle della vicina Corsica.

Da Castelsardo la strada statale molto suggestiva conduceva a Santa Teresa di Gallura, ove in albergo facemmo cena e pernottamento. Santa Teresa di Gallura presenta le celebri “Rocce dell’elefante, dell’orso” che l’erosione eolica ha sapientemente scolpito nel masso ed il nome S. Teresa fu deciso dal re Vittorio Emanuele I in onore appunto di sua moglie, la regina Maria Teresa d’Asburgo-Este: è questo il comune più a nord della Sardegna, villaggio turistico e di pescatori (anche dalle isole, come Ponza, e coste della terraferma), e da qui si vedeva chiaramente a una dozzina di chilometri la costa della Corsica sulle cosiddette “Bocche di Bonifacio”, uno stretto notoriamente battuto da forti venti e tempeste dal quadrante di ponente e disseminato di scogli insidiosi; con un meraviglioso arcipelago di isole noto come “La Maddalena” (le uniche abitate, e raggiungibili dal porticciolo di Palau, sono appunto La Maddalena e Caprera – collegate da un istmo artificiale – che ospitò l’esilio e la morte di Garibaldi).

Santa Teresa di Gallura è collegata via mare con Bonifacio, villaggio francese dirimpettaio a strapiombo sul mare all’estremo sud della Corsica (il nome grazie a Bonifacio II di Toscana che rifondò il villaggio a difesa nelle sempre temibili incursioni dei pirati saraceni musulmani), che Genova cedette alla Francia con il trattato di Versailles del 1768. La pericolosità del basso fondale di queste acque attraversate da forti correnti è ben nota ai naviganti: difatti fu fatale per la fregata francese “Sémillante” che il 15 febbraio 1855, mentre era diretta da Tolone al Mar Nero per partecipare alla guerra di Crimea, a causa di una violenta tempesta fu sbattuta sugli scogli di Lavezzi e nel naufragio morirono tutti i settecento circa soldati che trasportava. Così nel 1981 un cargo con bandiera panamense di “granaglie” inseguito dalla nostra Marina Militare venne affondato tra gli isolotti; nel capodanno del 1993 un altro naufragio di un mercantile francese “Monte Stello”che si schiantò contro gli scogli, ma tutti in salvo. Da Santa Teresa sostammo sulla linda piazzetta di Porto Cervo, gioiello sulla già celebre Costa Smeralda nata grazie all’intuizione del Principe Aga Khan, e infine il rientro via Olbia-Orosei-Dorgali-Baunei-Tortolì verso Lanusei. Dall’aereo ripensai quel bel tempo e potei fissarlo in alcuni clic fotografici. Dal bel colle cagliaritano col celebre Santuario di Maria SS Bonaria, Patrona della Sardegna e dei naviganti, arrivò la benedizione della Regina della nuova famiglia nata in viaggio di nozze castigliano. (continua)

*Pasquale Baldino – Responsabile promotore diocesano Cenacoli Mariani; docente ordinario Liceo; poeta (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)

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