CRONACA

Balneari, “salvagente” dal Tar pugliese

21 distinte sentenze pubblicate dai giudici amministrativi di Bari riconoscono come illegittima la procedura di gara messa in atto a Monopoli ribadendo che le concessioni sono da intendersi prorogate fino al 2033. Esulta La Franca

Adesso la matassa si fa sempre più ingarbugliata e sembra davvero di assistere ad un qualcosa che somiglia sempre più ad una barzelletta e che rende l’idea di quanto la confusione possa regnare sovrana in Italia, paese dove evidentemente ognuno se ne va per conto suo. Nemmeno il tempo di versare lacrime amare per la sentenza del Consiglio di Stato che aveva respinto il ricorso di un balneare di Rapallo sostenendo nel contempo che le concessioni demaniali dovevano intendersi scadute al 31 dicembre 2023, che dalla Puglia arriva un nuovo clamoroso colpo di scena. E, soprattutto, un orientamento diametralmente opposto. Il Tar di Bari ha infatti riconosciuta come illegittima la procedura di gara per 21 stabilimenti balneari a Monopoli (provincia di Bari) annunciando nel contempo la proroga delle predette concessioni fino a tutto il 2033. In particolare, la terza sezione del Tribunale pugliese ha pubblicato 21 distinte sentenze, evidenziando come le gare per le concessioni demaniali marittime non siano necessarie, poiché per il diritto europeo è sufficiente la pubblicazione all’albo comunale delle istanze di proroga/assegnazione delle concessioni. Questo è in linea con la pronuncia della Corte di Giustizia Europea del 20 aprile 2023, che ha lasciato ampia discrezionalità agli Stati membri anche sulle disposizioni atte a garantire concretamente l’imparzialità e la trasparenza di una procedura di selezione.

E’ quanto si legge in una nota. Per l’avvocato Nicolò Maellaro, vicepresidente nazionale di La Base Balneare con Donnedamare, che ha difeso le ragioni dei 21 stabilimenti insieme all’Avvocato Colonna, “il caso di Monopoli dimostra che oggi, alla luce del diritto europeo, non vi è alcuna necessità di bandire gare per le concessioni. È pertanto necessario proseguire, da una parte, in un’azione di confronto tempestiva e tecnica con la Comunità Europea, e dall’altra, è urgente ottenere un provvedimento legislativo del Governo italiano che impedisca ai comuni di procedere in ordine sparso”, conclude Maellaro. Gli fanno eco Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria e La Base Balneare con Donnedamare, che insieme rappresentano il 70% della categoria: “Ben vengano le decisioni del Tar pugliese, perché aiutano a creare chiarezza in un momento in cui la chiarezza è essenziale per il prosieguo della stagione balneare. La soluzione definitiva della vicenda deve però restare politica e sollecitiamo un chiarimento urgente e tempestivo: forse a Bruxelles non sanno che in Italia la stagione balneare è iniziata, i comuni sono allo sbando e ognuno inventa regole prive di fondamenti. Serve un pool di esperti tecnici di primario standing nelle interlocuzioni con la Comunità Europea capace di trattare la questione da un punto di vista tecnico, amministrativo, ma anche e soprattutto economico, come economico è lo spirito della Bolkestein”, concludono.

Per quanto riguarda Ischia ecco come ha accolto la notizia della sentenza il responsabile di Fiba Confesercenti, Giuseppe La Franca: “L’ho detto a più riprese e non mi stancherò di ripeterlo – spiega – occorre urgentemente una legge sul demanio marittimo, una legge Meloni, non si può più aspettare. Il prossimo 12 giugno è stato convocato il tavolo per la mappatura del demanio marittimo con le amministrazioni comunali. Ribadisco che i balneari non rientrano nella direttiva europea Bolkenstein, noi non rappresentiamo un bene scarso, adesso tre distinte sentenze del Tar Puglia riconoscono le concessioni prorogate al 2033. Intanto in questo caos anche giudici e avvocati cominciano ad andare in corto circuito. Ecco perché è opportuno che intervenga il governo”.

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