CRONACA

Bonus per gli stagionali: sito Inps in tilt, anche Ischia paga dazio

Commercialisti e cittadini alle prese col blocco del portale che ha provocato la temporanea sospensione da parte dell’Istituto. Numerosi utenti hanno segnalato l’indebito accesso ai dati sensibili di contribuenti sconosciuti. Da oggi orari differenziati: dalle 8.00 alle 16.00 patronati e consulenti, poi i cittadini

Un primo aprile caotico. È partito sotto una cattiva stella il cosiddetto bonus per i lavoratori autonomi, e purtroppo non era un pesce d’aprile. Com’è noto, da ieri è possibile presentare la domanda per ottenere i 600 euro tramite il sito internet dell’Inps, ma sin dalle prime ore del mattino l’accesso al portale era praticamente impossibile. Centinaia di migliaia di utenti sono rimasti in attesa di avviare l’istanza, ma pochissimi ce l’hanno fatta. In realtà già dalla sera precedente si erano avute consistenti avvisaglie dei disagi: chi provava ad accedere al sito, dopo poche operazioni preliminari non riusciva ad andare avanti, con l’apparire della scritta serafica: “il servizio al momento non è disponibile. Si prega di riprovare più tardi”. La situazione non è cambiata nella giornata successiva, durante la quale si è materializzata un’escalation di problemi tra il farsesco e il ridicolo. A parte la costante impossibilità di accedere al servizio, a un certo punto una miriade di utenti ha segnalato di avere avuto accesso ai dati personali sensibili di altri contribuenti. Una falla gravissima che ha portato alla chiusura temporanea del sito da parte dell’Inps, e già si parla di problemi legali per l’ente, dato il pesante “vulnus” alla privacy dei cittadini iscritti, che hanno visto i propri dati finire alla mercé di sconosciuti. Un disservizio che ha portato il presidente dell’Istituto, Pasquale Tridico, ad attribuirne la causa a “violenti attacchi hacker”. Il servizio dovrebbe riprendere oggi, ma con l’accesso al portale regolamentato con orari differenziati: dalle 8:00 alle 16:00 per consulenti e patronati, e dalle 16:00 in poi per i cittadini.

Si può quindi immaginare come tali difficoltà si siano riverberate anche sulla nostra isola, dove migliaia di lavoratori stagionali, colpiti nel vivo dalla mancata riapertura delle attività turistiche, erano in attesa di ottenere i 600 euro che il Governo aveva deciso di stanziare per cominciare a far fronte alle necessità di chi, dopo un inverno di disoccupazione, attendeva soltanto di poter lavorare.

«Non è stato possibile inviare nessuna istanza nemmeno subito dopo la mezzanotte», ci ha detto Salvatore Vitale, noto commercialista isolano, il quale pur riprovando sin dalle prime ore del mattino ha riscontrato lo stesso problema fino all’ora di pranzo. Una situazione confermata dal collega Piero D’Ambra, il quale ci ha spiegato che soltanto qualche utente è riuscito a completare l’iter di invio dell’istanza, ma ad orari decisamente antelucani, cioè addirittura tra le 3.00 e le 6.00 del mattino.

Nella giornata di ieri, ricordiamo, si era deciso di iniziare con l’accogliere le istanze di indennità per tre categorie: liberi professionisti titolari di partita Iva attiva al 23 febbraio e ai lavoratori con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi nella stessa data. Questi professionisti non devono essere titolari di pensione né essere iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Poi commercianti, coadiutori diretti, artigiani, coltivatori diretti, mezzadri e coloni sempre che non abbiano già una pensione. Infine i lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali che abbiano cessato involontariamente il loro rapporto tra il primo gennaio 2019 e il 17 marzo 2020 che non abbiano pensione né, alla data del 17 marzo, alcun rapporto di lavoro dipendente. Quest’ultima categoria è naturalmente quella che raccoglie la grande maggioranza dei lavoratori isolani. Per il momento, il limite entro il quale saranno accettate le domande per gli stagionali è 103,8 milioni di euro, che a spanne basterebbero solo per circa 172mila domande. Vista però la mole di istanze in arrivo, è lecito augurarsi che il Governo rifinanzi a breve tale bonus, per non rischiare di lasciare senza sussidio decine di migliaia di lavoratori del settore in un momento di estrema debolezza.

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