CRONACAPRIMO PIANO

Buono, congedo al veleno: «La giustizia isolana? Vista come un “fastidio”»

L’Associazione forense torna alle urne per rinnovare il proprio direttivo. Con lo statuto vecchio o quello nuovo, il primo intoppo è sorto proprio qui…

«All’inizio della consiliatura, nella prima seduta, il Direttivo ha deliberato, su mia richiesta, l’adeguamento del vecchio Statuto, ormai obsoleto e non più al passo coi tempi. È stata designata una Commissione presieduta dal Consigliere Lello Pesce, che, dopo un lungo, superbo e dispendioso lavoro, ha licenziato la “bozza” del nuovo Statuto da tempo. La diffusione della pandemia e la imminente chiusura della Sezione locale del Tribunale hanno rallentato i tempi di presentazione all’Assemblea per le opportune modifiche. Mercoledì scorso il documento è stato sottoposto agli Associati, che, in maniera trasparente e democratica, esprimeranno le proprie personali convinzioni, contribuendo all’approvazione definitiva. L’Assemblea, nella sua sovranità, stabilirà se poi applicarlo alle imminenti consultazioni, con i necessari adattamenti».

«Una strategia preordinata per chiudere il tribunale? Che questo sia avvenuto e stia avvenendo è noto. Certe scelte le considero sciagurate e scellerate perché offendono la dignità di un’intera popolazione. Gli Uffici giudiziari isolani sono percepiti come un “fastidio” in terraferma, dai vertici istituzionali e da moltissimi magistrati»

Lei ha manifestato l’intenzione e la volontà di non ricandidarsi. Non crede che in questo momento all’organismo associativo servirebbe continuità e cosa ha ispirato la sua decisione?

«Mi sono limitato a rilevare che il mandato conferitomi era scaduto da tempo e solo situazioni che considero eccezionali, come quella legata alla necessità di scongiurare il rischio della definitiva chiusura del principale Presidio di Legalità sull’isola, oltre alle sollecitazioni ricevute da gran parte dell’Avvocatura locale a restare in sella, hanno impedito prima il rinnovo delle cariche e la indizione di nuove elezioni. La mia esperienza di Presidente è definitivamente cessata e ritengo anche giusto che sia così. Sono tanti i Colleghi che aspirano a ricoprire cariche elettive e sono certo che quelli che subentreranno sapranno dimostrare capacità nella risoluzione dei tantissimi problemi che riguardano la amministrazione della Giustizia sull’isola».

Ads

Quale dovrebbe essere l’identikit ideale del suo successore?

Ads

«Non ho identiikit da proporre, l’Avvocatura, come sempre, sceglierà il migliore suo rappresentante. Posso solo dire che io ed i Colleghi del Direttivo abbiamo lavorato duramente, mettendoci a disposizione della categoria con spirito di abnegazione e sacrificio, cercando di risolvere ogni difficoltà in uno dei periodi più bui della storia dell’umanità. Il mio auspicio è che chi concorrerà a ricoprire la carica di presidente dell’organismo associativo sia consapevole dei sacrifici che dovrà sostenere, essendo un ruolo di grandissima responsabilità, che comporta molte rinunce».

«La mia esperienza di Presidente è definitivamente cessata e ritengo anche giusto che sia così. Sono tanti i colleghi che aspirano a ricoprire cariche elettive e sono certo che quelli che subentreranno sapranno dimostrare capacità nella risoluzione dei tantissimi problemi che riguardano la giustizia sull’isola»

La frana casamicciolese ha di fatto portato la proroga di un altro anno della sezione distaccata di tribunale. Ma lei, in tutta onestà, quanto crede ancora nella stabilizzazione?

«Dissento dalla sua indicazione. L’inserimento della proroga della Sezione distaccata nel decreto adottato dal Governo per Ischia è stato solo un fatto fortuito. Fino ad oggi, per rispetto per le tante vittime dell’alluvione e per i problemi dei tanti concittadini casamicciolesi, ho sempre evitato di fare chiarezza su questo punto, ma penso che sia arrivato il momento di precisare che la proroga in funzione della stabilizzazione degli uffici giudiziari delle isole minori è frutto di una mirata attività diplomatica intrapresa dal Direttivo dell’Associazione insieme all’avv. Francesco Caia ed a Francesco Del Deo, sindaco di Forio e presidente dell’Ancim, iniziata da subito dopo l’insediamento e continuata nel corso degli anni. Dopo la modifica dell’art. 119 della Costituzione, che ha riconosciuto la “insularità” come valore da salvaguardare a tutti i livelli, la interlocuzione con le Forze politiche, in particolare con l’attuale maggioranza, è stata più agevole e siamo riusciti ad ottenere un risultato che sembrava impossibile fino a qualche mese prima. Le nostre ragioni sono state condivise e fatte proprie dai responsabili del Ministero della Giustizia, a partire dal Sottosegretario Del Mastro Delle Vedove, che hanno iniziato a lavorare sul progetto della stabilizzazione dei tribunali minori e di quelli isolani. Se non avessi creduto alla “stabilizzazione” non mi sarei speso tanto per conseguire l’obiettivo della proroga».

Non sono mancati negli ultimi anni gli indizi che fanno pensare che sia in atto in terraferma una strategia preordinata per screditare il tribunale ischitano e indurlo alla chiusura. In questo lungo arco di tempo, posso chiederle che idea ha maturato?

«Che questo sia avvenuto e stia avvenendo è noto e non vorrei dilungarmi sul punto. Certe scelte le considero sciagurate e scellerate perché hanno offeso e offendono la dignità e l’onore di un’intera popolazione. Mi fermo qui! Gli Uffici giudiziari isolani sono percepiti come un “fastidio” in terraferma, dai vertici istituzionali e da moltissimi magistrati. Il problema, tuttavia, è politico e la Politica deve dirci in maniera chiara che cosa intende fare della comunità isolane: riconoscere loro servizi pubblici decorosi e decenti o lasciare i territori in una condizione di isolamento, come avvenuto finora, contribuendo ad accentuare il divario con la terraferma. Quando ci siamo presentati ai tavoli che contavano abbiamo posto il problema in questi termini, non limitandoci a parlare di Giurisdizione, ma anche di Sanità, di Istruzione, di Trasporti. Per poter contrastare questo atteggiamento sempre più diffuso occorre grande compattezza ed unità».

Come avvocati confidavate sul nuovo governo. Soddisfatto fin qui dei primi approcci?

«Certamente, dopo l’esperienza altamente negativa avuta con il Governo tecnico, confidavamo nel nuovo Governo “politico” per discutere e risolvere il problema e devo ammettere che abbiamo trovato interlocutori seri ed affidabili».

«L’Avvocatura dovrà riappropriarsi del suo ruolo storico, ad avvantaggiarsene sarà l’intera comunità isolana. Vedo, però, una categoria sempre più ripiegata su sé stessa e poco sensibile a svolgere un ruolo da protagonista nei settori della cultura, dell’economia, del turismo ed anche della politica. È un vero peccato»

In tutta sincerità, a suo avviso cittadini e istituzioni locali hanno compreso l’importanza di conservare un presidio giudiziario sull’isola?

«Penso che la Cittadinanza sia poco cosciente dell’importantissimo ruolo che potrebbe rivestire in tutti i settori della vita pubblica, perché disillusa che, alla fine, nulla cambierà. Penso, invece, che ognuno di noi potrebbe e dovrebbe assumere un ruolo attivo, perché solo in questo modo potrebbe contribuire a migliorare la situazione. La gente è stanca ed è presa dai problemi della quotidianità e, quindi, non ha percezione dell’importanza del Presidio di giustizia sull’isola, ma neanche di quello sanitario, così come di tutti gli altri servizi pubblici fondamentali, salvo poi lamentarsi in caso di mancate risposte alle domande individuali. Invece, una cittadinanza realmente consapevole del suo ruolo sarebbe di stimolo alle amministrazioni pubbliche e contribuire ad un mutamento epocale».

Realtà disagiata, leggi da cambiare per impedire che si chieda subito il trasferimento: cosa si è fatto e cosa si può ancora fare per evitare l’emorragia di personale dalla sezione distaccata di Ischia?

«Confido nella stabilizzazione dell’Ufficio giudiziario e, sulla scorta del rilievo costituzionale dato alla “insularità”, anche nella adozione di una serie di provvedimenti legislativi che assicurino ai dipendenti pubblici che decidano di venire a lavorare sulle isole incentivi economici e previdenziali. Sono certo che solo in questo potremo risolvere il problema della carenza di personale presso i tribunali insulari, ma anche in altri settori, come quelli della scuola e della sanità».

Quanto le piacerebbe che il suo successore fosse una nuova leva?

«Sono contento che mi poni questa domanda, perché anche nel corso dell’ultima assemblea ho fatto un appello ai giovani perché scendessero in campo. Hanno sempre potuto contare sul mio appoggio e potranno continuare ad averlo in futuro, se potesse tornare utile».

A breve si andrà al voto a Casamicciola e Forio. Posso chiederle che considerazioni può farci osservando gli scenari da spettatore esterno?

«Mi auguro per la comunità di Casamicciola che i futuri amministratori abbiano realmente a cuore le sorti del paese, piuttosto che quelle personali. Gli effetti di una gestione commissariale sono noti. Per il resto, non posso esprimere alcun giudizio, semplicemente perché non conosco la composizione degli schieramenti in lizza».

Un ischitano alla presidenza dell’Ancim, che impulso ha dato fin qui Francesco Del Deo alle vostre battaglie?

«Il ruolo di Del Deo è stato fondamentale per vincere la nostra battaglia. Non finirò mai di ringraziarlo per il ruolo attivo assunto, anche se devo dargli atto che è stato al fianco dell’Avvocatura da sempre, anche da prima che divenisse sindaco».

«Considerato che abbiamo operato in pieno periodo pandemico, non posso che ritenermi pienamente soddisfatto dei risultati conseguiti. Abbiamo rimesso in piedi i due uffici giudiziari e sicuramente l’impegno è stato quintuplicato rispetto alla mia precedente esperienza da presidente»

Di cosa si ritiene più soddisfatto relativamente a quanto fatto nella sua presidenza e qual è invece il suo grande cruccio o rimpianto?

«Considerato che abbiamo operato in pieno periodo pandemico, non posso che ritenermi pienamente soddisfatto dei risultati conseguiti. Abbiamo rimesso in piedi i due uffici giudiziari e sicuramente l’impegno è stato quintuplicato rispetto alla mia precedente esperienza da presidente. Il rimpianto è di avere trovato spesso muri di gomma nelle istituzioni per organizzare uffici efficienti, con giudici motivati ed equidistanti. Purtroppo c’è tanto ancora tanto da lavorare».

Ma esiste davvero una lobby di pochi grandi studi di avvocati o è soltanto l’alibi di colleghi che magari non riescono ad emergere?

«Potrei chiederti di passare alla domanda successiva, ma non mi sottraggo e rispondo che oggi emergere professionalmente è molto più difficile di prima, sia per l’elevato numero di avvocati esistente su un territorio ridotto rispetto al passato, sia per un impoverimento progressivo del tessuto economico. Oggi i giovani sono costretti ad emigrare se intendono affermarsi».

Quali altre battaglie porterà avanti in maniera decisa e convinta l’Assoforense, al di là di chi sarà il suo successore?

«Io dico sempre che l’Avvocatura dovrà riappropriarsi del suo ruolo storico, quello che ricopriva in passato, perché questo significherà che ad avvantaggiarsene sarà l’intera comunità isolana. Vedo, invece, una Categoria sempre più ripiegata su se stessa e poco sensibile a svolgere un ruolo da protagonista nei settori della cultura, dell’economia, del turismo ed anche della politica. È un vero peccato».

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex