LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Il Coglionavirus»

Premessa 1. Tre scienziate dell’Ospedale Spallanzani di Roma hanno isolato il Corona virus per la prima volta in Europa. Sono donne, tutte del sud. A capo del laboratorio la dottoressa Maria Rosaria Capobianchi, nata a Procida, la dottoressa Concetta Castilletti, responsabile dell’Unità virus emergenti dell’Istituto Spallanzani, siciliana di Ragusa, e la ricercatrice – precaria!- Francesca Colavita, di Campobasso. Purtroppo la maggior parte dei giornali, in questi giorni, ha riportato e titolato l’evento a volte in modo stucchevole con titoli, oserei dire, buonisti e perbenisti. Continuano a definirle “angeli della ricerca”, omettendo spesso di chiamarle, appunto, “scienziate”.

Peraltro aggiungerei che si tratta di scienziate, sì, lo ripeto, bravissime e talentuose, segno che la ricerca in Italia funziona ancora e la Sanità Italiana è un patrimonio che va difeso a tutti i livelli a dispetto di affaristi, sciacalli e ipocondriaci votati più alla difesa dell’Azienda (sanitaria) attraverso piani industriali di ridimensionamento che all’uso dell’Azienda per tutelare il Servizio Sanitario Nazionale e quindi la Sanità pubblica. Sembra che qualcuno abbia modellato la scemità per poi poterla distribuire gratuitamente in amministratori di aziende o comuni. Il dubbio che ne viene spinge a una serie di riflessioni. Vale a dire, per esempio, che in questo paese andrebbe rivendicata da un lato una informazione corretta, meno “filo governativa e buonista” e meno votata al sensazionalismo, più “guardiana” insomma, insieme a una vera “politica” di cui siamo orfani, meno incline a cavalcare il palcoscenico della tifoseria da stadio e che, realisticamente parlando, ha raggiunto le alte vette di livelli bassissimi. A parte ogni tanto avere l’onore di incontrare qualcuno che ha dalla sua il supporto di una vera competenza, di politici con la “P” maiuscola si fa fatica a vederne in giro. Poi uno può essere pure sindaco, senatore o parlamentare ma non dovrebbe essere “il titolo” a caratterizzarlo, bensì il suo comportamento. Tuttavia, a livello macro possiamo dire che in questo 2020 non ci stiamo facendo mancare nulla e per nostra grande fortuna è appena iniziato. Abbiamo rischiato una terza guerra mondiale, il Papa ha schiaffeggiato una cinese (vuoi vedere che sapeva già del Corona Virus?), i Reali d’Inghilterra si sono sfasciati, l’Australia brucia, Kobe Bryant è morto e con lui potrebbe esserlo la prescrizione, e un virus letale rischia di azzerare la popolazione mondiale dopo aver rallentato l’economia cinese e, se continuerà in questo modo, frenerà anche la nostra. Ah, dimenticavo. L’allerta per il Corona Virus è cresciuta in tutto il mondo e le ricerche su Google sono aumentate del 1.050% negli ultimi giorni, indicazione evidente di un vero e proprio boom nella corsa per cercare informazioni. Tuttavia tra le ricerche effettuate attraverso il motore più usato in Europa, ce n’è una che lascia abbastanza perplessi: “Corona beer virus” è tra le parole chiave usate ed è la traccia che alcuni utenti del web hanno associato il nome della famosa birra “Corona”, al virus. Un dato, che ci consente di capire come l’ignoranza sia più pericolosa del virus stesso ed è questa che andrebbe combattuta. Da millenni siamo alla ricerca di un vaccino ma tra sostenitori della “terra piatta” e “no vax”, inutile dirlo, anche questo secolo risulta pieno di sorprese e, dobbiamo ammetterlo, continueremo ad avere difficoltà nell’arginare il flusso d’inettitudine buia e tempestosa.

Premessa 2. E perciò sembrerebbe essere l’ignoranza il motore principale. Alimentata in specie da paure e timori, dilaga pure sull’isola. La sparuta comunità cinese presente sul nostro scoglio in questi giorni di emergenza globale, sta subendo un “isolamento” e un attacco ingiustificati da una parte degli isolani. Una parte. Non tutti, per fortuna. Segno questo che da un lato ci dice di quanto siamo suscettibili nei confronti del “diverso”, se poi si tratta di cinesi la paura si amplifica dopo aver anestetizzato la ragione, dall’altro c’è ancora chi tenta con difficoltà di costruire argini all’ondata di imbecillità che è giunta fino a noi. O magari non è mai andata via. Aspettava solo il momento adatto per manifestarsi di nuovo, come un virus. Non è un virus, invece, collocare e individuare geograficamente la provenienza delle tre scienziate che, insieme ad altri, formano una sorta di dream team della ricerca.

Premessa 3. Non è retorica spicciola dire che dal sud, magari emigrati in altre zone, giungono professionisti spesso di alto livello. Anzi nell’affermarlo si vuole ancora una volta rimarcare che l’Italia, rimasta ancorata a una mentalità di tipo provinciale in cui si manifestano disuguaglianze basate pure da provenienze regionali diverse, non perde occasione di esprimere la propria caratteristica identitaria. Un “senso di comune destino” come ha scritto il già Ministro e ambasciatore Giulio Terzi “che lega gli italiani sparsi nel mondo (e aggiungo io nel resto della nazione), alla propria terra di origine”. Una “Italianità” che porta in se quel principio di solidarietà che consente di far capire l’Italia, all’estero e a volte all’Italia stessa, nei momenti più difficili, come le condizioni attuali in cui persiste la mancanza di fondi alla ricerca, carenza di risorse, di personale, e fondi decrescenti al Servizio Sanitario Nazionale che è tra i migliori al mondo e per il quale stiamo facendo poco, pochissimo.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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