LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «“Stomia” – già vista – dell’isola d’Ischia» 

Il termine “stomia” deriva dal greco e significa «bocca». Si tratta di un’apertura creata chirurgicamente sull’addome per consentire la fuoriuscita degli effluenti nel caso in cui, a causa di un tumore, di una malattia infiammatoria cronica intestinale o magari di un trauma, sia stato necessario rimuovere un tratto d’intestino o dell’apparato urinario. Vivere con la stomia comporta adoperare una sacca di raccolta adesa all’addome e per chi si trova in questa condizione, di per sé sfibrante psicologicamente e fisicamente, vivere in una quotidianità “anormale” non è una semplice passeggiata.

Silvio Carcaterra

Silvio Carcaterra, vice presidente di A.P.O. nel suo commento pubblicato il 25 agosto scorso ha affermato, per l’ennesima volta, la sua personale difficoltà e quella dei malati oncologici quando si ha a che fare con una burocrazia spesso cretina, salvando – ovviamente – l’umanità dei medici che l’hanno accolto presso gli uffici ASL di Forio cui si è rivolto perché aveva finito la sua “dotazione personale” di buste extracorporee che sulla carta avrebbe dovuto durare sei mesi. È chiaro che si tratta di una circostanza in cui burocrazia, formalismo delle parole e formalità in cui a volte cadono anche le norme e le disposizioni dovrebbero essere disintegrate per aprirsi alla solidarietà e al diritto alle cure dei malati. Per dar loro modo di non esasperare una condizione già difficile e affrontare per quanto possibile una situazione faticosa con dignità. All’appello di Carcaterra ha risposto la Direzione Generale dell’ASL Napoli 2 Nord dalla quale si comprende quanto sia importante la logica “indirizzata alla corretta gestione delle risorse” unico “scudo in difesa dell’efficienza del Sistema, limitando, il più possibile, episodi di abuso e/o spreco di risorse Pubbliche razionalizzando la spesa”. È evidente l’approccio della Direzione Generale dell’ASL, che si muove – come ripetuto nella risposta a Carcaterra – nel “garantire il benessere soggettivo salvaguardando i diritti della collettività”. Il punto, tuttavia, è un altro. Silvio Carcaterra ha spesso scritto numerosi appelli attraverso i quali ha sollevato problemi e stimolato l’attenzione dell’opinione pubblica su una sanità spesso lontana dalle esigenze dei malati, soprattutto quelli oncologici che per nulla togliere agli altri hanno necessità di un impegno particolare. Le richieste di Carcaterra hanno sempre chiesto una sanità, più “umana”, meno burocratizzata che con vari assetti e dispositivi finalizzati alla tutela dei diritti della collettività pur garantendo il benessere soggettivo dei singoli, crea a volte senza volerlo una serie di ostacoli. Superabili, com’è accaduto a Silvio ma pur sempre impedimenti. Si comprende benissimo la “logica della gestione” citata dalla Direzione dell’ASL ma viene da chiedersi per quale motivo si continua ad attribuire al cittadino l’onere di evidenziare un “malfunzionamento nel Sistema”, tanto da conferire a queste segnalazioni la capacità di stimolo – alla citata ASL ma il discorso si può estendere ad altri settori – a far meglio. In questa che appare una frattura fra Pubblica Amministrazione e cittadini il passaggio mancante è che forse sarebbe più giusto da parte della prima prevedere le falle nel Sistema e limitare il più possibile di “delegare” tale responsabilità a chi solleva una qualunque questione (poiché “costretto a farlo”).

È indubbio che si vogliano eliminare sperperi di denaro pubblico, cosa più che giusta e sacrosanta. La domanda però è un’altra. Vale a dire cosa e come si può e deve fare per migliorare. Cioè come evitare la lamentela insieme al rischio di vederla trasformarsi in esasperazione, divenendo un costo per la collettività per poi sfociare nel risentimento di questo o quel ramo della P.A? Con la “bocca”, in definitiva, ognuno può dire ciò che più gli fa comodo, a contare però saranno sempre i fatti e il “come” è stata risolta questa o quella difficoltà da cui si potrà dedurre se un’amministrazione è stata efficiente e più vicina alle persone. Questa “falla” evidenziata da Carcaterra, alla quale ci si augura sarà posto rimedio anche per non lasciare alla sola umanità degli operatori la responsabilità se violare oppure no eventuali (dis)posizioni, come è chiaro non riguarda soltanto l’ASL o la sua Direzione. La spaccatura, ad alcuni in parte evidente meno ad altri, tra diversi rami della Pubblica Amministrazione e la gente riguarda ogni livello. Allargando il discorso, non esclude la politica espressa e usata per “governare” – in definitiva tutti i cittadini, quando va bene – i Comuni. Oltre i meriti da riconoscere a Serrara Fontana per le iniziative che ha intenzione di avviare per rendere il territorio più appetibile e aperto pure a un pubblico internazionale, e i demeriti che a varia misura colpiscono gli altri, un aspetto che non andrebbe mai dimenticato ma al contrario dovrebbe illuminare ogni attività amministrativa, ha a che fare con i criteri di economicità, efficacia ed efficienza (o buon andamento) della Pubblica Amministrazione. Per sintetizzare, l’economicità manifesta l’esigenza che l’azione amministrativa si manifesti mediante un razionale utilizzo delle risorse proporzionato al conseguimento degli obiettivi prefissati; l’efficacia, invece, esprime il rapporto tra obiettivi e risultati; infine, l’efficienza (o buon andamento) della P.A. rappresenta il rapporto tra risorse e risultati. L’elemento che viene immediatamente in evidenza sono gli “obiettivi”. Cioè, “dove si vuole andare” e “come”, richiamando direttamente o no un’attività di programmazione che spesso manca all’amministrazione e alla politica alla quale viene chiesto di indicare la via. E in questa “storia” già vista, sorge un altro problema. Chi sollecita (chiede cioè di fare attenzione a una criticità), come nel caso di Carcaterra, spesso è inquadrato dalla politica come uno scocciatore di cui liberarsi o da mettere al margine. Bene ha fatto perciò l’ASL a rispondergli: “Ciò nondimeno è giusto che i canali di dialogo su argomenti così impegnativi siano sempre aperti, in maniera da condividere difficoltà e scelte. In questo spirito le parole emerse nella lettera aperta, rappresentano un importante stimolo che ci inducono a incentivare il confronto che sostanzi sempre più la nostra missione”. La stessa cosa che i cittadini vorrebbero sentirsi ripetere dalla politica ma solo dopo che questa abbia operato o risolto una difficoltà. Non prima.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci  

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