LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «This Is bla, bla, bla»

Chi è stato alla recente visita del Ministro del Turismo Santanché la scorsa settimana a Lacco Ameno presso l’hotel Regina Isabella, forse potrebbe rimanere spiazzato. Escludendo l’impegno dell’Onorevole Michele Schiano, foriano di adozione, il quale in numerose occasioni ha provato il suo saldo attaccamento all’isola e che organizzando quell’incontro l’ha dimostrato ancora una volta, si potrebbe partire da un altro punto. Se molti si sono preoccupati, a ragion veduta, di raccontare l’evidenza sarebbe opportuno soffermarsi anche su ciò che la chiarezza stessa ha nascosto.

Chi è stato alla recente visita del Ministro del Turismo Santanché la scorsa settimana a Lacco Ameno presso l’hotel Regina Isabella, forse potrebbe rimanere spiazzato. Escludendo l’impegno dell’Onorevole Michele Schiano, foriano di adozione, il quale in numerose occasioni ha provato il suo saldo attaccamento all’isola e che organizzando quell’incontro l’ha dimostrato ancora una volta, si potrebbe partire da un altro punto. Se molti si sono preoccupati, a ragion veduta, di raccontare l’evidenza sarebbe opportuno soffermarsi anche su ciò che la chiarezza stessa ha nascosto

Tanto da presentare gli episodi, singolarmente e nel loro complesso, non come una “narrazione” quale esposizione per lo più obiettiva dei fatti ma come “narrativa” che appare cioè più vicina all’attività di una trascrizione artistica, talvolta fantastica o istituzionalmente spettacolare di vicende reali. Un luogo di pubblico spettacolo in cui ha preso vita un evento altrettanto scenografico, dal vivo. In sostanza, un “teatro”. Si potrebbe cominciare dalla fine, anche se ha rappresentato l’introduzione di ciò che il Ministro Santanchè ha detto riguardo al numero delle Amministrazioni che “occupano” un’isola, “divisa” – purtroppo – in sei parti. Quel “oggi non sono qui per parlare del numero di Sindaci e Amministrazioni che esistono sull’isola d’Ischia, non è questo il tema”, di certo ha fatto balzare qualcuno sulla sedia promuovendone l’irritazione.

Si potrebbe continuare con una delle parti fondamentali del suo ragionamento, vale a dire l’indicazione al “non potremo fare in un mese quello che non è stato realizzato in decenni” ma si rischierebbe di perdere il filo. Al contrario, si potrebbe cominciare proprio da quel Distretto Turistico che non è mai decollato e prenderlo come punto di riferimento. “Nel 2013 – ha detto la Santanchè – era stata siglata (ma poi poco si è fatto) l’introduzione dei famosi distretti turistici. Il decreto è di ormai nove anni fa, ai sindaci dico che non è possibile che in dieci anni uno strumento del genere non lo si riesce ad attivare dopo che in altre realtà hanno sortito risultati straordinari.

”Si potrebbe cominciare dalla fine, anche se ha rappresentato l’introduzione di ciò che il Ministro Santanchè ha detto riguardo al numero delle Amministrazioni che “occupano” un’isola, “divisa” – purtroppo – in sei parti. Quel “oggi non sono qui per parlare del numero di Sindaci e Amministrazioni che esistono sull’isola d’Ischia, non è questo il tema”, di certo ha fatto balzare qualcuno sulla sedia promuovendone l’irritazione

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E’ assurdo che non si capisce l’importanza dei distretti, è chiaro che io mi chiedo cosa sta succedendo: oggi rimettere mano con forza a quest’organismo significherebbe avere a che fare con burocrazia zero, riqualificare un’offerta turistica a livello nazionale e internazionale. E’ opportuno che tutti i soggetti collaborino per far partire questo distretto, ai primi cittadini il compito di mettere tutti insieme dimenticando personalismi e particolarismi. Ischia vince solo se si lavora insieme, questo è allora l’appello accorato che voglio rivolgervi”. La Santanchè non soltanto ha manifestato ciò che pure gli editorialisti de Il Golfo scrivono da anni, segno tangibile di una capacità di lettura approfondita di eventi e del momento storico, ossia che è necessaria una collaborazione univoca e una comune visione da parte delle Amministrazioni isolane, ma fatto il corollario vi si potrebbe inserire pure il “Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia”.

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Elaborato da Mimmo Barra nel 2015, con Forio nel ruolo di capofila, quale strumento di coordinamento per intercettare fondi nazionali ed europei e dare esecuzione a progetti inter comunali, accolto dai sei Sindaci, insieme al Distretto Turistico è rimasto lettera morta in qualche cassetto. Si potrebbe continuare con i vari interventi proprio dei primi cittadini. Con il fatto che nessuno ha dimostrato di accettare “le parole” del Ministro del Turismo – riguardo alla fattiva “azione di rinnovare” una collaborazione tra Istituzioni – ognuno invece ha chiesto qualcosa e in qualche caso, elencando risultati parziali di atti e condotte, ha dimostrato di essere slegato dai suoi colleghi marcando che la regola dell’ognuno per conto proprio è ancora valida. Gravità forse resa ancora più pesante anche dall’incapacità di elaborare un documento (unico) di proposte da consegnare al Ministro e, dunque, al Governo. Oppure, scanagliando la campagna di comunicazione lanciata per l’occasione, “ThisIsIschia” che ha l’obiettivo di ridare attualità al turismo isolano si potrebbe evidenziarne da un lato l’utilità ma dall’altro bisognerebbe richiamare la sua futilità facendo i conti con una consapevolezza indissolubile parafrasando il motto ”Fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani”.

La Santanchè non soltanto ha manifestato ciò che pure gli editorialisti de Il Golfo scrivono da anni, segno tangibile di una capacità di lettura approfondita di eventi e del momento storico, ossia che è necessaria una collaborazione univoca e una comune visione da parte delle Amministrazioni isolane, ma fatto il corollario vi si potrebbe inserire pure il “Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia”. Elaborato da Mimmo Barra nel 2015, con Forio nel ruolo di capofila, quale strumento di coordinamento per intercettare fondi nazionali ed europei e dare esecuzione a progetti inter comunali, accolto dai sei Sindaci, insieme al Distretto Turistico è rimasto lettera morta in qualche cassetto

Impropriamente attribuito a Massimo D’Azeglio, fu invece riferito a Ferdinando Martini, deputato, senatore e Ministro della novella Italia, si potrebbe dire che “(Dis)fatta Ischia, bisogna fare gli isolani”. Un fatto che rappresenta il principio di tutto se si considera che difettando “un popolo isolano” per conseguenza manca chi, attraverso le Istituzioni, potrebbe essere l’avviatore di un modello costitutivo rappresentativo di interessi in senso economico, finanziario e sociale, in modo completamente nuovo. I discorsi che sono venuti dopo, insieme ai commenti e agli scritti, hanno sottolineato l’assenza di una maturità di pensiero e di un’invadente immaturità politica e che il favoleggiato presunto trauma post frana, non è stato in grado al pari di altri eventi negativi, di sviluppare un sentimento comune. Non per creare cose tanto per farle ma per dimostrare finalmente che si può scendere dal palco suggestivo della celebrità e usare la fascia non soltanto come un tappeto volante per raggiungere la Capitale ma come strumento per affermare un’identità ritrovata e un percorso di crescita di un territorio oltre l’assistenzialismo (più volte è stata allontanata l’idea ma, di fatto, resta ancora strisciante) e convocare ciascuno degli attori istituzionali alla concretezza della realtà per applicarsi all’urgenza di problemi che attendono risposte.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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