LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Trasporto pubblico. La differenza tra le condizioni reali e le seghe mentali»

Premessa 1. Michele Sambaldi è Vice Group Director del Gruppo Pellicano che gestisce l’Hotel Mezzatorre che a sua volta fa capo a Marie Louise Sciò. Ho letto la sua intervista. Replico, non per difesa. Anzi ne condivido la visione e lo faccio solo per chiarire un aspetto importante, spartiacque tra un modo di pensare positivo e l’altro negativo. Bisogna far differenza tra chi parla (solo) male dell’isola e chi ne parla “male”, ma in fondo bene, con l’intento- in questo secondo caso – di spingere il lembo di terra a migliorarsi ed esprimere le sue potenzialità nascoste.

Ciò che non va giù a molti è la mediocrità nella gestione, sia amministrativa sia nella dimensione turistica, insieme all’incapacità di fare rete. Non si digerisce la mancanza di previsione, base per una programmazione seria. Scoppia perciò in tanti la consapevolezza che una terra colma di energia che urla la necessità di modellarsi per fronteggiare le prorompenti esigenze del mercato, e non soltanto a vantaggio di quelle, sia preda della sordità assoluta di amministratori e classe dirigente. Fa male sapere che l’enorme potenziale specie umano è sperperato e disperso, consumato e messo a disposizione di condotte sciatte con la pretesa, al contrario, di proporsi come migliore possibilità disponibile. Per contro c’è chi si limita a rappresentare la bellezza di Ischia con foto di tramonti o panorami mozzafiato. Allo stesso tempo si dimentica che esistono sfumature da curare e sviluppare. Attribuiscono insomma alle fotografie il potere di occultare ciò che insiste e non funziona, sperando nella capacità dell’isola di auto assolversi e irrobustirsi da se e senza l’aiuto di figure all’altezza. Perché quelle che abbiamo sono le migliori. E in questo scatto di presunzione decidono per tutti. Premessa 2. Trasporto pubblico su gomma, autobus. Tocca evidenziare due aspetti fondamentali per metterli al primo posto nella classifica delle storture che ci competono per diritto a causa dell’atavica giurisdizione isolata tra comuni e tra le sei angeliche forze del male e la Regione.

Non esauriscono il parco dei problemi che interessano l’EAV, ma certo ne rappresentano la fonte. Con la loro presenza, che è assenza, spingono all’adeguamento, all’abitudine al ribasso, alla basicità, all’assenza totale di ogni forma di amministrazione, sia societaria sia comunale. Come a dire: “Questo è il massimo che può, e deve, ottenere il cittadino, suddito. Abituatevi e non rompete le scatole perché non potete pretendere di più”. Gli autobus dell’EAV, in particolare, continuano la battaglia feroce per la sopravvivenza sulle strade isolane. Li vedi aggirarsi talvolta solitari, talaltra strapieni di meraviglie umane. Di notte quando ci sono e di giorno sotto il sole. Qualcuno ha la fortuna di rinfrescarsi la pancia d’aria condizionata mentre scorre lento sulle arterie dell’isola. Per autobus che riescono a completare il percorso di acquisizione di tappe e persone macellate dal caldo alle fermate, altri cadono sotto il fuoco nemico dell’incuria favorita dalla mancanza di fondi (da destinare a Ischia) da parte della Regione. Il che è un poco strano se messo di fronte al dato secondo cui l’ente regionale in Campania, come ha dichiarato l’On. Maria Grazia Di Scala, investe circa 670 milioni di euro nel trasporto pubblico. Per non parlare dei diversi mausolei su gomma, ahinoi, che soffrono di anzianità e incontinenza. Alcuni perdono olio, diversi restano danneggiati sulle carreggiate (magari in curva, mi è capitato di incontrarne sulla via che conduce a Citara, ma l’elenco degli arresti forzati è lungo, vi assicuro), causando traffico e problemi. I passeggeri sono costretti a trasmigrare come anime in pena su altre carrette simili, cui è attribuito l’arduo compito di portarli in salvo nei porti di arrivo o a destinazione. Il presidente dell’Eav De Gregorio può dichiarare ciò che vuole, ci mancherebbe. È libero di ripetere a noi e a lui stesso, con la tipica vivacità da attore di fotoromanzi, che ci lamentiamo per niente e comunque –grazie, Presidente- arriveranno sull’isola navicelle spaziali di ultima generazione. Può continuare a discolparsi dal balconcino scemo del social anche perché – se non si fosse capito- gli scemi in fondo siamo noi. La fotografia degli autobus fa rabbrividire gli animi più “mobili” (in certi casi “d’arredo”, in altri si tratta di vero e proprio immobilismo), come fanno tremare le condizioni di autisti e dipendenti che, sì, fanno il proprio lavoro, in silenzio, ma in una situazione pietosa. L’altro aspetto riguarda i sindaci. Non sono in grado di fare rete. Non solo. Sono incapaci di mettersi insieme per discutere sulle più comuni azioni da adottare a vantaggio dei 67 mila abitanti. Fatto ne è che a distanza di cinque anni dalla firma del protocollo d’intesa voluto dall’allora Commissario dell’azienda di Cura e Soggiorno, Mimmo Barra, non hanno intrapreso nessuna attività in comune perdendo l’accesso ai fondi del piano strategico della Regione.

Se da un lato tanto per citare un esempio ci sono tassisti convinti che il servizio pubblico da piazza sia ancora un lusso e per il tragitto da Lacco Ameno fino al centro di Forio chiedono dai 40 ai 50 euro a corsa (e non c’entra il costo della benzina!), dall’altro manca il sostegno dei mezzi pubblici. Causa ne è il vuoto amministrativo tra le sei angeliche forze del male che non hanno pensato, finora, neppure di monitorare lo stato di salute del turismo che si muove senza regia. Sì, perché autobus e taxi costituiscono un pilastro del turismo ed è necessaria un’inversione di tendenza nella mobilità. Ristabilire un centro di gravità permanente, si può: creare una società isolana a gestione partecipata con i comuni in cui inserire i taxi. Si può fare, stanziando una quota parte della tassa di soggiorno complessiva. A Milano esiste il servizio Radiobus, dalle 20 in poi. A metà tra il trasporto pubblico e l’autobus ti preleva da un punto prescelto della città fino alla destinazione desiderata. Il costo del biglietto varia da 1.50 euro fino a 6, dipende dalla distanza. Se la carriera politica di sindaci e assessori si vede dalla capacità di lasciare istantanee indelebili certamente è arrivato il momento di oltrepassare la soglia del limite comunale e mentale, andare oltre l’ordinario. In caso contrario lo sconforto causato dall’ignoranza amministrativa e dall’eccessiva tutela del proprio bacino di voti, servirà a compensare la certezza che esistono persone vili, empie e fallaci. E che di amministratori, con la “A” maiuscola, è possibile trovarne solo tra le “scimmie hippie” del Congo e Darwin, in fondo, aveva torto.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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