CRONACA

Cantiere della Siena e palazzo a rischio: salta l’accordo, avanti con la super perizia

Nulla di fatto nell’incontro svoltosi venerdì scorso tra il Consulente tecnico d’ufficio e le parti in causa

Nulla di fatto nell’incontro svoltosi venerdì scorso tra le parti in causa e il Consulente del Tribunale per la nota vertenza tra i residenti di Palazzo Scalfati a Ischia Ponte e la Turistica Villa Miramare Spa. Controversia originata dal fatto che nel palazzo ischitano furono riscontrate alcune microlesioni nell’edificio. Gli abitanti paventarono l’ipotesi che potesse essere un problema legato allo svuotamento della falda freatica sottostante, svuotamento da mettere in relazione con i lavori del costruendo parcheggio pluriplano alla località detta della “Siena”. I componenti del condominio di via Seminario, dopo aver avanzato una proposta di accordo il mese scorso, hanno ritenuto che la risposta della controparte sia troppo distante dalla sia pur minima convenienza economica e processuale.

A questo proposito è stata reiterata al Consulente del Tribunale l’istanza di doversi procedere al mandato ispettivo, cioè effettuare la cosiddetta “superperizia”, anche se l’Amministratore avvocato Arcamone, quale parte, ha richiesto una verifica della corrispondenza degli oggetti dei preventivi di spesa delle imprese esecutrici con le prescrizioni del Magistrato nella Ordinanza del 15 gennaio scorso. Non appena saranno pronte le sottoscrizioni delle offerte di lavori e verranno versati gli acconti per inizio operazioni, dovranno comunque trascorrere 15 giorni per organizzare concretamente gli accessi. Il tutto farebbe pensare ad una ripresa delle attività di consulenza per il fine mese di ottobre, inizio novembre 2019. Va chiarito che, nonostante si fosse trattato dell’ultimo stadio di trattative,  il Condominio ha lasciato uno spiraglio di ripensamento alla Turistica Villa Miramare S.p.a., sempre nell’ottica del buon vicinato.

Pur tuttavia, questa disponibilità a trattare non va interpretata assolutamente come debolezza, ovvero perdita di autorevolezza: «il Condominio di Via Seminario continua a seguire la propria strada difensiva, aspra, complessa ed onerosa», spiega l’avvocato Luigi Della Monica, che insieme al collega Cimadomo difende le ragioni dei residenti, che aggiunge: «Una circostanza comunque credo che vada stigmatizzata: i muri di gomma e di silenzio non giovano a nessuno, nemmeno a chi si sente forte dall’alto della propria torre di Babilonia». Il professionista prosegue con durezza ma anche con amarezza: «Questa vicenda è stata interpretata, né più e né meno, come quella di un manipolo di avventurieri che intendono dimostrare un assunto tecnico strampalato, che verrebbe senz’altro spazzato via dalla oggettiva mancanza di fondamento e dalle divisioni interne ed esterne che bisogna evidenziare come esistenti, tanto all’interno fra le perplessità di alcuni condomini in minoranza del palazzo “Scalfati”, tanto nell’opinione pubblica locale». «In tale ultimo caso – specifica l’avvocato – ho potuto constatare una frammentazione in almeno tre tipologie di riflessione sull’argomento: gli utopisti “No Triv”, che vorrebbero il ripristino dei luoghi; i progressisti che plaudono con forza alla iniziativa, sognando il momento della inaugurazione; gli incerti che desideravano una soluzione mediana fra la realizzazione di un parcheggio risolutivo dell’affollamento delle auto nel borgo antico e lo scorrere di tempi brevi. In nessun caso un ideologo di Ischia Ponte ha potuto o forse voluto porre una riflessione sulla tematica scottante. Nessuno ha posto la classica domanda: “a cosa giova”?». Della Monica cerca di dare una risposta: «Mi verrebbe da citare Giulio Cesare, che asseriva oltre duemila anni fa “dividi et impera”, ma il naufragare delle trattative, se mai l’augusto Avvocato Santaroni non accolga mai più una proposta bonaria, mi impone di essere totalmente scettico sulle riforme della Giustizia, auspicate, propugnate, osannate ed invocate dai vari Governi che si susseguono: dopo circa nove anni dal Dlgs. 28\2010, il quale ha introdotto in alcune materie civili l’obbligo preventivo del tentativo di mediazione, gli italiani non hanno metabolizzato nulla. Non vi è la mentalità di avanguardia giuridica di riflettere che forse un accordo possa snellire e ridurre il carico contenzioso dei Tribunali isolani e non. Ci si perde in sterili contrasti basati sul discreditare su di un piano metagiuridico l’avversario, tentando di sfiancarlo ovvero di dissuaderlo con la prospettazione della sua presunta idiozia, al fine di isolarlo, con tutto ciò perdendo di vista la realtà oggettiva, che  allorquando scomoda si rimuove e si respinge energicamente come aliena». Il difensore degli abitanti dello storico edificio alle porte di Ischia Ponte conclude: «A questo punto, posso solo augurarmi che le ulteriori risultanze peritali forniscano un responso tecnicamente incontrovertibile, al fine di mettere in fuga qualsiasi dubbio di genuinità e di buona fede della iniziativa giudiziaria del Palazzo “Scalfati”, il quale sopito come il Vesuvio è stato ridestato dalla celebre ordinanza del Comune di Ischia del 14 dicembre 2017 ed ha sostenuto danni e costi cospicui, le cui cause intende investigare e portare alla luce».

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