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Alloggio popolare sottratto, il sindaco revoca il decreto

CASAMICCIOLA TERME – Con apposito decreto sindacale il primo cittadino di Casamicciola, Giovan Battista Castagna, ha disposto “l’annullamento in autotutela ai sensi e per gli effetti della legge 241/90, del proprio decreto n. 19 del 28 settembre 2015 con cui è stata dichiarata la decadenza dell’assegnazione dell’alloggio di proprietà dell’IACP sito in Casamicciola Terme al Rione de Gasperi, piano II isolato 1, al sig. Patalano Salvatore, nato a Casamicciola Terme, assegnatario”. Nello stesso atto il sindaco della cittadina termale ha anche disposto che lo stesso decreto sia notificato al diretto interessato, sia inoltrato per gli adempimenti di propria competenza all’Istituto Autonomo Case Popolari e pubblicato all’albo pretorio comunale, anche on line. La vicenda, in effetti, è di quelle un attimino particolari e va spiegata nei minimi dettagli. E’ presumibile che da un accertamento eseguito presso l’abitazione in oggetto potrebbe essere risultato che la stessa non fosse abitata dagli assegnatari e dunque seguendo quelli che sono i canoni standard in questi casi si sia provveduto a revocare l’assegnazione che consente il diritto di usufruire della cosiddetta casa popolare.

Un particolare, questo, che viene anche confermato dal corpo del decreto sindacale. Tutto nasce da un sopralluogo dei vigili urbani di Casamicciola lo scorso 24 agosto presso l’immobile in oggetto: dalla relazione che venne poi redatta emerse che la casa del Patalano non era occupata e che da informazioni assunte presso i vicini risultava che lo stesso dimorasse altrove, precisamente presso l’abitazione della moglie. Gli atti venivano trasmessi per opportuna conoscenza all’IACP che il 22 settembre con una nota chiedeva al Comune termale “di adottare idoneo provvedimento di decadenza della conduzione dell’alloggio… il quale risulta non abitare stabilmente nell’immobile a lui assegnato”. Un provvedimento, questo, puntualmente emesso con il primo decreto recante proprio la firma di Giovan Battista Castagna. Trascorre un mese esatto e presso il municipio arriva una sorta di “memoria” di Salvatore Patalano, che chiede al primo cittadino di annullare in autotutela il decreto che di fatto lo ha tolto dal possesso e dall’utilizzo della casa popolare (era il 28 ottobre). Le motivazioni da quest’ultimo addotte evidentemente non erano assolutamente campate per aria o immotivate, ed allora l’ente il giorno immediatamente successivo chiedeva un consulto al legale del Comune, l’avv. Raffaele Marciano, che redigeva un parere a tempo di record.

Il professionista, tra l’altro, ricordava tra l’altro come “il provvedimento di decadenza deve fondarsi su un’adeguata istruttoria ed una congrua motivazione da cui risultino gli elementi valutati dall’amministrazione e l’iter logico da essa seguito per arrivare alla determinazione assunta” ma anche che “il provvedimento di decadenza adottato dal sindaco, nella fattispecie, potrebbe in sede di eventuale tutela giurisdizionale certamente non essere ritenuto legittimo, in quanto adottato sulla scorta di un unico accertamento dei vigili urbani in ordine alla mancata occupazione dell’alloggio, quest’ultimo puntualmente non idoneo né sufficiente da solo a dimostrare quanto richiesto ed imposto dalla legge ai fini dell’adozione dell’atto medesimo”. Insomma, per farla breve, ma più avanti cercheremo di essere più minuziosi, l’attività di controllo svolta sarebbe stata superficiale e non reiterata, troppo poco dunque per giungere a conclusioni. Non a caso nel decreto sindacale si ricorda anche che è stato accertato che dall’anagrafe dei residenti del Comune di Casamicciola Terme risulta che “presso l’immobile in argomento vi è tuttora residente la signora Patalano Marianna, figlia del sig. Patalano Salvatore”. Ora, secondo le poche indiscrezioni che trapelano, sembra proprio che Marianna Patalano sia domiciliata e residente da sempre in quell’immobile e che il fatto di non averla trovata in casa in occasione dell’unico sopralluogo compiuto costituisce senza dubbio un presupposto troppo debole per giustificare la decadenza dal possesso di un alloggio popolare. Anzi, non solo, dinanzi ad un procedimento di natura civile l’ente pubblico potrebbe trovarsi ad ottenere anche un danno economico tutt’altro che irrilevante, finendo condannato ad un risarcimento. Un rischio, questo, parimenti sottolineato dall’avv. Marciano nel parere cui facevamo riferimento in precedenza, quando lo stesso parla di un potenziale “aggravio economico per l’Ente in un momento in cui lo stesso versa già in enormi difficoltà finanziarie”.

Cosa significa dunque la revoca di questo decreto? Che la partita deve ritenersi chiusa e che lo status quo viene ripristinato definitivamente? Niente affatto. Il sindaco Castagna, infatti, ha chiesto ai vigili urbani di effettuare nuovi e più approfonditi accertamenti per capire come stanno realmente le cose e non lasciare neanche il minimo dubbio su una vicenda che per ovvi motivi deve essere analizzata in maniera minuziosa.

 

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