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Cultura, “La Solfatrice” di Maltese avrà una copia bronzea

di Francesco Castaldi

FORIO – Il sei luglio scorso, nella sala delle adunanze del Comune, la Giunta ha approvato la realizzazione della statua bronzea de “La Solfatrice”, che verrà collocata in piazza san Gaetano. L’opera in gesso di Giovanni Maltese è tra le più note e apprezzate tra quelle forgiate dall’eclettico maestro foriano, che nel corso della sua movimentata esistenza ebbe modo di soggiornare anche all’estero e stupire con il proprio estro anche i colleghi d’oltralpe.

L’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Del Deo – che ha sottoscritto la proposta di delibera – ha dunque deciso di dare seguito a un’idea partorita dall’ex assessore alla cultura Luciano Castaldi. Circa tre anni fa, in occasione del centenario della morte dell’artista foriano, Castaldi propose di realizzare una copia bronzea de “La Solfatrice”, attualmente custodita all’interno del vecchio palazzo municipale.

«Credo che quella assunta dall’amministrazione comunale di Forio sia un’ottima iniziativa», ha dichiarato l’ex assessore Luciano Castaldi. «La sua realizzazione permetterà da un lato di preservare l’opera del Maltese, dall’altro consentirà di restituirla alla collettività. Questo progetto – ha concluso Castaldi – darà certamente lustro a Forio, e al tempo stesso potrebbe rappresentare un ottimo volano per il Museo Civico del Torrione, all’interno del quale sono custodite le principali opere dell’artista».

Dello stesso avviso sono stati gli storici locali Gerardo Calise e Nino d’Ambra. «Era ora!», ha esordito Gerardo Calise. «Sono lieto che l’amministrazione comunale abbia deciso di realizzare la statua bronzea de “La Solfatrice”, che è sicuramente una delle opere più significative create dal Maltese». L’avvocato d’Ambra, fondatore dell’omonimo centro di ricerche storiche, ha dichiarato: «La statua è senza ombra di dubbio il miglior pezzo del Maltese, e per tale ragione non posso che esprimere tutta la mia più viva contentezza per questa lodevole iniziativa». A esternare la propria soddisfazione è stato infine il presidente dell’associazione culturale “Radici” Giuseppe Magaldi, che da diversi anni rende possibile l’apertura del Museo Civico del Torrione coadiuvato da un gruppo di volontari. «È una notizia meravigliosa, perché finalmente un lavoro del Maltese viene portato all’esterno. Non posso che plaudire all’iniziativa, perché “La Solfatrice” è una statua che rappresenta le radici culturali della nostra Forio».

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LA SCHEDA DE “LA SOLFATRICE”

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Notizie storico-critiche:

Maltese, che spesso si serviva per le sue sculture di modelli reali, per realizzare la Solfatrice avrebbe utilizzato due modelle, secondo la testimonianza di alcuni parenti: la testa sarebbe di Colella Marianna in Carcaterra, il busto di Mendella Maria Giuseppa in Migliaccio.

Descrizione:

L’opera raffigura una contadina foriana intenta a svolgere l’operazione della solforatura (da qui il titolo), cospargendo le viti con polvere di zolfo. La donna, raffigurata in piedi, indossa i tipici abiti da popolana lavoratrice: fazzoletto sulla testa, camicetta con maniche lunghe rimboccate sui gomiti, gonna sotto il ginocchio. Tiene appoggiata sul fianco destro la solforatrice: con la mano destra aziona l’attrezzo, il braccio sinistro è poggiato sul tubo da cui fuoriesce lo zolfo. Dal tronco di vite, raffigurato accanto al piede destro della giovane contadina, salgono i tralci fitti di foglie e grappoli che aderiscono al fianco sinistro della figura quasi fondendosi con essa e diventandone un elemento decorativo. La posa è caratterizzata da una leggera torsione del busto verso destra cui si contrappone il viso ruotato verso il lato opposto; l’espressione del viso è intensa e concentrata e l’intera figura comunica forza, freschezza ed eleganza. (fonte: www.cdlstoria.unina.it)

LA BIOGRAFIA DI GIOVANNI MALTESE

Giovanni Maltese nasce a Forio il 7 gennaio 1852 da due contadini, Francesco e Rosa Castaldi. Persa la madre in tenera età, viene affidato dal padre, passato a seconde nozze, ad alcuni zii che lo avviano all’agricoltura. Le prime opere lasciano già intuire il suo talento, suscitando lo stupore e l’ammirazione dei compaesani e persino l’interessamento del sindaco del paese che ottiene per lui una borsa di studio di trenta lire mensili. Il giovane Maltese può così trasferirsi a Napoli dove si iscrive verso il 1870 all’Istituto di Belle Arti. Conseguito il diploma di scultore nel 1879, si trasferisce a Roma dove frequenta per due anni lo studio dello scultore verista Giulio Monteverde. Questi nel 1882 gli procura il primo prestigioso incarico, proponendolo per i lavori di decorazione del castello di Chenonceaux nella Loira. A seguito di contrasti con nuovi appaltatori, lo scultore lascia i lavori e si trasferisce a Parigi, dove vive eseguendo ritratti a carboncello. Il soggiorno parigino gli consente di entrare in contatto con l’Impressionismo. Tornato in Italia, realizza a Forio per la signora Wagner alla “Mezza Torre” alcune statue e gruppi in bronzo, tra cui i Pidocchiosi (1881); l’anno seguente espone a Napoli Graziella, scultura condannata dalla critica ufficiale.

Il disastroso terremoto che il 28 luglio 1883 sconvolge Ischia distrugge la casa di famiglia e uccide gli unici parenti rimastigli, il fratello e il nipotino. L’artista sceglie di restare nella sua terra natale e, ottenuta in enfiteusi dal comune di Forio la più antica delle torri di difesa, il Torrione, vi si ritira, adattandola a sua dimora e studio. I soggetti prediletti sono personaggi della realtà quotidiana e della società foriana dell’epoca: pescatori, contadini, popolani, borghesi. Sono gli stessi personaggi che ispirano e animano anche le poesie in dialetto foriano. Il vernacolo foriano è il mezzo espressivo che gli consente anche di colpire la corruzione di politici locali con satire pungenti, divulgate nel 1892 in anonimato nel libello Cerenne. Nel 1901 sposa la pittrice inglese Fanny Jane Fairer che gli resta accanto fino alla morte, avvenuta il 21 agosto del 1913. Le sue spoglie, forse a causa dei contrasti e delle polemiche politiche, non hanno trovato degna sepoltura e riposano nella fossa comune del cimitero di Forio. (fonte: www.cdlstoria.unina.it)

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