POLITICAPRIMO PIANO

De Siano chiude la porta al “totosindaco”: «Il candidato sono io»

Lunga intervista al senatore lacchese, tanti i temi toccati ma è chiaro che le elezioni amministrative in programma in primavera finiscono inevitabilmente col catalizzare l’attenzione. Partendo da un “dogma”

Solitamente non si parte mai col piede sull’acceleratore ma per una volta voglio fare eccezione. Andiamo subito al sodo: sarai candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative di Lacco Ameno?

«L’ho detto e lo ribadisco una volta di più, a scanso di equivoci. Ho creato una piattaforma politica larga con un gruppo di amici, non ho nessuna difficoltà a confermarti che sarò candidato sindaco a Lacco Ameno. Una coalizione “variegata”? Un progetto, per essere condiviso, necessita della platea più ampia possibile»

«L’ho detto e lo ribadisco una volta di più, a scanso di equivoci. Ho creato una piattaforma politica larga con un gruppo di amici, non ho nessuna difficoltà a confermarti che sarò candidato sindaco a Lacco Ameno».

Sei a conoscenza del fatto che in molti sostengono che la tua è stata una fuga in avanti per tenere unito un gruppo di diverse estrazioni ma che alla fine il candidato non sarà il senatore?

«Ho anche spiegato perché alla mia età, dopo aver fatto una serie di esperienze politiche diverse, ritorno in maniera responsabile a propormi ai miei concittadini a capo di una coalizione. Le condizioni impongono responsabilità ed una presa di coscienza seria: io amo il mio paese e sono riconoscente alla sua gente che mi ha consentito di fare una discreta carriera politica, ora è giunta l’ora di ricambiare i sentimenti di gratitudine. Vogliamo proporre la formula per far ripartire Lacco Ameno».

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C’è chi parla di un “cantiere” composto da figure che in alcuni casi hanno davvero poco di compatibile…

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«Quando c’è stata la famosa conferenza, ho spiegato le ragioni di questa operazione. Parto dal presupposto che l’isola tutta è in sofferenza, Ischia turisticamente è in difficoltà come meta da prediligere per una vacanza. Dobbiamo essere bravi a fare quello che abbiamo fatto vent’anni fa, creando una destinazione nella destinazione: per farlo servono scelte forti, diverse dall’ordinaria amministrazione che ha caratterizzato gli anni passati. E’ ovvio che per riuscire nell’intento serva la massima condivisione di un progetto: nulla di fantasmagorico, ma occorre ragionare a lunga scadenza allargando la platea e rendendola quanto più ampia possibile».

Ti definiscono un “mangia sindaci” ed allora la domanda è inevitabile: perché alla fine l’amministrazione guidata da Giacomo Pascale è implosa?

«Rispondo in maniera semplice e concreta: se in una maggioranza in carica arriva la sfiducia di nove dodicesimi, c’è ben poco da commentare. Chi è stato sfiduciato farebbe bene a chiedersi come è stato possibile che si arrivasse a tanto».

In cosa l’ultima amministrazione non è riuscita a far fare il salto di qualità al paese?

«Se in una maggioranza in carica arriva la sfiducia di nove dodicesimi, c’è ben poco da commentare. Chi è stato sfiduciato farebbe bene a chiedersi come è stato possibile che si arrivasse a tanto. Insomma, se c’è stato uno scollamento così clamoroso, l’unica medicina è una sana autocritica»

«Negli ultimi anni mi sono tirato fuori dalle vicende amministrative del mio paese per il senso di responsabilità che nutro verso le istituzioni. Ero sotto processo per fatti che riguardavano Lacco Ameno, e allora ho preferito rimanere estraneo alle questioni locali. E’ chiaro che nel momento in cui ho risolto questi contenziosi in maniera positiva, credo che al pari di qualsiasi altro cittadino ho il diritto a dire la mia. Lo sto facendo in maniera tranquilla e garbata e allora ribadisco: se c’è stata una così ampia sfiducia, non possono certamente prendersela con me. E poi…».

E poi?

«Al di là delle favole che si possono raccontare o ascoltare per strada o a teatro, chi svolge un ruolo istituzionale si assume le responsabilità di quello che fa».

Quanto ti ha dato fastidio leggere qualche punzecchiatura sui social, quando in particolare si diceva che in passato “Lacco Ameno era nota fuori dall’isola soltanto per le cronache giudiziarie”?

«Sono sempre stato rispettoso delle istituzioni. Sono stato il sindaco di questo paese per due consiliature, nessuno mi ha mai mandato a casa e soprattutto si contano sulle dita di una sola mano (ma nemmeno) i consiglieri che si siano allontanati da una mia maggioranza. Quando si amministra si è inevitabilmente sottoposti alla gogna giudiziaria, è successo anche a me e in alcuni casi ho avuto a che fare pure con procedimenti seri. Ho sempre rispettato la magistratura e sono venuto fuori in maniera trasparente e cristallina da ogni vicenda, solo questo conta. Poi, se mi è consentita una divagazione al tema, mi piace ricordare che quando sono stato alla guida del mio paese è risaputo sull’isola ed anche al di là del mare il modo in cui veniva gestita e amministrata Lacco Ameno. E aspiro a riportare il paese a quei fasti, detto per inciso».

Un sindaco è come un medico. Qual è la “ricetta” per Lacco Ameno?

«Sono sereno rispetto alla proposta che porteremo al giudizio degli elettori, poi non importa quante saranno le liste. Ho sempre sostenuto che le elezioni sono confronto e competizione, anche scontro purché si rimanga nell’ambito della politica. Gossip e porcherie le lascio agli altri»

«E’ soprattutto una ricetta di squadra, lavoreremo insieme per far ripartire il paese. Immagino una Lacco Ameno protagonista rispetto al segmento importante quale la cultura. E allora penso a un polo museale importante che colleghi Villa Arbusto agli scavi di Mazzola, di collegare questi ultimi con gli scavi di Santa Restituta. Insomma, creare un itinerario della cultura ma anche per far questo c’è bisogno della massima condivisione. Ecco, la ricetta dovrà essere di arricchimento, col risultato di far crescere anche turismo e occupazione».

Ci sarà una terza lista?

«Sono sereno rispetto alla proposta che porteremo al giudizio degli elettori, poi non importa quante saranno le liste. Ho sempre sostenuto che le elezioni sono confronto e competizione, anche scontro purché si rimanga nell’ambito della politica. Gossip e porcherie le lascio agli altri».

Quello romano è l’ultimo “giro” per Domenico De Siano o mai dire mai?

«Oggi come oggi risponderei con una sciocchezza. Sono preso a lavorare per preparare le condizioni per presentarci al meglio come Forza Italia nella coalizione di centro destra alle prossime regionali, e guidando il partito in Regione è una bella responsabilità. Il resto del mio tempo, che per fortuna è parecchio, lo dedico a costruire la squadra e il programma per Lacco Ameno, che ha la priorità».

Diventare sindaco per avere inizialmente quali obiettivi?

«Il mio consenso frutto dei lavoratori nelle aziende di famiglia? Beh, questa è una barzelletta. Molti dipendenti non sono di Lacco Ameno e poi vorrei ricordare che ho raccolto tanto quando le aziende non erano quelle di oggi. La gente mi premia da decenni, lo dicono storia e numeri»

«Andrei eventualmente a relazionarmi coi miei colleghi per provare qualche inversione di rotta. Sull’isola l’organizzazione della macchina amministrativa pubblica è obsoleta, c’è bisogno del Comune Unico. E, per sgombrare il campo da ogni illazione, sono pronto a sottolineare che se domattina si arrivasse a raggiungere questo obiettivo io farei non due ma cinquemila passi indietro. E lo dico per far capire che non spingo in questa direzione perché anelo di diventare sindaco dell’intera isola, come magari qualcuno può pensare. Ma la verità, a prescindere, è che non siamo ancora pronti per un’operazione del genere».

Perché?

«Perché le amministrazioni locali non vogliono fare un ragionamento del genere, perché ci sono degli interessi che bloccano questo processo. Non ci arriveremo mai, continueremo a dire che è la medicina ma saranno solo chiacchiere. Non capisco però perché non si riesca a creare sinergia su alcuni servizi, come ad esempio la gestione dei rifiuti. Il servizio sarebbe uguale a Ischia e Serrara, il cittadino risparmierebbe, sarebbe un circolo virtuoso. Eppure un consorzio partì tanti anni fa con la gestione del servizio idrico, resta inspiegabile perché non si possa seguire lo stesso percorso. Eppure eviteremmo anche infiltrazioni poco trasparenti, dicerie e appalti di vario genere. Se dovessi diventare sindaco, lavorerò nell’ottica di sensibilizzazione su ragionamenti del genere».

Si dice spesso che Domenico De Siano nella sua Lacco Ameno raccolta il consenso perché in tanti lavorano nelle aziende di famiglia.

«Beh, questa è una barzelletta facilmente smentibile. Tanti dipendenti, in primo luogo, non sono di Lacco Ameno e poi vorrei ricordare che il sottoscritto ha raccolto consensi quando le aziende non erano quelle di oggi. Insomma, la gente mi premia da decenni ed un motivo immagino dovrà pur esserci. E’ chiaro che mi auguro si continui su questa linea (sorride, ndr) viste anche le imminenti amministrative».

Ai cittadini lacchesi cosa vuoi dire?

«Sin da giovane ho svolto attività politica, oggi ho una certa età ma mi piace continuare a sognare nonostante i miei sessant’anni. I miei sogni vorrei adesso condividerli nuovamente con i miei concittadini: a Lacco Ameno dobbiamo riprendere a guardare con ottimismo al futuro, attraverso la positività e la possibilità di credere di raggiungere un obiettivo potremo riuscirci. Da maggio questo paese dovrà tornare ad essere la perla dell’isola, a fatti e non a chiacchiere».

Qualcuno tra gli altri sindaci isolani potrebbe non vedere di buon occhio Domenico De Siano sindaco. Ti è giunto nulla all’orecchio?

«Ognuno ha il diritto di poter esprimere la propria opinione, non ci sono problemi. Io innanzitutto spero di raggiungere il mio obiettivo con gli amici che mi accompagnano per poi lavorare a progetti e iniziative che possano vedere la tanto agognata unità di intenti. Io non credo di essere l’ultimo sprovveduto nel creare alleanze su tematiche che possano apportare benessere all’isola d’Ischia. Se ci sono difficoltà nel creare operazioni unitarie come quella di cui accennavo prima relativamente ai rifiuti, allora non vorrei essere costretto a pensare che qualcuno ha interessi nel partorire appalti privati. E sia chiaro, questo lo dico adesso e continuerò a sostenerlo anche se dovessi diventare primo cittadino di Lacco Ameno».

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Nuccio

Il San Montano aveva giusto bisogno di una ampliatella.

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