CULTURA & SOCIETA'

Domani il quinto venerdì quaresimale della via Crucis al Cretaio l‘allegra tradizione dell’ ”invasione” dei boschi intorno alla chiesetta dello storico crocifisso è solo un lontano ricordo

SACRO & PROFANO NELLA FAMOSA LOCALITA’ BOSCHIVA TRA BARANO E CASAMICCIOLA INVASA NEGLI ANNI ’50 E ’60 DEL SECOLO SCORSO PRIMA DI PASQUA DA UNA SPENSIERTA GIOVENTU’ DEL PASSATO - A dieci giorni dalla Settimana di Passione e dalla Santa Pasqua sono tornati e stanno per concludersi gli attesi Venerdì della Via Crucis, presi di mira, in un passato non molto lontano da comitive di ragazzi e ragazze per la pacifica invasione del Cretaio. Le allegre scampagnate al’ombra di un’antica chiesetta che conserva un secolare e prezioso Crocifisso, opera di un artista di Lacco Ameno. Storie d’amore nate nella bellezza e spensieratezza di quelle gite e sfociate in felici matrimoni da cui ha preso vita l’attuale generazione. Il “filone” a scuola per quella occasione era diventato un classico che gli studenti difficilmente potevano giustificare. Oggi in zona vi è solo scempio edilizio, anche se la Chiesetta restaurata funziona regolarmente la domenica e in questi venerdì della Via Crucis che precedono la Santa Pasqua del 17 aprile prossimo

Ormai i tradizionali venerdì della Via Crucis, legati ai riti pasquali sono iniziati. Il Venerdi cosidetto del Cretaio di domani, sara’ il quinto. Essi precedono la Settimana Santa e la Pasqua di Resurrezione,che verranno e sono corrispondenti alle 14 “stazioni” della “Via Dolorosa” in cui sono rappresentati i momenti di passione e calvario di Cristo fino alla morte in Croce. Ma sono stati e sono anche i venerdì della Via Crucis della storica chiesetta del Cretaio, dove ci si recava per fede e per svago, potendo godere tra l’altro del bellissimo bosco circostante per la programmata scampagnata fino al cratere di Fondo Ferraio.

CRETAIO ANNO 1956 – COMITIVA DI ISCHIA IN SCAMPAGNATA DANZANTE IN UNO DEI VENERDI’ DELLA VIA CRUCIS

Questo luogo, oggi trasformato, ma con la sola chiesetta restaurata ed aperta al culto dei fedeli, conserva una storia del passato che riguarda alcune generazioni di isolani che l’hanno vissuta. Ma il passato non si dimentica, e noi qui vogliamo ricordarlo . Dagli anni ‘50 in poi, gli ischitani di fede cattolica praticanti o poco praticanti, avvertivano con largo anticipo l’annuale ricorrenza della Settimana Santa, preludio alla Pasqua, contando i venerdì della Via Crucis per scegliere uno o più di uno di essi per la escursione con gli amici di scuola al Cretaio. Il significato religioso, rappresentava il pretesto per vivere i venerdì quaresimali, tra fede più o meno superficiale e senso della tradizione intenso e aperto pure ad altre forme di partecipazione, tra svago e preghiera, come per dire: sacro e profano. Insomma i venerdì quaresimali prima della Pasqua, per comitive di ischitani , scolastiche e non, erano dedicati ad una particolare zona di richiamo agreste e ad una chiesetta in loco con un secolare Crocifisso, dalle piaghe rosse evidenti e dal volto straordinariamente sofferente. Parliamo dell’antica chiesetta del Cretaio nel vasto e folto bosco di Fiaiano, tra i Comuni di Barano e Casamicciola con giurisdizione Barano. La Chiesetta col suo leggendario Crocifisso, negli anni passati, è stata meta di numerose comitive di ischitani che a modo loro, santificavano il Venerdì quaresimale della Via Crucis recandosi nel tempietto, per prendere parte al rito religioso officiato dal sacerdote celebrante.

L’ANTICA CHIESETTA DEL CRETAIO APERTA OGGI AL SACRO TITO DELLA VIA CRUCIS

Finita la funzione quelle persone, ragazzi ed adulti, che avevano affollato la chiesa nell’ora precedente, lasciavano il posto ad altri gruppi animati dalla stessa devozione, e così per tutta la giornata, in modo che, chiunque si fosse recato al Cretaio in uno degli attesi Venerdì comandati, avrebbe assolto al personale dovere della propria visita all’antica e tradizionale chiesetta, con la opportunità di poter dire di avervi partecipato. Dopo la funzione religiosa, le comitive in gita, uscite all’aria aperta e profumata dei primi odori della fresca primavera, popolavano, a gruppi sparsi, l’intero bosco, improvvisando allegri pic nic fra gli alberi con ricche merende per lo più a base di frittate, salcicce, friarielli, formaggi, torte e frutta varia. Non mancava lo strumento musicale per eccellenza, la chitarra con la fisarmonica , che nelle mani di esperti suonatori e cantanti per l’occasione, offrivano insieme le note giuste di una musica che serviva a tenere oltre modo su di giri, i gruppetti di giovani e meno giovani annidati fra alberi e i cespugli di quello che un tempo era lo scenario naturale tutto verde del Cretaio di un’altra epoca, e diciamo anche, di un’altra vita. Il periodo di maggiore frequentazione del Cretaio risale agli anni ’50 e ’60 allorquando i gitanti di quel tempo sapevano lasciare il segno meglio delle generazioni precedenti, che pure si portavano al Cretaio con lo spirito di vivere l’esperienza e l’emozione della Via Crucis, poiché, oltre alla prospettiva di consumare la propria particolare colazione seduti per terra, sotto gli alberi e fra il fogliame di quel luogo così incantato e riposante , sullo sfondo si attestava il richiamo mistico della secolare chiesetta con il suo storico Crocifisso.

L’ANTICO CROCIFISSO DEL ‘700 ESPOSTO NELLA CHIESETTA DEL CRETAIO PER LA VIA CRUCIS

Alle scuole medie Giovanni Scotti di Ischia , come al Liceo ed al Ginnasio, l’autoritaria e di buon cuore, Signora Preside Anna Di Meglio Baldino, autorizzava una sola classe per volta a beneficiare del Venerdi del Cretaio ed accompagnata per altro, da due professori disponibili. Il più delle volte l’onere, se così possiamo definirlo, toccava ai prof. di disegno Amedeo Garufi e di educazione fisica Ugga o alle sorelle professoresse Anna e Ida Buono. Ogni anno all’avvento del Primo Venerdì della Santa Via Crucis, si entrava in odor di Cretaio o “Rotaro”. A volte erano gli stessi professori ad offrirsi per procurarsi una bella giornata ricreativa. Al di fuori della scuola, tra i ragazzi e le ragazze scattavano le prime mobilitazioni organizzate. Si marinava la scuola per macchiarsi, per modo di dire, della colpa del classico “filone” che a scuola, nessuna giustifica serviva per coprirlo. Il fenomeno del filone a scuola si intensificò con l’entrata in scena dell’Istituto Tecnico Enrico Mattei per ragionieri e geometri a Casamicciola. Si faceva filone per ritrovarsi fra gli alberi del Cretaio in quei magici Venerdì di Quaresima, a mescolare religione e mondanità nel segno di una giornata allegra diversa dalle altre. Il fascino e l’assalto al Cretaio o Rotaro, per molti giovani di diversi decenni fa, sono stati anche propiziatori di un agevole trampolino di lancio di tante storie d’amore, nate nella spensieratezza e la bellezza di quelle irrinunciabili gite tradizionali e sfociate in sani e felici matrimoni da cui è fiorita la generazione di oggi. La quale, con entusiasmo diverso, in un contesto sociale diverso e in un Cretaio che non è più lo tesso di prima, non tiene più il passo alla tradizione come è stato fatto per il passato. Quei pochi che oggi vanno al Cretaio, trovano la chiesetta completamente restaurata e funzionante di tutto punto la domenica e nei Venerdì della Via Crucis. Ma trovano anche un’ambientazione degradata, deturpata e scippata di tutti i connotati naturali che un tempo non molto lontano l’intera zona del Cretaio, fino a Fondo Ferraio, vantava e che aveva fatto felici i loro genitori, i loro nonni. Oggi quella Chiesetta, la Chiesetta del Crocifisso come in tanti amano chiamarla, è lì a dominare un paesaggio, uno scenario agreste colpito a morte dove nemmeno i ricordini d’amore incisi a mano sulla pietra di tanti anni fa sparsi fra i cespugli e lasciati alla carezza ed al bacio del tempo sono scampati allo scempio.

Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

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