CRONACA

Il Cudas: «Il Centro diurno va rilanciato, non chiuso»

Attraverso una nota della Presidente Gianna Napoleone, il Comitato unitario per il diritto alla salute critica la politica di progressiva riduzione dei servizi sull’isola e rimprovera all’Asl la mancata sinergia tra il Rizzoli e Villa Mercede

Il Comitato unitario per il diritto alla salute ha emesso un comunicato, rivolgendosi ai dirigenti dell’Asl Na2 Nord, nello specifico al  Direttore generale, al Direttore sanitario  e al Direttore amministrativo oltre che ai  Sindaci dell’isola d’Ischia: « Egregi Signori – scrive il Cudas attraverso la Presidente Gianna Napoleone – come Voi ben saprete, da stamattina (ieri per chi legge, n.d.r.) il personale della R.S.A. isolana “Villa Mercede” è in sciopero per evidenziare la condizione di estremo disagio in cui versa, a causa della mancata corresponsione degli stipendi, che si sta protraendo da mesi e che è stata solo alleviata temporaneamente e per un brevissimo periodo dall’acconto sulle cifre maturate erogato qualche tempo fa, a cui ha fatto seguito un nuovo blocco degli emolumenti che si sta protraendo ancora oggi. Una situazione di grande impatto umano e sociale per le famiglie che la vivono, con ripercussioni per l’intera comunità, visto che afferisce alla realtà quotidiana di una struttura sanitaria di grande importanza per l’isola, punto di riferimento sicuro e affidabile per le centinaia di utenti e i loro familiari che negli anni, fin dall’apertura, ne hanno usufruito. Una solidarietà ancora più sentita considerando che, nonostante le enormi difficoltà che vivono personalmente, gli operatori stanno continuando a dimostrare un grande senso di responsabilità nel continuare non solo a fornire le loro prestazioni quotidiane all’utenza, ma a garantire il consueto alto livello di qualità e di umanità delle cure che, ab origine, ha rappresentato la cifra distintiva della struttura di Fontana».

La nota del Comitato poi si focalizza sull’eventualità più temuta: « Come Comitato isolano per il Diritto alla Salute, inoltre, consideriamo gravissima la decisione delle SS.VV. di procedere, dal 1° aprile p.v., alla chiusura del Centro Diurno della R.S.A., di cui, piuttosto, ascriviamo proprio all’organizzazione dell’Asl la responsabilità di non aver saputo o valuto negli anni – soprattutto gli ultimi – concretizzare appieno la “mission” originaria, assolutamente in linea con i bisogni reali della popolazione isolana e del territorio. Un utilizzo inspiegabilmente sottodimensionato rispetto sia alle esigenze diffuse di “sollievo” per le famiglie di cronici con patologie degenerative importanti e fortemente invalidanti sia soprattutto all’attività di riabilitazione, in particolare nella fase post acuzie a beneficio dei pazienti del nostro ospedale “Rizzoli”. Le SS.VV. non possono non essere al corrente dell’impossibilità, per motivi logistici, di garantire ai pazienti dell’ospedale, a cominciare dagli ortopedici, un’adeguata riabilitazione post operatoria. Una mancanza che ha portato moltissimi isolani a scegliere strutture ospedaliere fuori Regione, con notevoli esborsi da parte dell’Asl, per interventi ortopedici che avrebbero potuto effettuare a Lacco Ameno, ma per i quali, non potendo poi contare sulla fase riabilitativa, si sono dovuti rivolgere altrove, con disagi e costi ulteriori. Tutto ciò mentre avrebbero potuto usufruire tranquillamente delle attrezzature e del personale specializzato di cui è dotata proprio la R.S.A: “Villa Mercede” e che era stato progettato e acquistato a suo tempo dall’Asl Na2 proprio per consentire sul territorio l’attività riabilitativa in sinergia con l’ospedale». Circostanze che spingono la presidente Napoleone a porsi una serie di interrogativi: «Cosa impedisce all’Asl che Voi dirigete di organizzare questa sinergia tra “Villa Mercede” e il “Rizzoli”, assicurando finalmente sul territorio anche la fase riabilitativa che per legge va garantita agli utenti sanitari/cittadini della Repubblica? Perché gli isolani non debbono poter usufruire della parte riabilitativa del loro percorso di cura sull’isola, malgrado vi sia una struttura a ciò attrezzata? E che senso ha chiudere il Centro diurno, che proprio quel servizio di cui si soffre la mancanza, può erogare? L’Ortopedia del “Rizzoli” cura da sempre anche numerosi turisti italiani e stranieri, non esclusi interventi chirurgici: perché non garantire anche a questi la possibilità di riabilitazione sull’isola, in una bella struttura come “Villa Mercede”, con un vantaggio economico per l’Azienda? Peraltro, anche ridurre l’emigrazione forzata degli isolani in altre Regioni porterebbe vantaggi indubbi in termini economici all’Azienda che Voi dirigete. Rispetto a queste evidenze, il Centro Diurno di Fontana è tutt’altro che un “ramo secco” da tagliare».   «Per quanto ci riguarda – continua la nota – come Cudas, la logica del ridurre al lumicino i servizi esistenti sull’isola, per inefficienze e disorganizzazioni esterne, per poi trarne la giustificazione a eliminarli, non la possiamo e non la potremo mai accettare e avallare. Così come è accaduto già con la distruzione dei servizi psichiatrici, che ha lasciato macerie enormi (soprattutto umane) sul nostro territorio, senza che si sia fatto ancora nulla per recuperarle. Quindi – conclude il Cudas – Vi invitiamo a riconsiderare seriamente la chiusura del Centro diurno, rilanciandone seriamente la funzione e, anzi, potenziandola, nell’interesse della buona sanità, dell’efficienza dei servizi sul territorio insulare, dell’utenza, degli operatori che rischiano il posto di lavoro e della cittadinanza tutta. In attesa di un Vostro riscontro concreto e urgente sulla problematica esposta, porgiamo distinti saluti».

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