CRONACA

Forio, è salvo per miracolo il cane sparato

Grazie al pronto intervento dei volontari “P.A.S.” e dei Servizi Veterinari dell’ASL Napoli 2 Nord

Uno stupendo bracco, a pelo corto, di colore nero, del peso di circa 27 kg, centrato al collo da un colpo di fucile da caccia – esploso a breve distanza – da un anonimo gaglioffo e salvo per buonasorte, grazie alla pronta mobilitazione dei volontari della “P.A.S. PRONATURA”/ONLUS (Pan Assoverdi Salvanatura).

Cane Sparato

Il cruento ed increscioso episodio – fortunatamente senza esito ferale – è avvenuto l’altro giorno sulle colline di Santa Maria del Monte, a Forio. Un simpatizzante dell’associazione ambientalista, fondata nel 1989 – già nobilitata da un attivissimo gruppo di guardie giurate eco-zoofile, ora in fase di riorganizzazione, in linea con la legge 189/2004 – ha notato il cane, agonizzante, nella boscaglia, mentre raggiungeva la dimora di un parente ed ha subito allertato, telefonicamente, il vicepresidente della “P.A.S.”, Giovan Giuseppe Esposito. L’ex titolare del noto ristorante “Cecilia” ha immediatamente chiamato il numero verde del pronto soccorso veterinario, recentemente istituito dalla Reg. Campania (800 178 400). Sul posto è quindi sopraggiunto, con sorprendente celerità (in passato, purtroppo, si sono registrati disdicevoli ritardi in situazioni simili!) il dott. Alessandro Impagliazzo, veterinario convenzionato con l’ASL Napoli 2 Nord. Distr. 36, verificando che l’animale risultava microchippato ed era ancora vivo. Lo zooiatra, dopo aver contattato il proprietario del cane, prestava le prime cure alla “vittima della meschinità umana” e, con l’aiuto dei volontari della ONLUS – già iscritta nell’albo zoofilo regionale – trasportava lo stesso quadrupede presso il proprio studio medico, ove veniva operato, con esito fausto al momento, anche se non si escludono danni permanenti allo sventurato digitigrado, vivo per miracolo!

Molte le ipotesi sulle cause dell’insano gesto del vile “bipede” che si è macchiato di tale atrocità. Dalle prime ricostruzioni delle ex guardie zoofile sembrerebbe plausibile la tesi che si sia trattato di un vero e proprio “appostamento”, per “punire” il braccoide, reo di aver insidiato, in un fondo attiguo a quello del ritrovamento, le gabbie ove l’ignoto “sparatore” deterrebbe galline, conigli, gatti. Il corpo del povero fissipede, per non destare sospetti, sarebbe stato quindi trascinato lontano dalle pertinenze della proprietà privata ove, per pura fatalità, non si è consumata “l’esecuzione”.

Paradossalmente, gli ecologisti non potranno, di propria sponte, denunciare (sebbene con un esposto contro ignoti) l’accaduto, in quanto la fattispecie rientra nell’art. 638 c.p. (uccisione, tentata uccisione o deterioramento di animale) ed è perseguibile a querela di parte.

Solo quindi il proprietario del “fido” potrà rivolgersi alla Polizia Giudiziaria, col fondato rischio però di vedersi contestare, a sua volta, l’illecito di “abbandono e omessa custodia di bestie”, visto che per la Cassazione “nel concetto di abbandono, rientra non solo il distacco totale e definitivo dall’animale, ma anche l’incuria, l’indifferenza, la trascuratezza, la mancanza di attenzione verso esso” (Cass. Pen. 13-5-2011 n. 18892).

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La “P.A.S. Pronatura” (che si costituì parte civile nel noto processo sul traffico di animali tra Ischia e la Germania) è particolarmente impegnata, da 32 anni, nella tutela delle specie sinantropiche, la creazione di un canile pubblico e nella lotta al bracconaggio ai piccoli uccelli, la pesca illegale nonché avverso il randagismo canino e felino. Un nuovo protocollo d’intesa sta per essere sottoscritto tra le forze del Terzo Settore e il Comune d’Ischia, ispirato proprio all’ “animal welfare” e segnatamente volto all’incentivazione delle sterilizzazioni gratuite, all’educazione ambientale, la prevenzione di zoonosi, illeciti zoofili, maltrattamenti, ecc.

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Esposito ricorda che, ai sensi della legge 281/1991, “Lo Stato ha l’obbligo di promuovere e disciplinare la tutela degli animali d’affezione ed il diritto di essi ad una vita dignitosa”.

Già la normativa 220/12 aveva previsto che i regolamenti condominiali non possono vietare la detenzione nelle case di animali da compagnia.

In una recente Circolare (n.11001 del 22 maggio 2019) il Min. Interno, oltre a richiamare il rispetto delle norme contro lo spargimento nelle campagne di bocconi avvelenati, del Regolamento EU 1/2005 sul trasporto degli esemplari affetti da ferite, lesioni, patologie, ribadisce che “nel nostro paese la tutela degli animali e la lotta al randagismo costituiscono principi fondamentali dell’ordinamento giuridico, che necessitano di ulteriori adeguamenti agli standards europei e, più in generale, al diritto sostanziale, espresso dalla mutata coscienza sociale, sempre più sensibile al welfare degli esseri viventi non umani”.

In base alla Conv. Strasburgo 13-11-1987, ratificata in Italia con legge 201/2010, sull’uomo incombe l’obbligo morale di rispettare tutti i biotopi e le creature viventi.

In seguito alle petizioni dell’On. Michela Vittoria Brambilla, la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha inserito in una bozza di modifica dell’art. 9 Cost. “la protezione dell’ambiente, della biodiversità, degli animali, di competenza esclusiva dello Stato”.

Ora l’attenzione degli ecologisti si sposta sulla raccolta delle firme (come da avviso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 80 del 2-4-2021) per il nuovo referendum – promosso dall’avv. Laura Melis ed altri 10 cittadini italiani – sulla limitazione della caccia, per l’abolizione della vivisezione e dell’art. 842 c.c. (facoltà di entrare nei terreni privati recintati per esercitare l’attività venatoria, senza il consenso del proprietario: un triste retaggio del periodo fascista, che tendeva ad incentivare l’uso delle armi, in vista della seconda guerra mondiale). Omologhi referendum, proposti nel 1990, furono invalidati per mancato raggiungimento del quorum del 51% su base nazionale.

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