CULTURA & SOCIETA'

Il Ponte Aragonese, i basoli e la “marcia indietro”

Quindi in questo mese di tempo a disposizione ci sono tutte le possibilità per farsi perdonare (?) l’incredibile leggerezza con cui è stato affrontato il problema della restaurazione del ponte aragonese impiegando di fatto pseudo basoli prefabbricati con polvere di cemento pressato e modellati per farli sembrare basoli veri del piperno antico

La soprintendenza, che una volta per tutte,  dovrebbe essere soppressa con tutti i suoi inutili e dannosi funzionari, ha ammesso di aver preso una grossa  cantonata  e “coprendosi il viso”,  ha dato via libera all’esecuzione della  “variante” per correggere la portata dell’oltraggioso  “attentato”   allo storico arredo del quattrocentesco Ponte Aragonese  colpendolo a morte nel totale  rivestimento   di muretti e sedili  con gli antichi basoli di piperno  delle cave vesuviane. Per  la ripresa dei lavori, provvidenzialmente sospesi,  c’è un termine perentorio stabilito, fortuna vuole,  per la fine di giugno prossimo allorquando tornerà ad Ischia la troupe cinematografica per girare quelle scene della seconda stagione che riguardano il borgo di Ischia Ponte  relative alla serie  televisiva de “l’Amica Geniale”.

Al Comune d’Ischia si stanno facendo in quattro per impedire che i cineasti della noiosa serie  televisiva tratta dal racconto della scrittrice napoletana Elena Ferrante, trovino lo storico Ponte Aragonese ancora  con i “lavori in corso” e col suo aspetto indecoroso nelle condizioni peggiori dello scorso anno. Per il valzer delle competenze sono in quattro  gli enti pubblici coinvolti,  e cioè la Soprintendenza stessa, la Regione, il Genio Civile alle opere Marittime ed il Comune d’Ischia, e non escluderei  la Capitaneria di porto. Quindi in questo mese e passa di tempo a disposizione  vi sono tutte le possibilità per farsi perdonare (?) l’incredibile leggerezza con cui è stato affrontato il problema della restaurazione del ponte aragonese impiegando di fatto pseudo basoli prefabbricati  con polvere di cemento pressato e modellati per farli sembrare basoli veri del piperno antico. Stando a quanto ci dice il vice sindaco di Ischia Luigi Di Vaia – Ormai la frittata è stata fatta , la protesta recepita e l’esigenza di correre ai ripari nei tempi brevi è un fatto ormai  scontato e quindi già in corso”. Luigi Di Vaia  non va per le

nghe e ci assicura  che tutto si risolverà da subito. I basoli originali tolti da muretti e sedili, ammucchiati nella semirotonda  sotto al Castello, saranno “ritoccati” e  rimessi al loro posto insieme  quelli irrecuperabili  che mancheranno sostituiti da basoli  veri e nuovi di pietra di piperno in arrivo  ad Ischia Ponte. Gli stessi basoli in definitiva, che serviranno anche per il rivestimento della facciata esterna del Ponte Aragonese  da anni spogliata  e scalcinata e in stato di chiaro abbandono come denunciano le foto di Giovan Giuseppe Lubrano. Insomma  un unico piano di interventi che comprende anche l’intera rifazione del massetto pedonale del pontile di attracco in tutta la sua lunghezza, collegato al piazzale aragonese ed il riassetto dei gradini a mezza luna  sotto al Castello anch’essi  sistemati con  la pietra originale di piperno. Rimane i  piedi però l’eterno problema insoluro delle scogliere a protezione dell’antico Ponte che dal 1441, anno in cui Re Alfonso I ° D’Aragona lo fece costuire, lo hanno percorso i nobili dell’epoca, il clero con i vari vescovi succedutisi con l’episcopio sul Castello, gli illustri invitati al matrimonio di Vittoria Colonna con Ferrante D’Avalos celebrato sull’antico maniero il 27 dicembre del 1507, popolani del vecchio Borgo di Celsa, pescatori, artisti di passaggio sulla nostra isola e notabili del luogo delle varie epoche passate.

In ogni modo. fa male al cuore vedere il secolare Ponte Aragonese ridotto a pezzo d’architettura marittima  fatiscente e pericoloso per la pubblica incolumità.  L’asciare quella storica struttura anche per la prossima stagione turistica nelle medesime condizioni di abbandono, così come è stato fin’ora, sarebbe stato da incoscienti. Chi ha la responsabilità tecnica ed amministrativa  dello stato dei luoghi in questione si impegni fino allo stremo delle sue forze.  A perdervi la faccia nella vicenda del basoli fasulli sistemati sul’antico Ponte al posto di quelli autentici non  è stato solo la Svrintendeza. Le responsabilità ad onore della giustiizia, ricadono anche sul Comune che nella specifica vicenda ha dimostrato una  evidente superficialità.

Foto Giovan Giuseppe Lubrano

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                                                                                                                 antoniolubrano1941@gmail.com

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