LE OPINIONI

IL COMMENTO Sport, religione, sicurezza stradale e movida: terreno di scontri

Nella nostra isola abbiamo assistito, in questi giorni, a duri contrasti, tra opinioni opposte, in vari campi. Abbiamo iniziato dalla movida, dal divertimento notturno dei giovani, in occasione dell’annunciato abbandono di Marcello Bondavalli, che ha chiuso la discoteca Valentino, per anni punto di riferimento dei giovani locali e turisti. Come al solito, si è radicalizzato lo scontro tra chi, enfaticamente, ha considerato “chiuso un capitolo di storia isolana” e chi, cinicamente, ha gongolato per la fine di un “potentato”, spesso tollerato e assecondato da organi dello stato, anche in presenza di irregolarità amministrative. Senza alcuna capacità di mediazione, di filtro, di contemperamento di esigenze diverse come da un lato la tutela della quiete pubblica, della sicurezza sul lavoro e d’altro lato l’insopprimibile voglia giovanile di divertimento e intrattenimento.

Marcello Bondavalli

In tempi non sospetti avevo lanciato l’idea di creare la figura del Sindaco della Notte, supportato da una Consulta della Notte, un organismo democratico e su base volontaria, atto a mediare le diverse esigenze della cittadinanza. Ma, a quanto pare, le mediazioni oggi poco interessano (non a caso stanno sparendo tutti gli organi di intermediazione sociale, a partire da Sindacati e Partiti politici). Meglio l’odio, l’insulto tra fazioni, la delegittimazione di chi è sull’altra sponda degli interessi. Ma il problema non si risolve affatto con il forfait di Bondavalli, in quanto probabilmente la gestione di quella discoteca passerà di mano, magari ad un imprenditore dello stesso ramo, più “disinvolto” (eufemismo) di Bondavalli. E quindi si riproporrebbero gli stessi contrastanti interessi in gioco. E certo sbagliano coloro che hanno considerato l’azione di repressione del Vice Questore Re un sopruso, un’esasperazione che avrebbe determinato l’abbandono di Bondavalli. Il Vice Questore Re è integerrimo servitore dello Stato e si è limitato a fare il suo dovere.

E passiamo alla Sicurezza Stradale: è di questi giorni il Rapporto Aci Campania 2021 per la Sicurezza Stradale. Nella nostra Regione si contano 9.014 sinistri stradali (+ 27,2% rispetto al 2020); 214 decessi (+ 21,6% rispetto all’anno precedente); 12.883 feriti (+ 28,9%). Mentre muoiono giovani e meno giovani sulle strade isolane, mentre un coraggioso e meritevole Comitato di La Strada del Buon Senso s’impegna a incontrare Sindaci, istituzioni varie, Scuole, Organi di Polizia, per segnalare anomali e pericolosi comportamenti pubblici che minacciano la vita umana e per sensibilizzare la società locale ad un corretto uso di motocicli ed autoveicoli e al rispetto del Codice della Strada, mentre avviene ciò,gruppi di cittadini, spalleggiati da qualche avvocato, contrastano misure minime ed essenziali come l’autovelox. Invocano la “ libertà” e l’intangibilità del diritto alla mobilità individuale. Quale strano concetto hanno costoro della “libertà”! La libertà di uccidere o morire sull’asfalto?

La Diocesi di Ischia

E veniamo allo sport, al calcio per la precisione. Un comitato di tifosi dell’Ischia calcio promuove una Festa per il centenario della società sportiva. Con tutte le autorizzazioni del caso? Si stabilirà la verità. Qualcuno dei tifosi trascende e provoca disordine. Il Commissariato di Polizia incrimina chi viene considerato organizzatore della Festa. Giusto, sbagliato? Fatto sta che una serie di tifosi insulta, sui social, pesantemente la Polizia, la quale incrimina i soggetti che in rete hanno fatto vilipendio delle Forze dell’Ordine. Apriti cielo! Si denuncia un atteggiamento di repressione della libertà di manifestazione da parte della Polizia, un presunto attacco al sentimento sportivo degli ischitani. Libertà, Libertà, quante ignominie vengono commesse in tuo nome! Ai leoni da tastiera vorrei ricordare alcune illuminanti massime scritte da illustri intellettuali: “la libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta” (Theodor Adorno-Minima Moralia); poi l’altra: “la libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere” (Oriana Fallaci – Un Uomo); e infine: “La libertà è possibile soltanto in un paese dove il diritto ha più forza delle passioni” (Henri Lacordaire – Prima lettera a un giovane). Capito? Il crogiolo della libertà è il Diritto, senza il rispetto del quale, la libertà è pia illusione.

E veniamo all’ultimo dei punti di forte contrasto sociale: la Religione. Anzi, per essere precisi, non la Religione, ma il mondo ecclesiastico. La ragione del contendere la conoscete tutti: la decisione del Vescovo Pascarella, reggente delle Diocesi di Ischia e Pozzuoli, di “ ruotare” (alcuni sostengono che si tratti di vera e propria rimozione) sacerdoti come Don Candido e Don Giuseppe Nicolella. I mormorii sono tanti, tra cui spicca una (nemmeno tanto velata) accusa di faida focolarina. Ora, quello che a me, osservatore esterno, preme mettere in rilievo (agiamo in un campo a me improprio) è esclusivamente l’amara constatazione che in questa diatriba, che ha acceso gli animi dei cittadini di Ischia Ponte e di molti sui social e sulla stampa locale (anche in maniera anonima) è che nella contrapposizione tra due fazioni: i seguaci di Carlo Candido contro gi osservanti dell’autorità vescovile, non c’è traccia di discussione intorno ai temi della Fede, del sentimento religioso, di un diverso modo di sentire e interpretare la missione cristiana, ma solo lotte intestine e personalismi. Lunedì scorso è apparso su Il Corriere della Sera una bellissima intervista al Cardinale Matteo Maria Zuppi, attuale Presidente della CEI. In tale intervista gli viene fatta la domanda: “Che cosa intende il Papa quando chiede ai ciellini di fare di più e non sprecare tempo nelle contrapposizioni?” Zuppi risponde: “Significa rimettere al centro quello per cui siamo stati chiamati e non le discussioni interne”. Poi aggiunge: “Per Papa Francesco la presenza è stare per strada, incontrare e appassionare con la gioia del Vangelo… Nell’Enciclica Fratelli Tutti il Pontefice parla di amore politico, a cui va aggiunti amore che diviene cultura”. Il teologo svizzero Hans Kung, nel libro “Ciò che credo” (pag.268), a proposito di “amore”, cita San Paolo, nella Prima Lettera ai Corinti: “ La saggezza senza amore rende scaltri, la saggezza esercitata nell’amore rende comprensivi”. C’è traccia di “amore” nella diatriba ecclesiastica di Ischia Ponte? Possibile che i religiosi debbano copiare gli schemi triti della politica politicante? La lotta di potere fine a se stessa? Ma che tipo di società stiamo costruendo, quale scala valoriale stiamo imponendo a noi stessi e ai nostri figli?

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Chiudo con un’altra massima, questa volta di Novalis, intellettuale e teologo tedesco, tratta dai Frammenti antropologici: “Innalzarsi è il mezzo migliore ch’io conosca per uscire d’un tratto da contrasti fatali”. Ecco, appunto “innalziamo” il tono e il livello delle discussioni e non impantaniamoci in volgari e sterili contrapposizioni . Dobbiamo fare come i giocatori di rugby, che seguono la tradizione del “terzo tempo”; dopo i due tempi regolari di partita, i giocatori che si sono affrontati in contrapposizione fanno un incontro conviviale e pacificatorio, che si chiude di solito con un’offerta della squadra ospitante, come può essere un buon bicchiere di vino o di birra. I francesi lo chiamano “Troisieme mi-temps”. Ci vorrebbe proprio un Terzo tempo per tante rigide contrapposizioni sociali che nell’attualità ci dilaniano.

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