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Il caro-energia ucciderà il low cost?

L’aumento esponenziale delle bollette inizia a far sentire i suoi effetti sull’industria turistica. Potrebbe forse frenare anche la politica dei prezzi stracciati? Alcuni qualificati addetti ai lavori provano a rispondere

Il refrain di questa parte finale dell’estate è il tema del caro-energia. Bollette alle stelle, e l’inverno si profila minaccioso per famiglie e imprese. Comprese ovviamente quelle che operano nel turismo locale, settore trainante dell’economia isolana. D’altronde gli imprenditori alberghieri avevano già previsto a inizio anno un aumento delle tariffe proprio per parare il colpo provocato dalle speculazioni finanziarie sulla grave congiuntura geopolitica internazionale.

Luca D’Ambra: «Ipotesi suggestiva, ma secondo me po’ azzardata. Penso che per diverse strutture la stagione invernale del low cost sarà più corta, e molti potrebbero anche ritenere più conveniente rimanere chiusi»

Tra tanti effetti negativi, tuttavia, ci si chiede se tale tendenza possa avere come ulteriore conseguenza anche la fine o comunque la forte riduzione di quella politica imprenditoriale del low cost tanto criticata, ma che comunque occupa tutt’ora una parte non trascurabile dell’attuale mercato attuale. Luca D’Ambra, presidente di Federalberghi Ischia, non sembra dare molto credito a tale eventualità: «L’ipotesi come provocazione è suggestiva, anche se la ritengo un po’ azzardata. Certo, per chi non è dotato di fonte termale, si prospetta una stagione invernale low cost più corta del solito. Oppure, proprio a causa di una certa mentalità, alcuni imprenditori non saranno capaci di aumentare le tariffe, e magari preferiranno farsi due calcoli e tenere chiusa la struttura nel periodo invernale: ma sono mie ipotesi, potrei sbagliarmi. Sicuramente tale aumento influenzerà le agenzie che indirizzano i clienti verso le strutture low cost, nel senso che incrementeranno le tariffe per i clienti, ma cercheranno di mantenere invariati i costi per gli alberghi. In ogni caso, io insisto sempre su un punto: il pesce puzza sempre dalla testa, e se non si comincia a introdurre una detassazione strutturale, sistematica per le partite Iva da parte dello Stato, allora continueremo a parlare a vuoto. I lavoratori chiedono aumenti di stipendio agli imprenditori, mentre lo Stato mantiene un apparato di dipendenti tale che la produttività si mantiene bassa a fronte di costi elevati, un rapporto che è tra i più bassi d’Europa. Dunque noi imprenditori lavoriamo con un “socio”, lo Stato, che si prende il 60% tramite le tasse, mentre a sua volta ci restituisce solo il 20% in servizi. Quindi bisogna smetterla di parlare di manovre speciali, ma dobbiamo mettere sul tavolo una detassazione sistematica: poi si potrà anche rendere l’evasione fiscale un reato, ma contemporaneamente bisogna abbassare le tasse, almeno dimezzandole», conclude il numero uno di Federalberghi.

Franco Di Costanzo: «Tale effetto è possibile. Il problema è che questa congiuntura ucciderà anche la classe media, che non è necessariamente quella che sceglie il low cost. La prossima stagione sarà una grande incognita: i clienti torneranno a Ischia? E in generale, avranno ancora risorse sufficienti per permettersi le vacanze?»

Da parte sua, il noto imprenditore alberghiero Franco Di Costanzo, allarga la riflessione: «Tale effetto è possibile. Il problema è che questa congiuntura ucciderà anche la classe media, che non è necessariamente quella che sceglie il low cost. Il grande interrogativo è costituito dal prossimo anno: i clienti che sono venuti quest’anno a Ischia, torneranno? Avranno denaro a sufficienza per fare delle vacanze nel 2023? Le compagnie aeree stanno già alzando in maniera pesante le tariffe, il che vuol dire che sempre meno persone potranno permettersi di viaggiare. I costi delle bollette in aumento sono ostacoli inaggirabili, e rappresenteranno un grosso problema per tutte le famiglie. Ovviamente i ricchi avranno sempre le risorse disponibili, anche se pure loro si muoveranno con una certa maggior cautela. Bisognerà vedere le industrie – già in affanno – come resisteranno, se l’economia reggerà o frenerà. Qui a Ischia per questo finale di stagione non ci saranno ancora conseguenze significative, ma invece nel reparto crociere c’è stata già una contrazione nelle prenotazioni per il prossimo anno. Le persone stanno facendo acquisti soltanto col last-minute per trovare prezzi bassissimi. Ecco, quindi forse il low cost non morirà, ma al contrario sopravvivrà e ci sarà una grande lotta per accaparrarsi tale fetta di mercato. Ripeto, le incertezze riguardano la prossima stagione: noi imprenditori saremo costretti ad aumentare i prezzi, e ci domandiamo cosa succederà, e soprattutto come reagiranno i clienti del ceto medio».

Luigi Polito: «Il caro-energia colpirà le aziende ma anche le famiglie, per molte delle quali le vacanze diverranno proibitive. Le strutture che praticano il low cost difficilmente sfuggiranno alla mannaia delle compagnie elettriche. Bisognerebbe pensare concretamente alla geotermia come vera alternativa, invece di fare chiacchiere inutili»

Secondo Luigi Polito, patron dell’Imperatore Travel, gli effetti del caro-energia saranno radicali: «Sicuramente l’aumento del costo dell’energia sta impattando in maniera devastante sui conti delle strutture alberghiere, con bollette in alcuni casi sei volte maggiori rispetto allo scorso anno. Costi non più sostenibili, che colpiranno anche le strutture che non potranno più aumentare le tariffe oltre un certo limite, anche a fronte di un’offerta di qualità scadente. Inoltre, verranno colpiti anche quei turisti costituiti da lavoratori della classe media o medio-bassa, per i quali le vacanze diventeranno proibitive. Dunque il caro-energia colpirà non solo le aziende ma anche le famiglie che si vedranno le bollette più che raddoppiate. In tal modo il turismo rimarrà alla portata di una clientela dotata di maggiori risorse oltre che più esigente. Siamo in un periodo di grandi interrogativi, e le strutture low cost, talvolta “graziate” dalle amministrazioni locali per certi tributi, non potranno sfuggire alla “mannaia” delle compagnie elettriche. Altrimenti bisognerebbe avere il coraggio di pensare ad alternative serie come la geotermia, che altrove è sfruttata con grande successo, mentre noi ci perdiamo in chiacchiere inutili».

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