LE OPINIONI

IL COMMENTO Adesso basta con gli sfregi a Ischia

DI ANTIMO PUCA

Ischia ha perso la sua identità. Più volte diversi programmi hanno cercato di attirare l’attenzione sul rispetto della natura. Ma la natura è stata vilipesa. Distrutta. Per anni i nostri amministratori hanno fatto politica dando la possibilità ai votanti di costruire in modo selvaggio. Greta Thumberg ha fatto una campagna a difesa della natura ma è stata messa a tacere. Messa nel dimenticatoio perché chi ha il potere ha interesse a che questa grande verità venga nascosta. Noi ci siamo abituati agli agi e non riusciamo a capire. Gli amministratori Comunali sono i responsabili di questa crisi perché loro, che sono predisposti alla tutela del territorio, non hanno fatto nulla. La cosa più importante per quanto riguarda il mare è il depuratore. Per quanto riguarda il verde sono le pinete che gli amministratori non hanno saputo mantenere, gli alberi che gli stessi non hanno rispettato. Ischia è un’isola di 37 km. Ci stanno troppe macchine. Credo improcrastinabile un piano urbano della mobilità complessivo che razionalizzi la ztl. Gli interventi riguardanti il piano traffico sono sporadici e presi di fretta e furia, magari sotto le festività, con disappunto e fastidio per i cittadini. Delle tante inefficienze dei Comuni i primi a lamentarsi dovrebbero essere gli operatori economici, gli albergatori, coloro che svolgono una attività. Perché non lo fanno? Forse sono in arretrato con le tasse da pagare? Se è così, è grave! Che si diminuissero le tasse ma che le pagassero tutte e tutti di modo che ognuno è libero di parlare. Immobilismo pressochè totale. Bisogna risollevare la testa. 

Ci sono opere ancora ferme al via con soldi già spesi per progettazioni ma ancora i frutti per i Comuni sono là da venire. I soldi vanno spesi bene invece che lamentarsi sempre sulle scelte governative. Le attuali Giunte non hanno ben chiara la situazione di Ischia e la caduta libera del gradimento delle Amministrazioni Comunali. E, dati alla mano, non sono certo cose che fanno bene al turismo. I numeri registrano un decremento di presenze. I miracoli sono finiti. Le magagne emergono. Possiamo registrare la caduta degli dei che ci hanno fatto sprecare anni per i quali adesso dovremmo porre rimedio. Si registra il silenzio totale di politica e organi di informazione in risposta alle interrogazioni della cittadinanza. Sembra quasi che sia stato raccomandato proprio il silenzio, come a dire: non disturbate il manovratore e infischiamocene dei cittadini, dei turisti, dei risparmi del Comune e dell’indotto.

Le amministrazioni sono sistematicamente fuori servizio, come l’ascensore di palazzo comunale al primo piano che è un anno che presenta questo cartello. E si caratterizzano per inefficienza e incompetenza a trattare di programmazione. Questi pensano di amministrare un paesello. Vivono alla giornata. Invece basti vedere i piani delle opere pubbliche che sono solo e sempre un elenco dei sogni. Più che un colpo d’ala c’è bisogno di una totale rivisitazione dei ruoli politici e dirigenziali. La palude degli uffici Comunali, se non bonificata, potrebbe ancora riservare qualche sorpresa. C’è sempre qualche zelante funzionario a cui piace tirar fuori qualche cavillo dell’ultimo minuto. Non si può continuare a trincerarsi dietro un mondo immaginario percepito soltanto da una giunta di parte e nel silenzio della maggioranza dei consiglieri. Cattive amministrazioni rappresentano il frutto avvelenato di interessi di pochi a discapito di molti, sciatteria amministrativa, arroganza e presunzione. Il tutto condito dalla filosofia del quieta non movere et mota quietar che sembra essere la cifra dell’agire politico delle nostre amministrazioni. Le quali dovrebbero sentirsi costrette a guardare con occhi sinceri i desolanti centri Comunali, la fuga dei commercianti, il degrado delle zone portuali Marine, la fuga dei turisti, la povertà culturale e intellettuale e la fuga dei giovani. Gli imprenditori da non disturbare non hanno bisogno di fare investimenti perché godono delle loro rendite di posizione mentre coloro i quali sono fuori dai giochi e vogliono investire devono essere tacitati fino a farli stancare. 

Ecco: quieta non movere et mota quietare. Inquinamento, abusivismo edilizio, mala depurazione, cattiva gestione dei rifiuti, assalto al patrimonio ittico e alla biodiversità: tutte facce della pressione illegale sull’ecosistema marino del nostro Paese. Un ventennio in cui tantissimi consiglieri comunali e Assessori si sono costantemente riciclati cambiando spesso sigle partitiche e deleghe assessorili, e alcuni sono ancora oggi presenti tra i banchi del Consiglio Comunale alla loro ennesima legislatura, sopravvissuti ad un voto popolare. Questo sistema di potere che era un po’ come una “allegra brigata” che cambiava deleghe assessorili, cambiava partito ma che poi si ritrovava sistematicamente ricandidato e rieletto tra i banchi del consiglio comunale, ha posto le solide basi a nuovi fallimenti economici e amministrativi. Dissesto nel quale è piombata la nostra isola. Quasi un record italiano! È un disastro purtroppo non solo economico ma soprattutto amministrativo: nelle nostre amministrazioni praticamente non funziona niente o quasi e questa inefficienza ha causato danni urbanistici, scempi alla storia dell’isola e alla sua bellezza, degrado culturale e un totale abbrutimento della meravigliosa natura in cui la nostra isola è immersa. Lobbies edili, lobbies dello smaltimento dei rifiuti, mala gestione delle proprietà comunali, sprechi di ogni genere e in ogni settore, strutture sportive obsolete e degradate, espropri sistematicamente sbagliati, regolamenti in ogni settore non aggiornati e antiquati che hanno causato danni costanti alle casse comunali e alla qualità della vita degli ischitani. Inoltre i vecchi amministratori si sono presi anche il lusso di sfruttare il mare di soldi dei fondi europei per realizzare spesso opere mostruose che hanno contribuito solo ad abbrutire l’isola mentre avrebbero potuto rilanciarne la bellezza e la vivibilità. Ma spesso addirittura invece, i fondi europei semplicemente si perdevano per inefficienza degli uffici e per un mancato stimolo e controllo adeguato da parte della politica. In questo scenario in cui l’isola,i suoi rappresentanti politici e amministrativi sono stati in grado di firmare contratti talmente vergognosi e contro gli interessi delle casse comunali, la Regione Campania spesso è corsa in aiuto di amministrazioni che hanno speso e gettato soldi nel calderone degli sprechi e della mala gestione “dell’allegra brigata”.

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Il nostro vuoto normativo fa sì che la tutela e la valorizzazione del patrimonio del verde della nostra isola sia affidato ad una normativa molto deficitaria, a interventi occasionali, a progetti ad hoc, ma non a un’autentica visione ad ampio raggio e di lungo termine del verde urbano e della biodiversità; e fa sì che molti spazi verdi dei territori comunali, pubblici e privati, siano fuori controllo, anche dal punto di vista fitosanitario e della stabilità degli alberi. Sembrerebbe quasi che le Amministrazioni, mentre agiscono con una mano per riqualificare il verde, non riescano a sapere o si disinteressino di quello che fanno con l’altra mano per i lavori pubblici, la mobilità, l’urbanistica. 

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Intanto i mezzi di informazione si AUTOCENSURANO per non dispiacere a tizio o a caio la libertà dei cittadini è in grave pericolo perché nessun diritto ha più valore quando viene tolto quello di informare correttamente la cittadinanza su ciò che accade nella quotidianità della comunità stessa. Bisogna mettere in atto quel confronto esaustivo soprattutto con i cittadini diretti fruitori dei luoghi. La salvaguardia e la tutela del mare di Ischia è un valore basilare per il turismo e quindi per l’economia dell’intera isola. Il territorio ha sempre vivo e forte l’interesse a schivare i macigni che potrebbero devastare non solo il proprio sistema ambientale ma anche il proprio futuro e le legittime prospettive di crescita e sviluppo. Con dati alla mano si evince che si stanno minando, privando i tratti di costa di una progettazione organica nella sua completezza alla tutela dell’ambiente marino, sia il futuro di numerosi operatori e delle loro famiglie che con gli stabilimenti balneari traggono il proprio reddito, sia l’ecosistema già fragile di aree protette. Ogni Sindaco può essere attore del processo per ottenere un depuratore. Ogni Sindaco infatti ha istituzionalmente la responsabilità della tutela del territorio e della salute dei cittadini e quindi ha individualmente l’autorità per convocare una Conferenza di Servizi per affrontare il problema della mancata depurazione. Partendo da questo presupposto ognuno dei Sindaci può spingere autonomamente per sollecitare il completamento dell’opera e chiedere i chiarimenti necessari. Certo, sarebbe meglio se lo facessero tutti insieme.

Per ottenere il depuratore non basta attuare dei provvedimenti amministrativi, ma si devono raggiungere due traguardi intermedi: bisogna far crescere il senso di appartenenza ad una Comunità e rinunciare a tanti egoismi. Scarichiamo a mare senza trattamento tutto ciò che viene scaricato nelle fogne. Viene scaricata molta plastica e altri solidi (che rimangono poi sospesi nel mare), liquami contenenti sostanze nutrienti che fanno crescere in maniera abnorme delle microalghe (e che quindi sono indirettamente responsabili della formazione di schiume in certi periodi dell’anno), altri tipi di contaminati che interferiscono con gli equilibri marini e\o entrano nella catena alimentare. Il carico organico e quindi la crescita delle alghe e la formazione di schiume saranno ridotti dall’impianto; gli altri problemi devono essere risolti a monte. Anche per gli scarichi fognari vale il motto “per pulire è sufficiente non sporcare”. L’inquinamento è un mostro dai mille tentacoli e per combatterlo servono gli occhi di tutti per gli episodi d’inquinamento marino, le braccia per pulire. Ma soprattutto le menti di tutti per analizzare le cause dell’inquinamento e rimuoverle.

Ischia e la sua comunità pretendono rispetto. Non si possono più accettare accordi politici di comodo e sottobanco, di tacito assenso tra le istituzioni, giocando sul futuro e la dignità degli isolani che da troppi anni subiscono scempi ecologici. Ischia è il volano del turismo Campano, un attrattore di fondamentale valenza nazionale nell’aumentare i numeri delle presenze turistiche. Nonostante tutto ciò vige, su troppe vicende, un silenzio che produce costantemente danni, soprattutto considerando che nel periodo autunno-invernale con le precipitazioni naturali il mare non riesce a far evaporare i liquidi presenti, aumentando le conseguenze negative per l’ambiente marino. Sano obiettivo è tutelare e garantire la migliore ed organica tutela dell’ambiente marino per la sua migliore fruizione, nel rispetto della comunità, degli operatori turistici e di chi viene a scoprire le nostre bellezze artistiche, culturali ed ambientali. Occorre continuare ad incentivare segnali di tutela organica e trasversale all’ambiente ischitano ed a quello marino, specialmente lì dove la tutela di questi beni comporta benefici per la collettività.

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Beta

Diciamola tutta: l’isola ha vissuto in anteprima in Campania il fenomeno dell’overtourism, senza alcuna limitazione, ed oggi ne sta subendo le conseguenze. Il turismo di qualità è fuggito, quello medio, dopo aver approfittato delle brutture abusive, ora si è disamorato e spostato in altri luoghi.
Resta il turismo popolare, quello rumoroso ed ingombrante che consuma e se ne va lasciando i rifiuti in spiaggia.
Si raccoglie quel che si è seminato!
Adesso sono cavoli amari…

Beta

Non resta che fare una fredda autocritica e ripartire dai punti deboli trasformandoli in punti di forza.
Uno di questi è proprio la frana di Casamicciola e la crisi attuale del turismo isolano, occorre approfittare per una retromarcia su tutto: Tutela del territorio, del mare, ztl, controllo edilizio, adeguamento rete fognaria e rigido pre-trattamento liquami, posto auto certificato dopo l’acquisto di più di un auto a famiglia, controllo Arpac rumore ecc.
Per la serie: quando si è toccato il fondo, o si risale o si muore!

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