LE OPINIONI

IL COMMENTO Autodetox: chi va piano, va sano e va lontano

DI RAFFAELE MIRELLI

La giustizia non esiste, non per tutti e non allo stesso modo. Non si può dire che cosa sia giusto per tutti gli esseri umani, perché la nostra natura porta alla luce l’opposizione nel vivere in comune, nello stare insieme. L’automobile è un mezzo, come lo è un coltello. Il coltello serve per tagliare gli alimenti. Può, però, divenire pericoloso, se usato in modo improprio. L’auto è un mezzo di locomozione e anch’essa, se usata in modo improprio,può divenire pericolosa, un’arma letale. Alla luce degli eventi tragici che in questi pochi anni e oltre hannospinto tantissimi cittadini dell’isola a unirsi in mozioni pubbliche per ottenere il rispetto delle leggi, per suscitare un comportamento più responsabile alla guida, quello che sta accadendo – permettetemi di dirlo – sfiora il ridicolo. L’istallazione degli autovelox è divenuta l’ennesimo caso di “disaccordo” per lanostra comunità isolana. Alcuni reclamano una presunta illegalità nel posizionamento di questi strumenti, cosa che viene chiarita nel “decreto semplificazioni” del 2020 del codice della strada. Il punto, però, non è questo. Almeno non è solo questo.

Ci siamo chiesti perché si sia arrivati a prendere provvedimenti? Perché, dopo anni e anni di maleducazione stradale e dopo l’ennesimo incidente, mortale, ci sia stata questa mozione per attivare e posizionare gliautovelox sulla nostra ridente e perfetta isola? Porsi queste domande è importante, forse più di ogni altra cosa.

Domande che implicano delle facoltà tutte umane ossia la memoria, il ricordo. Negli ultimi anni le vittime sulla strada sono state tante, almeno nella nostra percezione comunitaria e non mi riferisco solo ai numeri, ma anche alla frequenza con la quale accadono. Ricordo che nel 2015 perdemmo una giovanissima ragazza, Marianna, nei pressi di Ischia Ponte. Mi ricordo che frequentava la scuola media. Mi ricordo la rabbia, gli insulti sui social che in molti pronunciarono, le richieste di fare attenzione, di aumentare i controlli. Mi ricordo l’ennesimo disastro dopo il parco termale, il Castiglione, dove perse la vita un’altra ragazza. Mi ricordo quel giovane che fu tranciato alla fine della sopraelevata, da un’auto che andava fuori corsia in pieno giorno. Mi ricordo di un giovanissimo di soli 17 anni che veniva ucciso proprio nel tratto in questione, la Statale, dove sono posizionati gli autovelox, di Francesco. Mi ricordo dell’ennesima perdita di un altro giovanissimo a Lacco Ameno, Manuel, motivo per il quale i ragazzi del liceo si attivarono insieme ai nostri amministratori per posizionare gli autovelox. Mi ricordo di Cassandra. Mi ricordo – ancora più indietro nel tempo – della madre di un mio carissimo amico, investita sulle strisce pedonali. Mi ricordo di tanti altri che hanno segnato, con la loro perdita, la mia esistenza su questa isola. Mi ricordo i loro nomi e l’elenco non è completo. Ecco, è proprio nel ricordo che la mia coscienza trova un senso civico, una giusta reazione agli eventi accaduti.

La statale è diventatala cicatrice più lunga che accarezza l’isola, il ricordo più amaro.

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Eppure,non ci siamo resi conto di quanti memorabilia sono posti su queste strade.

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Quanti fiori, lumini (che non resteranno lì per sempre) dovranno ancora essere eretti in colonna come monumenti al dolore? Ciò che resta più di ogni altra cosa, infatti, è il dolore delle perdite, dettate dall’egoismo della nostra piccola esistenza. Sarebbe anche necessario, rivolgendomi alle amministrazioni, proporre di “coniare” dei memorabilia in forma diversa. Magari utilizzando delle mattonelline in piombo, ottone, come si è fatto nei paesi in cui ci sono state le vittime dell’Olocausto? Aspettate! Che cosa dico? Possibile che le nostre strade debbano diventare dei cimiteri, dei monumenti all’inciviltà? Sì, perché chi non rispetta il codice della strada è incivile, egoista. Chi non rispetta il dolore di una comunità, non rispetta nemmeno il proprio dolore. Chi non rispetta la perdita, ha perso in partenza. Mi chiedo allora:era davvero necessario proporre una petizione per abolire gli autovelox? Oppure era più necessario richiedere – se nel dubbio – il rispetto delle norme per il posizionamento di questi “deterrenti di idiozia”? Senza incorrere in questa plateale azione?

Anche la petizione, lecita o meno, non rappresenta il nocciolo della questione. Il problema della viabilità trova il seme più autentico nella nostra stupidità, non nel mezzo, non nell’autovelox, ma nel modo in cui noi “stiamo” sulle strade, quando utilizziamo il telefono alla guida, quando non rispettiamo la segnalatica orizzontale, verticale, quando compriamo biciclette con motori fuori norma, insomma, quando non rispettiamogli altri e li mettiamo, così, in pericolo. Allora il problema reale siamo noi, con le nostre pretese di sentirci al centro dell’universo, perdendo così, ancora una volta,l’occasione per educarci al cambiamento culturale delle nostre abitudini. Possiamo avere la decenza, almeno, di sapere quando “prendere la parola”? Ho saputo addirittura che nei giorni passati la strada parallela alla Statale, via Quercia, era stata presa d’assalto dalle auto che cercavano di evitare i tratti sorvegliati da questi mezzi diabolici. Ho letto, poi, di un referendum per avallare l’utilizzo degli autovelox, del disappunto ipotetico dei turisti. Addirittura, si è detto e scritto che l’andatura limitata ai 40 chilometri orari diviene pericolosa. Secondo me, stiamo perdendo il senso della misura.Lo sapevate che nei centri urbani, residenziali delle città tedesche, solo per fare un esempio, da decenni ormai, il limite è di soli 30 chilometri orari? Sono sicuro che molti di voi lo sanno.

Personalmente ho guidato, rispettando i limiti imposti e non ho trovato nessuna difficolta. Anzi, ho notato che le strade, a queste velocità, divengono più gradevoli a una percorrenza costante, che il livello di inquinamento acustico si abbassa. Ho notato, con disappunto, che ci sono ancora persone incuranti delle regole, che così facendo – almeno per me – non rispettano e ricordano il dolore di una comunità segnata. Questo dovrebbe farci pensare, riflettere più di ogni altra cosa. Pensate a chi ha perso un caro su di esse, pensate a quando le deve attraversare ogni giorno, vedendo quei fiori, quei luoghi. Pensate a questo e non a costruire idiozie rampanti, quelle che credo la maggior parte della comunità legge come tali. Impariamo a stare insieme diversamente. Facciamo un “autodetox” quando possiamo, camminiamo, passeggiamo, stiamo con la natura, con la parte davvero “bella” della nostra terra: chi va piano, va sano e va lontano.

* FILOSOFO

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Gli autovelox non sono utili, ma indispensabili. A quale articolo del decreto semplificazioni del 2020 Lei fa riferimento altrimenti gli irriducibili non si convincono.

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