LE OPINIONI

IL COMMENTO Così si uccide la scuola italiana

DI ANNA DI MEGLIO COPERTINO

“La nuova riforma scolastica sarà la fine della scuola italiana” . Questo il titolo di un articolo scritto da Marco Buonsanto e comparso su Micromega. Gli aspetti fondamentali di tale  ennesima riforma, che nell’indifferenza generale sta per essere varata, son quelli sintetizzati nel sottotitolo: “che metterà la scuola a servizio del lavoro e non più della formazione dell’individuo”. “Sarà infatti il lavoro – continua Bonsanto – e non più la formazione dell’individuo la nuova finalità dell’istruzione. Da passaggio fondamentale per la scoperta di sé attraverso la trasmissione sociale del sapere la Scuola sarà svilita a componente della riforma del lavoro, sollevando le aziende dall’onere di selezionare e formare il proprio personale. La riforma introduce infatti nella Scuola superiore di primo e secondo grado due nuove figure di insegnanti (la seconda grande novità): il docente Orientatore e il docente Tutor. Con compiti, l’uno, di aiutare lo studente nella scelta precoce della futura professione e, l’altro, di consigliarlo nei percorsi di apprendimento liberi ad essa più adeguati. Nella nuova Scuola, infatti, non tutti studieranno ancora le stesse materie o nello stesso modo, ma ciascuno studente seguirà un iter di apprendimento personalizzato volto a fargli conseguire le conoscenze e le abilità specifiche per la sua futura professione”. Ancora: docenti di qualità, mansioni, dignità, e sicuramente poi retribuzioni diverse. Formazione culturale-educativa miseramente e acriticamente ridotta a pure competenze tecnologico-operative. Una scuola svuotata di ampiezza e abbraccio e ricchezza umanisticamente  e umanamente significativi, stravolta sia fisicamente( come struttura, plesso, aule completamente trasformati in laboratori-azienda) sia concettualmente, come visione pedagogica opposta a quella idealmente fondata sui valori di libertà, autonomia e rispetto dei principi costituzionali.

Leggo dunque questo articolo. Quel che ho sempre paventato. Quel fantasma di società da horror fantascientifico spinto, ombra squallida, acritica, dittatoriale, repressiva, che aleggiava da anni sulla e nella scuola, dopo un tirocinio volto ad accertare l’effettiva incapacità di opposizione intellettuale ed etica del corpo docente, come pure del popolo italiano, inabile alla rivolta, si concretizza. Già la sinistra, abdicando ai propri ideali, aveva consentito e favorito tale transazione, finendo per identificarsi di fatto con meccanismi soprattutto economico-finanziari di casta. Oggi la destra ovviamente ne fornisce anche la struttura teorico-legislativa, per propria vocazione non essendo tenuta a giustificazioni egalitarie e democratiche. Dopo aver effettivamente constatato e vissuto il passaggio da generazioni di docenti ideologicamente più formate e consapevoli, ma anche ammalate degli stessi mali dei propri rappresentanti politici, fondamentalmente inanità e tendenza al compromesso, ad altre via via sempre meno sensibili sotto tale profilo fino a un effettivo, disarmante e disarmato analfabetismo ideologico, evidentemente responsabile della mancata attenzione e capacità di crescita consapevole dei giovani in età scolare, quanto si prospetta non mi sorprende e tuttavia mi appare assolutamente scandaloso.

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