LE OPINIONI

IL COMMENTO Estate difficile ma il declino si può ancora evitare

Il ferragosto trascorso da qualche giorno è stato il primo step, per un bilancio di una stagione indubbiamente tormentata per la nostra amata isola. Perché la tragedia dello scorso autunno, quella maledetta frana che ha sconvolto la vita degli isolani, non poteva non portare le sue conseguenze sull’andamento della stagione turistica e sulla percezione, che soprattutto il mercato del turismo internazionale, ha avuto nei confronti di Ischia. In questi giorni autorevoli firme, anche del nostro giornale, hanno scritto di “anno zero” per Ischia, di “lento declino” e di un forte calo di presenze, almeno in questa fase dell’estate, nell’attesa di un settembre che per Ischia è da sempre una sorta di “porto sicuro”.

Perché è quello, senza ombra di dubbio, il mese dell’anno in cui l’isola offre il meglio di sé, dal punto di vista dell’ambiente, dei servizi, della qualità del mare e della purezza dell’aria che si respira per le vie del centro. Eppure si può però provare ad essere ottimisti, al netto di una realtà dei fatti difficilmente confutabile. Certo il percorso di rinascita non è semplice e soprattutto non sarà rapido. Se declino c’è, arriva da molto lontano e i prodromi dello stesso si erano già intravisti negli ultimi decenni, senza che nessuno muovesse un dito o peggio con la complicità di chi evidentemente aveva interesse a lasciare le cose esattamente come stavano. Oggi Ischia paga le conseguenze di scelte approssimative e sbagliate, in svariati campi dall’edilizia ai trasporti, dall’aumento incondizionato dei prezzi alla sicurezza, dalla mancanza di severità nei controlli alla scarsa attenzione a quel senso di educazione e accoglienza che sono la formula magica per qualsiasi luogo, passando per il dilemma traffico. Sull’isola c’è durante l’estate un parco macchine da fare invidia alle grandi capitali europee. I divieti di imbarco e sbarco sembrano uno sberleffo, una presa in  giro. I traghetti sfornano ogni giorno migliaia di auto e moto, che intasano le strade, peggiorano la qualità dell’aria, intralciano e infastidiscono. E trasformano Ischia nell’isola che non  c’è. Molto più simile a una metropoli che a un luogo di mare e di vacanza. Poi c’è il male assoluto, quello della pulizia e della raccolta dei rifiuti. Anche nel corso di questa estate le strade di Ischia Porto, per limitarci a questo comune, sono disseminate di sacchetti di spazzatura, sistemati ad ogni ora del giorno, da residenti e villeggianti, contro ogni regola e senza il minimo rispetto del senso civico che invece dovrebbe albergare in ognuno. Nonostante questo, però, ribadiamo che gli elementi per essere ottimisti ci sono. Perché forse gli amministratori locali si stanno rendendo conto, finalmente, che un’inversione di tendenza per Ischia è necessaria, quasi un obbligo. Puntare tutto sulla movida sfrenata, sul turismo mordi e fuggi, sul divertimento notturno è stato un successo effimero. Oggi molti locali del by night sono spariti e i nodi vengono al pettine, perché l’isola non è stata in grado di dotarsi di vere alternative. Nuove occasioni di aggregazione, capaci di accattivarsi la passione e l’interesse dei giovanissimi, senza andare contro le esigenze delle generazioni più mature. Il rimedio, però, è ancora possibile, per una ripresa che sarà lenta ma che può riportare Ischia al centro dell’attenzione come nuova capitale del turismo. L’esperimento del SunNight, ad esempio, è risultato vincente. Un evento basato sulla buona musica, sul coinvolgimento dei turisti, sul rilancio delle eccellenze isolane e sulla promozione del settore commerciale. Senza eccessi e senza baldoria. Per un turismo di qualità, di partecipazione e di svago. Si riparta anche da queste iniziative per evitare il declino.

* DIRETTORE “SCRIVONAPOLI”

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