LE OPINIONI

IL COMMENTO Il mare e la montagna

Il mare e la montagna da sempre hanno affascinato gli uomini. Entrambi, per motivi diversi, sembrano sfidare i confini della Terra: il mare col profondo degli abissi che, da un lato, incute timore e da un altro suscita il desiderio di conoscere l’ignoto; la montagna, con le sue incognite e le sue insidie, ma anche col fascino dell’altitudine e del silenzio. Cito un aforisma per la montagna e uno per il mare, per meglio evidenziare le peculiarità dell’una e dell’altro: “La montagna non è solo nevi e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura. (Paolo Cognetti, autore del libro “Otto montagne”).L’altro aforisma, per il mare, è: “Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima” (Jacques Cousteau , esploratore, oceanografo). Provengo da una vacanza in Valle d’Aosta, a Breuil-Cervinia e dintorni, dove quest’anno si celebra il 150^ anniversario della conquista della vetta del Cervino (4.478 m), terza montagna italiana per altezza. A novembre, a Cervinia, frazione del Comune di Valtournenche, si svolgerà la World Cup transfrontaliera di sky alpino e snowboard, tra Cervinia e Zermatt (Svizzera). Ho avuto modo di apprezzare la bellezza assoluta delle vette con escursioni a piedi (senza bastoncini e scarpe da trekking) fino a 2500 m. del Gran Lago di Cime Bianche e, con cabinovia, fino a 3500 metri del ghiacciaio del Plateau Rosa, trovando energie fisiche inaspettate per la mia età ed energie mentali che, immersi nel caos agostano di Ischia, andavano assopendosi. E non potevo non fare delle riflessioni sulla differenza tra mare e montagna, tra turismo di montagna e turismo balneare. 

Ma prima delle differenze, mi preme evidenziare alcuni tratti comuni alle due realtà che sono, purtroppo, drammatici. Mi riferisco alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Il riscaldamento della terra colpisce in egual misura il mare e la montagna: l’uno con effetti deleteri su flora e fauna marina e con arrivi, nelle nostre acque, di pericolose specie aliene di animali marini; l’altro con scioglimento dei ghiacciai che, negli ultimi anni, in maniera rapida, ha visto riemergere crepacci, gole, anfratti, prima ricoperti da neve e ghiaccio. A mare, invece, da ultimo, è arrivato il granchio blù, incubo dei pescatori, perché divora molluschi e piccoli pesci. Spariscono così in Veneto le vongole veraci e a Orbetello le anguille. A fronte di questi fenomeni, la prevenzione è possibile, anzi irrinunciabile, ma solo se diviene osservanza globale e universale, perché ciò che avviene in qualunque parte del mondo si riverbera in qualunque altra parte del mondo. Ricordate il paradosso “il battito di una farfalla in Brasile può generare un tornado in Texas” dello scienziato del MIT, Edward Norton Lorenz? Quindi, mare e montagna sono esposti ugualmente a rischi ambientali distruttivi. Ma mare e montagna, per il resto, hanno caratteristiche diverse e, di conseguenza, il turismo di montagna non è la stessa cosa del turismo di mare. Le differenze più spiccate sono: il silenzio, la gamma esperienziale, il bioritmo diverso, le pratiche sportive, il rapporto Uomo-Natura, il rapporto Uomo-flora e fauna e anche il rapporto Uomo-animali domestici. 

Andiamo in ordine: il silenzio. La vacanza marina, per definizione, è vacanza di assembramento, di libertà di movimento, parole, suoni, ondosa come il mare che s’infrange sulla battigia, ignara del silenzio. La montagna è, per definizione, isolamento, concentrazione, fuga dagli assembramenti, è silenzio. Oggi il turista va in cerca di “esperienze forti”, che sono offerte sia dalle località di montagna che da quelle di mare, ma l’esperienza della montagna può riguardare il trekking, l’ovovia, la seggiovia, l’ascensore verticale, a volte la speleologia, lo sci, lo snowboard, lo skateboard, il ciclocross, il mountain biking; l’esperienza del mare può riguardare invece la vela, l’immersione in apnea, lo snorkeling, il pescaturismo, la nautica da diporto, il surf, il beach tennis, il beach volley, il kajaking, il nuoto, l’acquagym. Esperienze forti ma molto diverse. C’è chi, in corrispondenza di queste diversità esperienziali, sceglie solo il mare o solo la montagna e c’è invece chi vuole provare le esperienze di entrambe le realtà turistiche. Questi ultimi dividono le loro vacanze tra mare e montagna, tra estate ed inverno, ma è più facile che il turista pratichi la montagna in veste sia invernale che estiva anziché il turista pratichi le località balneari anche in inverno. A differenziare la vacanza balneare da quella di montagna contribuisce anche il diverso bioritmo, intendendo dire che la natura stessa della montagna costringe le persone a svegliarsi presto al mattino e ritirarsi presto in serata e addormentarsi prima che al mare. Nelle località balneari ci si sveglia tardi, si tira per le lunghe la permanenza in spiaggia e la serata di divertimento incomincia alle 23.00 e termina in nottata inoltrata. La diversità di opzione mare-montagna incide anche nel rapporto che l’Uomo ha con flora e fauna e sul rapporto Uomo-animali domestici. E’ più raro che un turista del mare si soffermi sulla flora e sulla fauna in quanto è minoritaria la presenza di chi pratica sport subacquei e fotografia subacquea; così come è più complicato portare e gestire animali domestici nelle località balneari (maggiore presenza antropica e scarsità di spiagge che ammettono l’ingresso di cani,gatti ed altri). Non è un caso che siano per lo più i turisti diretti al mare ad abbandonare cani sull’autostrada. In montagna si vedono bovini al pascolo, controllati da cani; è frequentissimo incontrare turisti con cani che possono, sia pure al guinzaglio, scorrazzare in piena libertà senza arrecare disturbo a capannelli di persone. In montagna puoi scorgere, per esempio, marmotte a due passi da te. E c’è una flora dai mille colori. 

Un discorso a parte merita poi l’abbinamento laghi-montagna, che ha un fascino addizionale, in particolare i laghi dei ghiacciai e l’abbinamento mare-monti che si concentra in una sola località. Ischia, località turistica balneare e termale, ha anche la montagna (il Monte Epomeo) anche se non ha la neve e può offrire una gamma esperienziale che varia da quelle di mare a quelle di di montagna. Ho detto “può” non che funzioni questa duplicità esperienziale. Quanto al silenzio, Ischia ne è lontanissima, perfino sull’Epomeo, dove le auto arrivano troppo vicino alla vetta. Non mi pare, infine, che ci sia negli isolani e nei turisti nostrani una particolare sensibilità nel rapporto Uomo-flora-fauna. C’è un rapporto forte (a volte perfino morboso) con cani e gatti, ma in molti casi i cani vengono ritenuti esclusivamente guardiani di una proprietà e capita troppo spesso che vengano lasciati di notte ad ululare con straziante continuità. Non può essere questo un rapporto corretto verso gli animali e verso le altre persone. Ischia potrebbe avere una gamma di discipline sportive (tutte quelle che si possono praticare a mare) ma anche molte che sono praticabili in montagna ( l’equitazione di montagna, il trekking, il climbing (Pizzi Bianchi), lo snowboard, lo skateboard, il ciclocross, il mountain biking.  E’ incredibile il numero di turisti internazionali che girano il mondo in bici (nelle sue varie forme e attrezzature). Ischia, nella costruzione di un nuovo modello di sviluppo accompagnato da progresso civile, non può non tener conto di queste evoluzioni di gusti e tendenze. Ma la multiformità dell’offerta turistica della nostra isola non deve rimanere slegata e sottoutilizzata. Ha bisogno di un quadro d’insieme che dia omogeneità all’offerta e al marketing necessario. Se ci riusciamo, potremo ottenere un allungamento della stagione turistica, un decongestionamento dei mesi di punta estivi e un salto qualitativo della domanda turistica.

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Con tutto il rispetto per i gusti altrui, non condivido affatto l’idea che la vacanza di mare, sia per definizione, assembramento, movimento e rumore.
Sicuramente lo è Ischia, ridotta a lunaparck per napoletani fracassoni, abituati al caos di vicoli cittadini e bronx di quartieri popolari.
Il mare ed in particolare le isole sono per definizione il luogo più salvifico che possa esistere per ritemprare la mente ed il corpo, molto di più della montagna!
Chi vive il mare come luogo di “natura”, in cui poter staccare la spina e ritrovare sé stesso, cerca di scegliere mete ancora non invase dal turismo di massa.
Un vero peccato per Ischia, che in quanto regina del termalismo naturale, potrebbe fare da capofila del turismo balneare di qualità, sia estivo che invernale.
Per il divertimento sfrenato si sa che conviene andare in Spagna, che di libertà la sa lunga…

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