LE OPINIONI

IL COMMENTO Il mortorio, il Daimon, l’inverno a Ischia

DI BENEDETTO MANNA

Questi mesi a Ischia si trascorrono in una forma di attesa per la nuova stagione estiva con l’ arrivo sperato dei turisti, che appena sbarcati fanno mettere in moto tutte le attività ricettive, per il gradimento dell’accoglienza. Le giornate di questo periodo però trascorrono dentro una specie di limbo, che spinge molti ad approdare in altri luoghi in cerca di occupazione, soprattutto in località turistiche invernali. Si dice che l’isola offre poco ed è meglio scappare dal MORTORIO dei mesi invernali, come vengono percepiti in modo più sensibile dai giovani, che, in assenza di proprie difese culturali ed educative, scelgono di vivere, nel disorientamento più totale, “certi momenti”.Essi sono la risposta al proprio disagio, ma li privano inconsapevolmente di un corretto processo di crescita per il raggiungimento della loro maturità come persone adulte, sia come Donna che come Uomo. Ognuno avrebbe il diritto di imparare a confrontarsi con il proprio DAIMON (messaggero divino), lo Spirito Guida, cioè con la propria SINGOLARITA’, che la realtà e la fortuna o, se si preferisce, la provvidenza mettono alla prova, ai fini di realizzare la sua natura originaria. Si potrebbe essere indotti a pensare giustamente che è proprio il periodo definito mortorio a ostacolare un percorso di maturazione, per cui è salutare andare a fare esperienza altrove. Tale riflessione non si può dire che non è corretta.Però è opportuno, per non buttare l’acqua con tutto il bambino,tenere in giusta considerazione anche la natura delle proprie origini e del proprio DNA, perrendere compiutolo sviluppo della predetta SINGOLARITA’ di ciascuno, che non è da confondere con l’individualismo.

Bisogna ammettere che prima o poi il confronto con la nostra impronta natale è bene farlo, per non rischiare di rimanere tutta la vita “mutilati” della “voce” capace di traghettare i contenuti inconsci verso la consapevolezza. E’ certo che tale risveglio può avvenire rapportandosi solo con la propria Realtà, bella o brutta che sia, per capirla, affrontarla, anche amarla, nel bene e nel male. Sarà, in questo modo, tutt’altra consapevolezza aprirsi al mondo esterno. Quindi, se si è più attenti, il cosiddetto periodo MORTORIO può aiutare meglio di altri momenti più “rumorosi ed eccitati”, a prendere coscienza di se stessi,ponendosi le domande giuste, a favore della stessa vita sull’isola per le certezzee identitàacquisite. Solo così sarà possibile un contesto sociale in equilibrio con il suo passato, il suo ambiente e la sua gente, come comunitàcapace di far progredirela propria terra, senza tradirla e/o offenderla nell’ignoranza e oscurità del proprio io. “Facciamo gli uomini” ha detto il Governatore Vincenzo De Luca durante la ricorrenza in memoria della frana del 26 novembre 2022.Quindi, volendo permettere qualche ragionamento in più, in forme di connessione sociale, la vita nei mesi invernali potrebbe continuare nei migliori dei modi se viene organizzata, con momenti ludici, di rilassamento, a misura delle esigenze della gente. Un’idea potrebbe essere quella di favorire l’incontro tra le persone e di farle esprimere, nella giornata della domenica, festa per il “riposo”, non solo andando in Chiesa. Si può quindi immaginare che la sala del cinema, la mattina, venga aperta ai cittadini per assistere gratuitamente a un ciclo di proiezioni, che, previa compilazione di una scheda, sia da loro stessi proposto e che possa riguardare una filmografia che sta più a cuore nella memoria collettiva. Tale opportunità dovrebbe essere sostenuta con determinazione dall’Amministrazione Comunale, dal momento che per questo inverno la piscina comunale, altro luogo pubblico di incontro per sana pratica sportiva per tutte le età, non è accessibile per lavori di manutenzione straordinaria. Per l’occasione potrei già suggerire due pellicole che, proprio per essere in linea con quanto esposto, descrivono l’importanza di riuscire a stare con i propri desideri, riflessioni e, non per ultime, paure: “CAST AWAY di Robert ZemecKiscon Tom Hanks e il Daimon “Wilson”(il pallone alter ego); “PROCIDA” di Leonardo Di Costanzo, regista ischitano, che ha fatto svolgere la regia a dodici ragazze e ragazzi, sotto la sua direzione artistica e pedagogica, che raccontano la vita dell’isola con i loro sguardi vergini. Poi quando si legge i BAR CALISE vanno in letargo, con apertura solo il sabato e la domenica a Piazza degli Eroi, sapendo il bagaglio di tradizione, cultura e storiaracchiuso nel nome,celebre brand, a proposito di riconoscimento di fattori identitari, ci si domanda la sensibilità, l’immaginazione, la fantasia di una comunità, di un’Amministrazione, dove sono finite? I luoghi del “Calise” non possono anch’essi diventare punti d’incontro per conferenze, eventi, come fa la Feltrinelli a Napoli, e per la promozione e sostegno della tradizione dolciaria, locale e campana, a km0? In più, anche qui, in assenza di un teatro aperto locale, visti i lavori in corso per l’apertura del nuovo Auditorium al Polifunzionale, dove prima si svolgevano rassegne di compagnie teatrali isolane, non possono gli ampi spazi del “Calise” aprirsi per spettacoli teatrali, musicali, con un palinsesto appropriato per la cultura locale? Non si dovrebbe poi mancare di rilanciare l’isola in una veste socialmente, culturalmente e naturalisticamente adeguata, anche nei confronti dei prossimi turisti, perché possano essere in condizione di apprezzare e fare tesoro di tutti gli stimoli offerti durante i diversi soggiorni. Molti di loro sono anch’essi in cerca del loro Daimon, come è stato per molti personaggi arrivati sull’isola, che ne hanno fatto anche la sua storia. Penso a Paolo e Giorgio Buchner, a Luchino Visconti, al lombardo Piero Malcovati, ad Angelo Rizzoli, a William Walton e altri (che mi scuso se non ricordo).

Ci sono anche testimonianze di illustri isolani che il loro Spirito Guida li ha portati a scegliere lo “scoglio”, nonostante tutto. Un nome per tutti e in suo ossequio: Nick Pantalone, lo chansonnier galantuomo, che cantava anche “Le Foglie Morte “ di Edith Piaf,ad inizio anno venuto a mancare sulla sua isola. Orbene quale altra proposta si può avanzare per facilitare quanto evidenziato e rendere più partecipato e proficuo il periodo che precede quello da maggio ad ottobre? Non rimane che appellarsi alla figura del Sindaco, perché possa farsi interprete in modo autorevole, con il ruolo che riveste, delle esigenze di una collettività che non vive, in forma passiva, di solo turismo e/o di luci natalizie. Manifesti così la propria capacità di gestire la cosa pubblica, avendo a cuoredi proteggere e favorire la propria comunitàprima di ogni altra cosa. Si potrebbe in questi mesi porre le basi per un rinnovamento dell’immagine isolana, che non basta sponsorizzarlasolo sui siti di campagna marketing per turismo, ma progettando, per esempio, una mobilità alternativacon ciclopiste, per le quali sarebbero stati assegnati dei finanziamenti dalla Regione; pubblicizzando l’Area Marina Protetta (AMP) con cartellonistica e pannelli informativi. Su queste pagine è stata più volte fatta presente la facile ed economica installazione, sui Muri Frangiflutti dei porti dell’isola,di Gigantografie,con didascalie, dei Cetacei Marini dell’AMP, presenze tangibili di messaggeri divini, di DAIMON.In più sarebbe possibile un gemellaggio con l’area marina Pelagos, con implicazioni di tipo internazionale, vero motore per suscitare interessi turistici oltre confine, con meno investimenti per spese pubblicitarie.

In conclusione, se può essere vero che ITACA, come si ipotizza, sia la nostra ISCHIA, il viaggio di Ulisse nell’ODISSEA ci racconta qualcosa di cui,in questo momento, abbiamo un gran bisogno. Noi ci illudiamo, attraverso proprio una serie di illusioni di immortalità, che la vita sia sempre altrove, rispetto al presente, ed abbiamo sostituito i destini con le carriere. Ulisse va nell’al di là e scopre come morirà, enonostante questo non si ritira ma incominciaa vivere pienamente. La prima cosa che dovrà confidare a Penelope è che sa come morirà. Avere qualcuno a cui confidaredove e comemoriamo,significa in qualche modo fare veramente ritorno. “Itaca è ciò che ho nel cuore. Penelope è la donna che amo”. La sintesi per dire che per essere immortali l’unica strada, anche se faticosa, impegnativa, eroica, come Ulisse, è quella della mortalità.

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