LE OPINIONI

IL COMMENTO Il partito della guerra e le masse belanti

DI ANTIMO PUCA

Penso che una persona assennata fra le massime cariche istituzionali Europee sia un dono prezioso. Penso che ci abbiano educato per decenni al piacere della pace e non al suo dovere. Ed a farlo sono state alcune di quelle stesse realtà che oggi ci chiedono di guardare dall’altra parte e ci dicono che se abbassiamo la testa e ci asserviamo ai totalitarismi, alle teocrazie, ai sistemi monopartitici ed alle altre sovranità illiberali e antidemocratiche, saremo salvi. Non è così. Dal crollo del muro di Berlino loro non si sono fermati un singolo lustro, mentre noi, liberaldemocrazie, fingevamo di credere che integrandole nei nostri sistemi prima o poi concetti come “diritti umani” e “libertà” avrebbero fatto breccia nel cuore delle loro società. Loro si preparano da vent’anni a farci guerra. Hanno accumulato risorse dai dividendi del commercio soprattutto con le ricche liberaldemocrazie e li hanno investito in infrastrutture ambivalenti e in armi, mentre noi continuavamo il nostro disarmo sempre nella speranza che disarmandoci avremmo garantito la pace. Ci siamo resi deboli, inerti. Impreparati. Loro hanno infettato le nostre liberaldemocrazie con le loro dottrine, con le loro ideologie antiliberali. Con le loro narrazioni faziose alle quali assertivamente abbiamo dato spazio, sperando invano che garantissero internamente la stessa pluralità d’informazione. Hanno radicalizzato menti semplici in casa nostra per facilitare il loro gioco. Negli anni precedenti allo scoppio della Prima Guerra mondiale era avvenuto quello che oggi definiamo “paradosso della sicurezza”, ovvero la corsa al riarmo degli stati europei in quanto i relativi governi si sentivano minacciati dagli avversari, che a loro volta aumentavano la produzione di armi e così via.

Come tutti sanno, i risultati sono stati catastrofici. Le uniche armi che funzionano come deterrente sono quelle nucleari. Infatti le potenze che le hanno a disposizione hanno smesso di farsi guerra direttamente. Tutte le restanti armi, per quanto avanzate siano, contribuiscono solo a peggiorare l’escalation militare e ad aumentare esponenzialmente le vittime dei conflitti, anche tra i civili. Dopo l’invio di armi sempre più devastanti e l’ufficializzazione di truppe operanti nel conflitto inquadrate come addestratori o mercenari (ipotesi che veniva inizialmente tacciata di complottismo dalla propaganda atlantista), la NATO paventa l’invio di soldati in prima linea. Ciò darebbe luogo a una guerra diretta tra potenze nucleari, con il reale pericolo di uso di armi atomiche, scenario che fino a ora era stato evitato. Che qualcuno si candidi ci può anche stare: “è nella mia natura!”, direbbe lo scorpione alla rana. Trovo vergognoso che un cittadino voti, notando bene il margine tra capacità e limiti. È come prendersela con la Ferragni che mette in vendita un pandoro a 30 euro e dimenticarsi che il problema sono i gonzi che glielo comperano. Malvezzo di una Democrazia putrescente. Una persona che mantiene il senno proporrebbe di sedersi finalmente al tavolo delle trattative. Ma chi lo fa si trova tra l’incudine, il partito della guerra che vuole armarsi per arrivare allo scontro, e il martello, le masse belanti che scambiano l’essere contrari a inviare armi con l’essere “filorussi” o “putiniani”. L’aumento auspicato delle spese militari è solo quel che affossa ulteriormente (forse del tutto) la speranza di un’Europa civile, democratica e pacifica

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